Problemi e soluzioni

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  -Tiny! Destiny vuoi fermarti!- la voce di Keiji risuonò in tutta la casa e poco dopo per confermare che qualcosa non andava Destiny entrò in camera mia in lacrime. Sono le nove di mattina ed in casa già non c'è nessuno. Peter e Hanna sono a lavorare, Hei doveva fare la spesa, Dione era rimasta a dormire da una sua amica ed Eisuke era uscito presto come ogni mattina per andare ad aprire il suo negozio. In casa c'eravamo solo io Destiny e Keiji. Oltretutto io oggi neanche lavoro dato che l'unico ragazzo che doveva venire per le lezioni di equitazioni si è rotto una gamba e allora non verrà. -cosa succede Destiny?- le chiesi preoccupata facendole segno di raggiungermi sul letto. Senza farselo ripetere si fiondò ad abbracciarmi e iniziò a bagnarmi la camicia da notte con le sue lacrime. -è uno stupido! Lo odio! Non lo voglio più vedere!- esclamò fra i singhiozzi. -cos'è successo?- chiesi preoccupata iniziando ad accarezzarle i capelli. -beh... l'abbiamo fatto senza...- sussurrò sempre più piano. -cosa?- chiesi confusa. Ripeté la frase ancora più a bassa voce e fui costretta a richiederglielo per la terza volta. -quell'idiota non ha usato il preservativo!- esclamò questa volta. Ci rimasi di sasso a sentire quella frase e la guardai stralunata. -perché mi guardi così?- chiese preoccupata. -perché credevo che foste solo ai preliminari mica già al sesso vero e proprio- ammisi sconvolta. Destiny ha sedici anni sono l'unica che la sua prima volta l'ha avuta a diciannove??? -no, io e Keiji facciamo l'amore- mi corresse per puntualizzare. -hai sedici anni Destiny!- mormorai sconvolta. -e allora? Quando è stata la tua prima volta?- mi chiese. Ad ogni sua parola rimanevo sempre più sconvolta, per lei era normale! Ma che ragazzi ci sono a questo mondo. -non importa quando l'ho fatto io per la prima volta, ma come mai stai scappando da lui in lacrime- -te l'ho detto l'abbiamo fatto non protetto- ripeté. -e non potete parlarne? Beh in che periodo sei? Fertile, pre o post mestruale- le chiesi subito. -post mestruale- mormorò. -di quanto?- sembra un interrogatorio ad un carcerato. -una settimana- -allora sei vicina al periodo fertile- mi feci sfuggire. I grandi occhi di Destiny si spalancarono e la vidi abbandonarsi sul letto a peso morto. La mia era solo un'osservazione. -sono finita. Ho solo sedici anni non posso avere un figlio a quest'età. Non sono pronta. E i miei cosa diranno!!!- esclamò portandosi le mani al volto. -Destiny stai saltando a conclusioni affrettate, aspetta che arrivi il periodo del ciclo. Se viene vuol dire che è tutto a posto, se non viene allora meglio fare un test- cercai subito di calmarla. -saranno i giorni peggiori della mia vita- mormorò. -dovresti rilassarti, lo stress spesso è la causa principale di un ritardo con il ciclo- le feci notare alzandomi dal letto. Destiny si alzò di malavoglia a sedere ed annuì mestamente. -Gladys, Tiny è li con te?- chiese Keiji da fuori la stanza. -entra pure Keiji- dissi aprendo la porta. Lo vidi con le mani intasca e rosso per l'imbarazzo. Guardava fisso il pavimento e fece qualche passo. -SEI UN IDIOTA!- gli urlò contro Destiny avvicinandosi a lui con sguardo truce. -Tiny mi dispiace, ma... ehm... sul momento- parlare del loro piccolo incidente con me li presente lo imbarazzava parecchio, così decisi di dileguarmi. -Tiny un corno! E niente sesso sino a quando non sarò sicura che tu non mi abbia lasciato un regalino!- esclamò inviperita sorpassandomi in corridoio. È cambiata in un battito di ciglia, da disperata ed ansiosa a furibonda. -cos'ha detto mia sorella?- domandò una voce poco lontano da me, mi voltai sorpresa dato che non era la voce di Keiji. -Eisuke, non eri a lavoro?- chiesi sorpresa. -non sto sempre la, di solito qualche volta se non c'è particolare lavoro da fare dopo un po' me ne torno a casa e poi torno a lavoro per sapere com'è andata la giornata e chiudere il negozio- spiegò seguendomi verso la cucina. -in effetti non è la prima volta che lo fai. Vuoi un caffè?- chiesi intanto che iniziavo a preparare la caffettiera per me. -no grazie l'ho preso prima di tornare a casa- -chi non beve il caffè in compagnia è un ladro e una spia- finsi di offendermi. -cos'hai detto?- chiese perplesso. -è un detto italiano, l'ho imparato quando anni fa sono andata a fare un Erasmus in Italia- gli spiegai divertita.

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Eisuke mi aveva proposto di fare un giro a cavallo ed io al settimo cielo avevo accettato con un battito di mani. Quei boschetti vicino alla casa sono bellissimi, ricchi di vegetazione rigogliosa e qualche animaletto che le fa compagnia. Eisuke è parecchio indietro dato che ad un tratto ho iniziato a spronare il cavallo per andare più veloce. Arrivata ad un piccolo laghetto mi fermai e permisi a Calypso di bere un po'. Continuavo a fargli carezze sul collo ed intanto notai in lontananza una macchia, macchia che si chiamava Eisuke. -sembrava che stessi scappando da qualcosa!- esclamò sorpreso non appena mi raggiunse. -esagerato, non stavo andando tanto veloce- gli feci notare. Non è dicerto colpa mia se sono abituata a questa andatura. Scese anche lui e dopo due pacche sul collo date al suo cavallo si accasciò contro un albero. -facile per te, io vado a cavallo solo ogni tanto, non sono ancora in grado di mantenere il giusto equilibrio se faccio andare l cavallo veloce come facevi tu- ribatté posandosi una mano fra i capelli. -con un po' di esercizio forse potresti essere un po' più veloce- finsi di pensarci un po' con un sorriso. -stai forse insinuando che non riuscirò mai a essere più veloce di te a cavallo- chiese esterrefatto. -forse- gli feci notare chinandomi a bagnare le mani con dell'acqua. -ah si eh- lo sentii dire dietro di me. Poco dopo persi l'equilibrio e finii dentro al laghetto. Una risata si librò nell'aria e capii subito come mai fossi tutta bagnata. -sei uno stupido! Uf... mi aiuti ad alzarmi?- chiesi subito dopo averlo insultato. Allungai le braccia in avanti per farmi aiutare e non appena strinse le mie mani lo attirai verso di me. Eisuke sorpreso sgranò gli occhi e mi cadde a fianco bagnandosi da capo a piedi. -ops- mormorai fintamente dispiaciuta. Eisuke senza dire nulla prese a farmi il solletico ed io iniziai a contorcermi tutta schizzando acqua ovunque. -basta! Smettila ti prego- lo pregai con le lacrime agli occhi, o forse era solo l'acqua. -chiedimi scusa- contrattò. -ok! Scusa, scusa ma ora basta!- esclamai esausta. Quando mi lasciò finalmente libera si alzò in piedi e porgendomi una mano aiutò ad alzarmi, questa volta sul serio. -tu sei pericoloso- lo accusai tenendomi la pancia. Mi stava facendo morire a forza di solletico e risate. -esagerata- mi canzonò. Salii sul cavallo e lo feci girare per ritornare in dietro. -ci vediamo a casa lumaca!- esclamai spronando Calypso a partire. In poco tempo mi lasciai alle spalle un Eisuke che scuoteva la testa sconsolato e divertito allo stesso tempo.

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-Gladys sono salva!- esclamò Destiny abbracciandomi un po' troppo forte. -come sei salva?- le chiesi un po' confusa. Sono appena tornata da una lezione di equitazione e avrei tanto voluto farmi una doccia, sono tutta sudata e vorrei poter tornare a profumare. -mi è venuto il ciclo! Mamma e papà non mi ammazzeranno!- sussurrò raggiante. -visto che alla fine non ti dovevi preoccupare- ricambiai l'abbraccio veramente contenta per lei. È giovane, non è il momento ideale di avere figli. Nel 1800 sarà stato anche normale, ma le cose sono cambiate e in meglio. -grazie per essermi stata vicino- mormorò sorridendomi con più tranquillità e serenità. L'improvviso squillare del telefono fece sobbalzare entrambe, ma ci riprendemmo subito. -faccio io- la precedetti verso il corridoio. -ok, io vado a dare la notizia a Keiji allora- si precipitò su per le scale facendo ondeggiare i suoi capelli lilla sulla schiena. Alzai la cornetta del telefono e mi appoggiai al muro con la schiena. -pronto?- chiesi subito ammirando la foto di famiglia che stava appesa davanti ai miei occhi. Tutta la famiglia al completo era davanti ad un laghetto sotto a degli alberi di ciliegi pieni di fiori. Eisuke mi aveva detto che in Giappone ci sono molti ciliegi, perciò suppongo si trovassero la in quel momento. -Gladys... Gladys sono io, Zowie- mormorò una voce spezzata dall'altro capo del telefono. Mi irrigidii subito sorpresa e serrai la presa attorno al telefono. -ciao- mormorai assente. -Gladys ti prego ascoltami! Mi dispiace, permettimi di spiegarti almeno- era diventata supplicante. -no Zowie- risposi secca. Feci per allontanare la cornetta dall'orecchio e riattaccare, ma la sua voce mi impedì di farlo. -sai, mamma mi ha cacciata di casa... dice che ho disonorato la famiglia- mormorò fra le lacrime. -la mamma dice tante cose, ma lei non sa niente di niente in realtà- mormorai iniziando ad agitarmi. -adesso... adesso sono con John. Mi ha proposto di ospitarmi dato che non ho dove andare- -fa il suo dovere- dissi senza pensarci. -ma domani mi trasferisco in un appartamento tutto mio, anche papà mi sta aiutando- aggiunse in fretta. -papà non è come la mamma- ammisi mestamente. -so che sei da Hanna e Peter... salutameli. E spero che potremo presto incontrarci per parlare, magari ad un bar- propose speranzosa. -non lo so- dissi subito confusa. -ok, ci sentiamo allora?- mi chiese. Non so se riesco già a rivederla, ma devo farlo in qualche modo. -si, certo. Ora però devo andare, ciao- non riuscii ad aspettare una sua risposta, chiusi subito la telefonata. Feci un respiro profondo e mi sfuggi un sorriso. Non posso perdere mia sorella così, tengo troppo a lei. Devo superare tutto e per prima cosa dovrò riallacciare il nostro rapporto nel miglior modo possibile. Ce la posso fare, devo.

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