Appuntamento

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  -metti quella gonna li, sta benissimo con la camicia- disse Zowie. Indicandomi una parte dell'armadio. La gravidanza la stancava molto, così passava quasi tutto il tempo o seduta o coricata. In questo momento in fatti è seduta sul letto appoggiata alla testiera. -ok- l'assecondai prendendo la gonna che mi aveva suggerito. -sai, conosco da appena qualche giorno Eisuke, ma si vede che gli piaci- disse intanto che si sistemava meglio dei cuscini dietro la schiena. -ma cosa dici...- mormorai agitata. -e a te non puoi negare che lui un po' interessa- aggiunse con un sorriso furbetto. -pensa al tuo pancione che sembra stia per esplodere- esclamai arrossendo. La sera del suo arrivo Zowie mi aveva svelato che aveva appena scoperto che sta aspettando due gemelli. Il che è al quanto strano dato che ne nella famiglia di John che nella nostra ci sono casi di gemelli. -ho ragione io- ignorò il mio commento. Sbuffai abbandonandomi sul letto vicino a lei e tenendomi le mani congiunte sul petto fissai lo sguardo fuori dalla finestra. -non voglio affrettare nulla e non voglio dargli false speranze- spiegai pensierosa. -sa che sei fuggita dal tuo stesso matrimonio perché John ti ha... delusa. Credo sia perfettamente consapevole che ora tu voglia fare un po' tutto con le pinze- mi fece notare. Annuii convincendomi fosse così e mi alzai in piedi. -bene, allora gonna e camicia?- le chiesi conferma. Mi fece i pollici in su e sorrise ampiamente. -è pur sempre un appuntamento il vostro- commentò divertita.

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-meglio la macchina- fu la prima cosa che disse Eisuke arrossendo. Aveva subito notato la mia gonna che arrivava qualche centimetro sopra il ginocchio e aveva guardato la sua moto un po' scettico. -no tranquillo... la terrò giù- dissi subito fermandolo. So quanto lui ami andare in moto, mi dispiace farlo rinunciare per colpa mia. -sicura? La gonna...- balbettò arrossendo ancor di più. Annuii convinta e presi uno dei due caschi indossandolo. -dai andiamo- lo esortai con un sorriso. Riuscii a convincerlo e dopo che salì in sella mi sistemai dietro di lui appoggiando le mani sui suoi fianche. Notai che si irrigidii e un po' pentita feci per togliere le mani. -no- si affrettò a dire portandosi le mie braccia a cingergli la vita. -è più sicuro- spiegò. -hai ragione- convenni con un sorriso nascondendo il viso contro la sua schiena. Accese il motore e partimmo verso l'uscita del giardino. Avevamo deciso di optare per andare al giapponese. Io non ci ero mai stata e lui poteva dilettarsi nel parlare un po' la sua lingua madre con i camerieri. -è carino qui- ammisi guardandomi intorno. Ci sono tanti tavolo bassi con dei cuscini dove sedersi ed anche tavoli normali con sedie. -dove preferisci che ci sediamo?- mi chiese aaccarezzandomi la schiena con i polpastrelli. Ci pensai un po' su e gli indicai i tavoli bassi. -tu vivi da anni nella mia cultura di nascita occidentale, ora provo io a stare un po' nella tua orientale- spiegai serenamente. -Watashitachi wa koko ni suwatte- disse ad un cameriere. Il ragazzo un po' più giovane di noi ci venne incontro e salutò Eisuke con una pacca sulla spalla. -è un compagno di università di Keiji- mi spiegò rapidamente. Annuii appena e sorrisi. -era un po' che non venivi con una raggazza, finito il periodo "voglio restare single" a quanto pare- scherzò il cameriere beccandosi uno scapellotto da Eisuke. Sorrisi divertita e lanciai un occhiata curiosa ad Eisuke. Non appena fummo soli in attesa del sushi ritornai sull'argomento di poco fa. -periodo single?- chiesi incuriosita. Lo vidi portare una mano alla nuca imbarazzato ed annuì appena. -come mai?- chiesi ancora. -non volevo essere alla continua ricerca di una ragazza con cui stare, così mi sono preso una pausa per un po'- spiegò velocemente. -hai fatto bene- dissi per cercare di tranquillizzarlo. Mi sorrise grato ma si vedeva che un po' era ancora agitato, d'altronde era ormai stato reso esplicito che non gli sarebbe dispiaciuto se fosse nato qualcosa di più fra di noi. Neanche a me dispiacerebbe, è un ragazzo carino ed intelligente. Spesso mi ritrovo a ridere alle sue battute seppur molte magari siano freddure, ma è il modo in cui le dice che mi piace di più. -insegnami qualche parola giapponese- gli chiesi intanto che ci stavano servendo. -arigatō- Subito dopo aver detto questa parola al cameriere si rivolse a me con un sorriso. -vuol dire "ti ringrazio", si può dire anche kansha che è meno formale- spiegò con uno strano scintillio negli occhi. Si vede che gli piacciono molto le sue origini. -perciò quando mi hai salvata da qual temibile calabrone avrei dovuto risponderti... arigatō?- -si- confermò poco prima di bere un sorso d'acqua. Mi parlò di come la, le scuole funzionino diversamente... di nuovo, ma lo vedevo cosìraggiante e coinvolto che invece di un ventisettenne mi sembrò un bambinodidieci anni che mostra agli amici il album di figurine completato. Mi accennò anche ad alcune forme di saluto e disse qualche altra parola giapponese. Gatto ad esempio si dice neko, per dire buongiorno ohayō mentre kon'nichiwa significa ciao. È riuscito a trasmettermi il suo entusiasmo a tal punto che ora vorrei poter visitare il Giappone! -ogni tanto voglio che mi insegni qualche altra parola. Il giapponese è una lingua molto complicata, ma anche molto bella. Me lo prometti?- gli chiesi speranzosa incrociando le nostre braccia a mo di catena. -sei la prima che dice che il giapponese è bello, di solito mi viene sempre detto che è incomprensibile, noioso addirittura fuori moda!- si mise a ridere. Scoppiai a ridere insieme a lui, come puoi dire che una lingua è fuori moda?! Girammo ancora un po' per New York e poi decidemmo che era l'ora di tornare a casa. Arrivammo che era l'una passata e la casa era immersa in un silenzio quasi inquietante. -paragonato al caos che c'è di giorno non sembra neanche la stessa casa- sorrisi una volta entrati in salotto. -hai ragione- convenne Eisuke accompagnandomi sino a davanti la porta della camera che condividevo con mia sorella. -oyasumi- mormorò lasciandomi un bacio sulla guancia. Corrucciai il viso e lui sorrise di rimando. -vuol dire "buona notte"- -oyasumi allora- ricambiai dandogli però un bacio a fior di labbra. Sgattagliolai in fretta dentro la stanza chiudendomela dietro la schiena. Ben impresso nella mente ho ancora il sorriso sorpreso di Eisuke. Il mio cuore batte forte e sento che potrei fare qualsiasi cosa. Credo proprio che Zowie abbia ragione, inizio a nutrire molto di più che semplice amicizia per Eisuke.  

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