Caffè?

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Appena arrivata sull'isola di Hokkaido visto che Zowie aveva tanto insistito perché l'avvisassi del mio arrivo la chiamai. -com'è andato il viaggio, tutto a posto?- mi chiese dolce. Quanto adoro mia sorella, negli ultimi tempi sembra lei la sorella maggiore. -si, arrivati sani e salvi- la rassicurai con un sorriso. -sicura?- insistette. Mi conosce troppo bene, ma anche io conosco molto bene lei. So cosa voleva sapere in realtà. -Eisuke non era fra i passeggeri di cui mi dovevo occupare io- la informai subito. Mi ero spaventata quando avevo visto l'intera famiglia sull'aereo anche se, però, non trovavo Keiji ed Eisuke, che ho scoperto aver avuto altri posti più distanti. Avevo cercato attentamente di capire dove si trovassero e quando ci ero riuscita avevo trovato altri due occhi castani cercarmi. Mi si era formato un nodo alla gola ed abbassando il capo di scatto mi affrettai a servire un passegero che già da un po' mi aveva chiesto dell'acqua. Non era vero che lui non era fra i passeggeri che io avrei dovuto servire, semplicemente avevo pregato la mia collega che se lui avesse avuto bisogno di aiuto ci fosse andata sempre lei. Destiny, però, l'aveva capito e aveva architettato un piano tutto suo affinché io fossi l'unica hostess libera quando ad un tratto a chiamarmi fu Keiji, al fianco del fratello. Mi sentivo sprofondare.

-peccato- commentò dispiaciuta mia sorella. Lo era davvero tanto e ciò mi sorprese. -già e... Zowie tornerò fra tre giorni, prenderò qualcosa per i miei nipotini e per te e Luke- sviai l'argomento. -non ti disturbare, goditi il soggiorno in Giappone- si lamentò subito lei. -figurati, ora ti saluto e come direbbe un giapponese kon'nichiwa- sentii la su risata dall'altro capo del telefono e dopo un ultimo saluto definitivo chiusi la chiamata.

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Stavo cercando di comunicare con la commessa da venti minuti. Non era difficile da capire quello che volevo, due orsacchiotti di peluches uno azzurro e uno rosa. Frase semplice da capire, anche per un bimbo che non è americano. -due orsacchiotti- dissi lentamente. Mi ero premurata di indicare l'oggetto interessato e anche di fare segno con le dita di quello che volevo. Però, la donna sembra a non capire.

-Josei wa ni tedibea, ichi pinku to burū no ta no o nozonde imasu- un brivido lungo la schiena mi fece irrigidire. Non ero riuscita a capire nulla della frase che avevo appena sentito, ma il proprietario della voce lo avevo riconosciuto perfettamente. Quando mi voltai come sospettavo vidi Eisuke. -la commessa sa benissimo l'inglese, solo si prendeva gioco del tuo non comprendere il giapponese tutto qui- spiegò lanciando un occhiataccia alla donna dietro di me. Istintivamente mi voltai anche io a guardarla e provai un forte istinto omicida. Mi aveva fatto perdere tempo sino adesso per divertirsi. Per fortuna ora non mi stava più prendendo in giro. Eisuke era vicino a me, perciò la donna sapeva che se avesse fatto la furba lui mi avrebbe avvertita.

-per Kevin e Kelly?- mi chiese Eisuke mentre uscivamo dal negozio con i miei due piccoli acquisti. -si- avrei voluto instaurare una conversazione meno imbarazzante, ma era difficile dato che non ci vedevamo da parecchi mesi. Dopo la mia risposta era calato il silenzio e avevamo continuato a camminare uno vicino all'altro. -mi sai consigliare qualcosa che potrei prendere per mia sorella e Luke- buttai li intanto che stavamo sfilando davanti a diversi tipi di negozi. Dagli alimentari, vestiario, antiquariato a botanica. -Poco distante da qui c'è un negozio di souvenir. Ci sono tanti Maneki Neko che sono i gatti portafortuna, quelli che muovono una zampa... poi ci sono ventagli e bachette giapponesi con decorazioni per lo più floreali e i furin che sono quelle piccole ampolle di vetro con al centro un pendolo che col vento tintinna- finì di spiegarmi tutto una volta che eravamo già dentro davanti al negozio. Passai davanti agli scaffali e riconobbi gli oggetti che mi aveva elencato. Sia Luke che mia sorella non impazziscono per i gatti perciò il Maneki Neko lo escludo subito. I furin sono un po' troppo... fragili, nonostante verrà imballato bene, in famiglia sono nota per esser riuscita a rompere un vaso da seduta e non mi va di sfidare così tanto la sorte. Mi sono rimasti solo più le bacchette ed i ventagli, sono molto carini e non da sottovalutare. -ho deciso!- dissi risoluta appoggiandomi le mani sui fianchi. Eisuke mi guardò leggermente incuriosito, con anche un accenno di sorriso sulle labbra. -a Luke piace il sushi perciò in modo del tutto simbolico gli comprerò le bacchette, mia sorella invece... lei... sono sicura che un ventaglio decorato le piacerà- decisi convinta delle mie scelte. Scelsi il ventaglio viola dato che è il suo colore preferito, mentre per le bacchette optai per un verde. Se non ricordo male Luke una volta aveva detto di amare quel colore per il suo significato di speranza. -non fa una piega il tuo ragionamento- mi canzonò Eisuke. In risposta mi venne spontaneo fargli una smorfia da finta offesa. Di colpo però mi persi nei suoi occhi ed ebbi com un tuffo a sei mesi prima. Le sue ultime parole riaffiorarono vivide bella mia mente e mi morsi il labbro dubbiosa.

Priva del coraggio di cui proprio adesso necessitavo disperatamente spostai lo sguardo altrove. Mi vergognavo da sola della figura che stavo facendo. Attesi impacciata il mio turno alla cassa e quando ci trovammo fuori dal negozietto rimasi qualche passo più indietro rispetto ad Eisuke. Se ne accorse quasi subito, infatti si voltò a fissarmi preoccupato. -qualcosa non va?- chiese premuroso. Scossi il capo appena, poi tornai a tormentarmi il labbro, di nuovo. -aspetti ancora quel caffè?-

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