Capitolo 3

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Grace ed Allison si ritrovarono a passeggiare in riva al lago in compagnia dei loro figli. I raggi del sole erano caldi e penetranti anche in quelle giornate fresche, il venticello increspava le acque del lago facendo arrivare a riva piccole onde. Ormai le allegre famiglie se ne erano andate lasciando spazio a una bellissima quiete, qualche persona era seduta sulla panchina a leggere un libro, altri a fare jogging e altri ancora a pescare. Quel posto doveva essere sicuramente il paradiso terrestre e lei lo amava.

Sam e Bryan si divertivano a far scappare le anatre e tirare sassi nel lago, disturbando la quiete dei pescatori, lasciando le loro madri indietro di qualche metro.

<<Sam accidenti! Vuoi sentire le imprecazioni di quei benedetti uomini? Sei grande, dai un buon esempio a Bryan!>> urlò Allison rossa di rabbia.

<<Allison ha ragione! Non si disturbano gli animali né tanto meno le persone. Volete essere rimproverati da degli sconosciuti?>>

<<No!>> risposerò in coro i due bambini.

<<Mi comporterò bene e darò il buon esempio a Bryan...>> rispose Sam pentito.

Sam era più grande di Bryan di tre anni. Allison rimase incinta presto rispetto a Grace ma loro due si conobbero dal pediatra, entrambi i piccoli erano ammalati e questa circostanza portò le due mamme a frequentarsi.

Sam era un bimbo tranquillo, nonostante vivesse una situazione simile a quella di Bryan, ovvero crescere senza un padre. Il padre di Sam era vivo e poteva rimediare ai suoi errori mentre Bryan era destinato a crescere senza una figura maschile al suo fianco. Insieme però erano dei vulcani in eruzione, come la maggior parte dei bambini.

Grace era davvero felice che suo figlio crescesse come un normale bambino ed Allison pensava lo stesso del suo. Questo le accumunava e aveva portato loro a stringere un legame indissolubile.

<<Senti Grace, ti chiedo davvero scusa per quello che ho detto prima... Io non volevo offenderti.>>

<<Non mi hai offesa, anzi mi hai fatto riflettere. Penso a Jared e alla sua opinione, credo che ne sarebbe felice, guardandoci da lassù. Però non sono pronta, stare con un uomo diverso da mio marito, ricercare l' amore vero.. E se fosse una delusione? E se Bryan si affeziona a questa persona e lo delude?>>

<<Hai ragione, sono stata precipitosa. Penso la stessa cosa. Non voglio far soffrire Sam. Se soffro io, non importa, ci sono abituata.. ma se devo vedere mio figlio, no, non risponderei di me.>> disse Allison spostando la ghiaia con un piede.

<<Voglio solo la felicità. La vita è stata ingiusta con noi!>>

Grace scoppiò in lacrime. Era da tanto che non lo faceva, non si poteva mostrare debole agli occhi di tutti, dopodiché si sentì sollevata. Allison l' abbracciò..

<<Oh tesoro, così fai piangere anche me!>>

<<Tranquilla, è tutto passato...>> Grace abbozzò un sorriso.

<<Al momento è passato, ma dopo? Dopo ricomincerai a piangere di nascosto da Bryan, giusto?>>

Grace annuì debolmente, guardandosi attorno,cercando suo figlio, era lontano al punto giunto per non sentirle. Quella conversazione doveva essere privata e non giungere alle orecchie dei due bambini.

<<E' vero, non voglio mostrarmi debole davanti a lui e davanti a tutti. Voglio rimanere sola con il mio dolore, voglio essere in compagnia quando c'è un clima di felicità.>>

<<La cruda e dura realtà. Lo viviamo entrambe ma in modo diverso... Ora silenzio, arrivano Sam e Bryan di corsa!>>

I due bambini arrivarono con delle piume d'uccello in mano.

<< Cosa avete combinato teppistelli?>> domandò Grace.

<<Nulla mamma, abbiamo trovato queste piume laggiù...>> disse Bryan indicando un punto impreciso, << Perché piangi?>>

Grace sgranò gli occhi ,poi spostò lo sguardo su Allison in cerca di aiuto e restò a bocca aperta...

<<Mi è entrato qualcosa nell'occhio e brucia un pochino.>>

Grace si stropicciò l'occhio facendo finta che fosse quello il motivo.

<<Bene, ora Grace è guarita. Parlando, non ci siamo accorti che ormai è ora di cena. Andiamo a prendere posto?>> disse Allison smorzando la situazione.

Grace la ringraziò mentalmente. Se non c'era lei non sapeva che scusa inventarsi dato che le aveva usate tutte in circostanze uguali.

Entrarono nel ristorante, trovarono posto ad un tavolo vicino alla finestra che dava un'immensa vista del lago, con le acque infuocate dai riflessi dei raggi del sole ormai in procinto di tramontare definitivamente. La sala era enorme ma solo poche persone erano rimaste a cenare e perciò c'era un clima sereno. Ordinarono il menù della serata e dopo un' ora uscirono dall' accogliente ristorante con la pancia piena.

Il cielo era completamente sereno e buio tanto che si vedevano tantissime stelle. Ora era la luna, alta e brillante, che si rispecchiava nelle acque del lago.

Domani sarebbe stato un altro giorno ma Grace prima di iniziarlo doveva pensare una cosa per lei importante.

Non sei più solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora