Capitolo 22

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Non portava rancore verso suo figlio, era un bambino ancora anche se molto maturo per la sua giovane età. Aveva compreso il discorso e non aveva tollerato questa cosa, infondo era comprensibile, non conosceva lui né aveva avuto mai un rapporto padre – figlio.

Si sentiva frustrata dalla vita, quello sì e anche parecchio.
Gli ostacoli erano come degli scogli, lei pronta a scavalcarli ma uno tsunami la travolgeva, facendola affogare e successivamente annaspare.

La morte di Jared l'aveva seppellita insieme a lui e proprio quando aveva deciso di tirare fuori le unghie per scavare, la vita l'aveva trascinata nelle sue viscere.

Non aveva nemmeno voglia di piangere, ormai ci aveva fatto il callo. Voleva solo rimettere a posto il rapporto con Bryan ma temeva in un suo rifiuto, non sapeva nemmeno dov'era nascosto in quella dannata casa.

Avrebbe aspettato qualche minuto per calmarsi lei per prima e per far riflettere il bambino sulle parole che aveva pronunciato.

Di rimuginare non era il caso e così optò per darsi da fare in cucina con la torta al cioccolato per Bryan, almeno mettere le mani in pasta l'avrebbe distratta per una parte del tempo.

Uscì fuori dalla cameretta e andò in cucina, ma del piccolo nemmeno l'ombra, forse si era rinchiuso dentro al bagno.

Grace prese due buste di preparato per torte dalla dispensa e le versò nella tortiera, imburrandola per prima cosa, accese il forno e attese finché non fu abbastanza caldo. Mise la tortiera dentro, impostò il timer e udì dei piccoli passi entrare in cucina.

Immediatamente si scontrò con lo sguardo in quello di Bryan, arrossato per via delle lacrime. Con la manina si stropicciava gli occhi come per cancellare il dolore e la rabbia che provava, anche se sembrava più disteso con l'espressione.

<<Ti devo delle scuse mamma!>>

Prima che potesse dire altro Grace lo abbracciò così forte che il bambino si mise a protestare, agitandosi con braccia e gambe.

<<Ti perdono Bryan, anzi sei tu che devi scusare me, per le bugie, per tutto. Sono stata una stupida.>>

<<Smettila mamma.>> sbottò irritato, <<fammi parlare!>>

<<Certo, dimmi pure. Ti ascolto Bryan.>> disse Grace indicando una sedia, invitandolo a mettersi comodo.

<<Ho sbagliato a dire quelle cose. Ora, mi stai preparando la torta al cioccolato?>>

<<Sì, l'ho infornata da pochi minuti. Quindi tu saresti d'accordo per conoscere questo Ethan, in futuro?>>

<<Già. Ho sbagliato a mandarvi al diavolo. Non si dice!>>

<<Esatto, non si dice ma tu eri arrabbiato ed è comprensibile. Per me Jared rimarrà il mio primo amore, oltre a te. Ethan è solo un amico.>>

Bryan annuì e Grace pulì l'isola della cucina, per guarnire la torta una volta pronta e mangiarla non appena si fosse raffreddata.

Il drin del timer suonò e Grace infilò il guantone nel forno.
Lasciò raffreddare la torta, mise la panna montata che aveva preparato sul momento, nella sac a poche e scrisse tre nomi: Grace, Jared, Bryan e un cuore che li comprendeva insieme. Tagliò due grandi fette di torta, vedeva Bryan con l'acquolina in bocca e sinceramente anche lei non resisteva a quell'invitante vista, le mise nei piatti e Bryan sorrise. Almeno il dolce poteva alleggerire i loro animi.

Ora Grace aveva la certezza che nulla di male potesse accadere, guardando suo figlio mangiare felicemente la torta.

***
Il volto di sua madre, Catherine, era segnato dall'età ma era rimasta elegante e fresca come una rosa, non aveva mai perso l'abitudine di truccarsi e di sistemarsi ogni giorno.

Negli ultimi tempi non vedeva i suoi genitori molto spesso ma quello era un buon pretesto per rivederli.

Suo padre Bruce teneva il suo unico e caro nipote in braccio ed erano felici come una Pasqua.
Bryan lo considerava un padre e il nonno come il figlio che non aveva mai avuto, soprattutto nei primi tempi dove Grace necessitava di aiuto ma anche ora. Era bello vedere il loro rapporto così affiatato, con i suoi nonni paterni non era così purtroppo.

<<Dunque ora vado a casa. Vi lascio in compagnia del mio piccolino.>> Grace posò la tazzina sul tavolo, si avvicinò a suo padre e prese in braccio suo figlio.

<<Fai il bravo con i nonni e non li fare stancare troppo.>> si raccomandò lei.

<<D'accordo, salutami Ethan.>> sussurrò piano Bryan.

Grace sorrise, complice di quel piccolo segreto, scoccò un bacio al bambino e salutò i suoi genitori.

Prese la sua auto, che ultimamente dava segni di cedimento da un momento all'altro e raggiunse casa sua. Era per quello che doveva incontrarsi con Ethan, almeno poteva dare un parere sulla macchina e aiutarla in caso di emergenza, dato che il motivo del guasto non si sapeva.

Appena imboccò il vialetto vide una Mercedes parcheggiata ed Ethan appoggiato allo sportello.

Lo trovava così sexy in tuta perché i suoi muscoli del suo corpo erano messi in risalto e aveva un aspetto molto semplice.

<<Scusami il ritardo Ethan. Spero di non averti fatto attendere troppo...>> Grace si avvicinò a lui che immediatamente sorrise.

<<No assolutamente, sono io in anticipo. Volevo vederti il prima possibile e dare insieme un'occhiata alle tua auto. Non fa un bel rumore.>>

<<Oh non mi sono accorta. Vieni, entriamo nel garage e cerchiamo il motivo.>>

Grace sistemò il veicolo dentro il garage ed Ethan prese alcuni attrezzi dalla sua.

<<Proviamo a controllare qua sotto. Sembra provenire da qui..>>

Ethan si stese sotto e la maglietta si sollevò, lasciando intravedere un lembo di pelle, che si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro.

<<Da quando hai passione nel riparare auto?>> chiese lei.

<<Fin da bambino ma è diventato un hobby da qualche anno. Lo faccio solo per amici e solo se il problema è una cosa semplice.>>

<<Temo che qui il problema sia grave.>> replicò lei.

<<Sai credo di sì, temo sia più di uno. Per prima cosa hai un chiodo enorme conficcato nella ruota posteriore sinistra. Non so come hai fatto a circolare così.>> ridacchiò Ethan.

<<Oh cavolo, non ho trovato problemi alla guida. Che strano.>>

Grace ridacchiò a sua volta, si spostò di lato per permettere ad Ethan di uscire fuori.

<<Devi assolutamente andare da un meccanico di fiducia. Ti ripara i danni e il gioco è fatto.>>

Grace annuì e si sistemò un ciuffo ribelle dietro l'orecchio e notò che Ethan la guardava meravigliato.

<<Lo sai che sei bellissima ?!>> disse tutto d'un tratto.

Ethan si avvicinò pericolosamente al viso di lei. Poteva sentire nitidamente il calore che il suo corpo emanava e una strana elettricità tra di essi.
Quella vicinanza le dava un colorito roseo sulle gote e capì il motivo.

Alzò lo sguardo all'altezza di quello di Ethan, lo sostenne e finalmente glielo lasciò fare. Lui si avvicinò ancora di più, tanto da sentire il suo respiro sulle labbra, la strinse a sé e la baciò facendo aderire le labbra perfettamente. Grace si abbandonò a sé stessa, venendo cullata dolcemente tra le braccia di lui.

Si staccarono e si guardarono compiaciuti ed eccitati per quello che era appena successo, senza bisogno di parole...

Non sei più solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora