Capitolo 14

307 40 29
                                    

Quella mattina Grace era consapevole di essere diversa.
Un diverso piacevole, uno di quelli che fanno venire il buonumore per tutta la giornata. Sentiva che qualcosa di piacevole stava per succederle, tuttavia non sapeva cosa, né quando e neppure con chi ma la sensazione che provava dentro di lei era positiva. Non sapeva se era felicità, dato che non la provava da molti anni ormai... Non sapeva più com'era ma voleva accantonare quel pensiero per un po'.

Svegliarsi di buon umore era una cosa assai rara per lei o forse per ogni abitante di questo pianeta.

Nello stomaco sentiva uno strano sfarfallio che lei reputava tipico della felicità e non dell'innamoramento, come molti potevano dedurre.
Era molto presto parlare di amore e soprattutto era assurdo pensarlo.

Non era una quindicenne, pensò, questa volta con il sorriso.

"Buongiorno Allison, ho fatto ciò che mi avevi consigliato. Ho salvato il numero di Ethan ma prima avevo gettato il biglietto nell'immondizia. Ci ho pensato per tuta la notte e alla fine ho deciso."

Grace premette invio e la risposta della sua più cara amica non tardò ad arrivare. Appoggiata contro l'isola della cucina, Grace aprì frettolosamente la notifica dell' sms.

"Grandioso! E ora che aspetti a mandargli un messaggino?"

Attese qualche minuto prima di rispondere, preparando le stoviglie per la colazione.

"Non voglio fare il passo più lungo della gamba. Non credi sia prematuro? Comunque ora ti lascio, ti farò sapere presto. Baci."

Non ricevendo più risposta dalla sua più cara amica, Grace andò a svegliare il piccolo Bryan.

Scostò la tendina e guardò fuori​ dalla finestra, la neve caduta ieri era una poltiglia marroncina ormai prossima allo scioglimento. Anche questa volta suo figlio avrebbe dovuto attendere una nevicata più consistente per creare il suo pupazzo.

<<Buongiorno mamma. C'è molta neve?>> disse Bryan schizzando fuori dal letto e dirigendosi a grandi passi verso la finestra, la sua espressione assunse una smorfia di tristezza.

<<No tesoro. Si è sciolta già tutta.>>

<<Uffa! Io non voglio andare a scuola!! Io sono bravo ma sono stufo di fare compiti ogni giorno.>> sbuffò Bryan.

<<Ancora con questa storia?!? Quando lavorerai che farai,eh? Bisogna essere responsabili Bryan, io ti ho insegnato la cosa migliore, se sento ancora queste lagne da oggi stesso sarai in punizione. Ora forza, fai ciò che devi!>> lo rimproverò.

Il bambino fece spallucce, consapevole di essere in torto e non replicò.

Bryan era bravo, se lo ripeteva sempre ma a volte, come quella, si alzava con la luna storta. A volte pretendeva, come ogni bambino del mondo, un qualcosa che non poteva sempre avere. Grace sapeva come fare, bisognava metterlo alle strette e dopodiché lui smetteva con le lamentele.

<<Visto mamma? Non ho sbagliato a mettere le scarpe al contrario come l'altro giorno.>>

<<Bravo, visto che se quando vuoi lo sei ancora di più?>>

Bryan annuì soddisfatto e preparò la cartella, infilando pile di libri e quaderni. Grace intanto preparò una tazza di cereali per il bambino e il caffè per lei.

<<Oh guarda! È arrivato lo scuolabus. Presto corri Bryan!>>
Grace ingurgitò velocemente la sua colazione e corse verso la porta, seguita dal piccolo Bryan. Si era totalmente dimenticata dell'orario in cui l'autobus si fermava davanti a casa, stranamente non era solita a scambiare confidenze con Allison per messaggio, perciò forse si era un po' rallentata per quel motivo.

<<A dopo mamma.>>
Bryan salutò dagli scalini dell'autobus, schioccando un bacio veloce alla sua mamma.

<<Buona giornata.>> Grace salutò con la mano, come di consuetudine vide il pullmino giallo sparire all'orizzonte e rientrò in casa.

Dopo aver sistemato tutto prese la sua auto e si avviò al lavoro, diverse macchine erano parcheggiate vicino al supermercato.

Grace entrò come era solita fare, salutando Cynthia alla cassa e Laurent al reparto ortofrutta.

Cynthia era una donna di circa quarantacinque anni, paffuta ma molto simpatica. Aveva i capelli scuri e gli occhi neri come la pece, sembrava una graziosa matrioska, per via del suo fisico un pochino rotondeggiante. Pensava che sotto costudisse altre Cynthia, in formato bambolina russa, sogghignò al pensiero che aveva appena formulato.

Laurent, invece era un trentenne omosessuale, da poco assunto da Debra. Cambiava look ogni mese ed era eccentrico, un po' come Allison ma in versione maschile. In quel momento portava delle lenti a contatto azzurre, mentre di solito la sua tonalità naturale delle sue iridi, è marrone scuro. Aveva i capelli biondo tinto ed era intuibile capire che gli piaceva il genere maschile, già dal modo di porsi.

<<Ehi tesoruccio! Come va? Fatti dare un bacino!>>Laurent si avvicinò e la baciò come era solito fare. Era una persona molto gentile e avevano legato molto, si fidava di lui anche se lavorava da poco lì dentro.

<<Bene Laurent e tu?>>

<<Mmm sì dai. Cerco un bel pezzo di manzo con cui divertirmi! Uuuuh prima che mi dimentichi, Debra vuole fare un party di lavoro. Non è super mega top?>> urlacchiò il giovane.

<<Che diamine le salta in mente? Siamo solo in sette qui dentro!>>

<<Inviterà fornitori, cose così... Carne fresca!>> gesticolò Laurent.

<<Vado subito a sentire...>>

Con rapide falcate, Grace arrivò spedita nell'ufficio di Debra.

<<Buongiorno Debra. Laurent mi ha appena accennato...>>

Debra la interruppe, <<Sensazionale vero? Inviteremo Ethan, Tony il fornaio, Cristine l'amministratrice legale, insomma è una grande famiglia e ci stiamo ampliando sempre di più...>>

<<Sì... ma quando?>> balbettò Grace.

<<Questo sabato! Stilo la lista e prenoto al ristorante.>>

<<D'accordo>> rispose Grace pensierosa per la buona riuscita della festa in così breve tempo.

Era felice, allo stesso tempo però allo stesso tempo un po' titubante, non sapeva come gestire le emozioni. Di certe però anche Ethan avrebbe partecipato e questo la emozionava un po'.

Non sei più solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora