Capitolo 10

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"Sei sicura di voler stare qui?"

Giulia girava per il piccolo appartamento mentre reggeva a malapena una scatola di cartone.
Dalla famosa "intervista della verità", come avevo deciso di soprannominarla, le giornate trascorrevano freneticamente. Alternavo lavoro, correzione delle bozze, interviste e quant'altro. Ad incasinarle ancora di più fu la mia decisione di prendere in affitto un monolocale per trascorrere in tranquillità questi pochi mesi. Di restare nella mia vecchia casa, con mamma che si presentava un giorno no e tre si, non se ne parlava proprio. Così, senza pensarci due volte, avevo preso in considerazione la proposta di un'amica di Valeria.

"Giù non iniziare di nuovo, ti prego"

Non potevo negare il fatto che mi dispiaceva non poter trascorrere ogni momento con la mia sorellina, ma lei meglio di chiunque altro sapeva quanto giusta e motivata fosse la mia decisione.

"Questa invece dove va?"

Valeria apparve sulla soglia della cucina con una pianta di tulipani tra le mani.
Posizionai bene il piccolo quadretto che rappresentava il colosseo e soddisfatta corsi in suo aiuto.
Anche lei, così come Giulia, passava a darmi una mano ogni volta che aveva un momento libero, cosa non facile dato che il suo capo era un vero tiranno.
Mai quanto Marco, pensai.

"Come procede con Mengoni?"

Mi leggevano nel pensiero, non c'era altra spiegazione.
Continuai a posizionare con cautela i piatti nel portastoviglie dando loro le spalle.

"Il solito rompicoglioni, nessuna novità"

Noncurante sorpassai entrambe dirigendomi verso il putiferio di roba sparsa per il mini salotto, facendo attenzione a non inciampare. Ci mancava solo qualche ossa rotta.

Continuammo a render presentabile quel posto per tutto il pomeriggio, tra chiacchiere e musica che pompava a tutto volume dal nuovo stereo.
Fuori era quasi buio quando esauste ci buttammo sul divano in pelle bordeaux a goderci un buon bicchiere di vino.

"Quasi quasi preferisco un giorno di lavoro" Rise Valeria sorseggiando dal suo calice.

Le feci una linguaccia e l'occhio mi cadde involontariamente sul telefono che mi si trovava accanto.
Quattro chiamate perse da Marta.
Bevvì l'ultimo sorso di vino e composi il suo numero mentre mi dirigevo nel piccolo balcone fuori casa.
Che cosa doveva dirmi di così urgente?
Dopo due squilli la voce di Marta arrivò dritta ai miei timpani.

"Hele finalmente, provo a chiamarti da più di un'ora! Ho bisogno di te. Mi odierai ne sono sicura, anzi sicurissima, ma nessuno era disponibile e quindi ho pensato che l'unica potessi essere tu"

Una raffica di parole mi investì totalmente. Non riuscendo a capire di cosa diavolo stesse parlando interruppì il suo monologo.

"Marta, respira e dimmi cosa sta succedendo"

"Marco ha la febbre. Sono qui con lui dalle due di questo pomeriggio e la situazione sembra non migliorare."

Il suo tono di voce si abbassò notevolmente, di sicuro era tornata in camera da lui a controllare come stesse.

"Ed io in che modo potrei esserti utile?"

Un piccolo, piccolissimo tarlo iniziò a farsi largo dentro di me urlandomi in anticipo ciò che di lì a poco avrei sentito con le mie orecchie. Lo scacciai malamente, convinta che non mi avrebbe mai chiesto nulla di simile.

"Tra meno di un'ora ho un incontro importantissimo per discutere a proposito delle tappe del tour e non posso lasciarlo solo in queste condizioni. Ho provato a chiamare Davide e il resto della troup ma nessuno è disponibile adesso, quindi mi chiedevo se..."

"Vieni qua e conta i miei respiri." || Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora