-Ma sei matta? Chiudi questa maledetta tenda-
Afferrai di scatto il cuscino alla mia destra schiacciandolo contro il viso per impedire alla luce del sole di accecarmi.
-Col cavolo. Hai tre secondi per alzarti da questo letto.-
Ho già detto quanto sia insopportabile mia sorella?
Dovevo essere ubriaca marcia la sera in cui le ho consegnato le doppie chiavi di questo appartamento.
Ignorandola, mi rigirai malamente tra le lenzuola nella speranza che mi lasciasse in pace.-Tre-
Possibile che in ciò che, da qualche settimana, consideravo ormai casa mia non fossi più libera di decidere cosa fare?
-Due-
Ok, magari ultimanente stavo un po' esagerando. Avevo passato tutto il fine settimana in casa a guardare ridicoli film su Sky e ad ingozzarmi come un maiale, evitando accuratamente mia sorella, Valeria e Marta.
Avevano organizzato una cena tra donne in un ristorante vicino casa alla quale non avevo partecipato fingendo di essere già impegnata con amici di vecchia data.
Piccola bugia salva vita.
Nell'architettare il mio fantastico piano però tralasciai un piccolo, piccolissimo dettaglio: Giulia aveva una copia delle chiavi di casa.
Così quel sabato sera le ritrovai sulla soglia di camera mia confuse e preoccupate nel vedermi sommersa da strati di coperte e pop corn.-Uno-
Uno scricchiolio del parquet seguito da uno sbuffo.
Ignorarla da piccola portava spesso a buoni risultati: metteva il broncio per qualche minuto, sbatteva un piede e a terra e poi correva via dalla mia camera.-Non dire che non ti avevo avvisato-
Prima ancora che potessi realizzare le sue ultime parole, mi ritrovai con il sedere a terra e un groviglio di lenzuola tra le gambe.
Forse ignorarla non era stata la scelta migliore ma ciò non le dava di certo il permesso di catapultarmi giù dal letto come un sacco di patate.
Massaggiai la parte del fondoschiena dolorante fulminandola con lo sguardo.-Fai una doccia e chiama Marta se non vuoi essere licenziata-
O potrei benissimo licenziarmi io, pensai.
Dopo avermi sorpreso in casa con addosso una vestaglia rosa antico degna dei migliori film d'epoca e sull'orlo di una crisi di nervi, avevo raccontato alle ragazze ciò che stava succedendo.
Dal bacio chiusi in un bagno pubblico alla proposta folle di Marco.
Tutto, senza escludere nulla.
Mia sorella e Valeria sul bordo del letto mi fissavano alternando sguardi confusi e stupiti, mentre Marta, rossa dalla rabbia, girovagava per la stanza come un leone in gabbia.
Se non l'avessi pregata con tutte le mie forze, probabilmente Marco adesso avrebbe un occhio nero con cui dover fare i conti.-A mettere ordine qui ci penso io, anche se dubito che il tuo letto possa tornare in condizioni normali: ha la forma del tuo culo ormai.-
Mettendomi quasi a fatica in piedi, le feci il terzo dito accompagnato da uno dei miei migliori sorrisi.
Dovevo essere davvero ubriaca.
Non c'è altra spiegazione.L'ufficio di Marta era senza dubbio la zona più bella di tutto l'edificio.
Le pareti erano state accuratamente rivestite con una semplice carta da parati gialla intonata alle tendine da sole che avevamo scelto e comprato insieme qualche giorno prima, durante una delle nostre pause pranzo. Il centro della stanza era invece occupato da un piccolo pouf arancione e una scrivania in legno chiaro colma di cianfrusaglie e cornici.
Ma ciò che più mi faceva impazzire erano i vasi sparsi ovunque: sulle mensole, sulla scrivania, sul davanzale. Trovarsi lì dava quasi l'impressione di essere in un giardino al coperto.
Tutto di quella stanza rispecchiava lei.
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"Vieni qua e conta i miei respiri." || Marco Mengoni
Fanfiction"Concedimi una settimana di prova." Ultimo tentativo. Tanto valeva giocarsi il tutto e per tutto. Non so esattamente quanto tempo trascorse da quella mia frase. Secondi, minuti o forse ore. So solo che ad un tratto alzandosi e sorpassandomi senza de...