31 Capitolo: L'inaspettato❤

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Mi svegliai diverse fermate prima del nostro arrivo. Mi stiracchiai e sorrisi guardando John e Azzurra. Lei era appoggiata su di lui e dormiva beatamente. Lui la guardava come se non ci fosse nulla di più bello al mondo. Era la cosa più dolce che avessi mai visto.
Mi dispiaceva distrarli così guardai fuori dal finestrino e iniziai a sognare ad occhi aperti l'incontro con il mio Andrè.

Camminavo per Milano, tra le sue vie sconosciute, in fretta. Volevo ritrovare la casa di Andrè. Volevo ritrovare lui. Camminavo,ma non abbastanza in fretta per arrivarci subito. E poi alla fine eccola lì. La sua casa si ergeva magnifica a pochi metri da me. Allora correvo per raggiungerla e la raggiungevo proprio nel momento stesso in cui Andrè ne usciva, scontrandoci. Gli cadevo tra le braccia e lui raggiante e felice come me, mi stringeva. Annusavo il suo profumo e mi perdevo nei suoi occhi. E poi eccolo lì. Il bacio che entrambi desideravamo. Le sue labbra sulle mie e..
"Amore?" non era la voce di Andrè, ma di Azzurra che interrompeva il mio sogno ad occhi aperti proprio sul più bello.
"Dimmi!" le risposi un po' triste.
"Manca una fermata..tra poco dobbiamo scendere."
"Certo amore." cercai di sorridere. Doveva averla svegliata John,ma non me ne ero minimamente accorta.
"Che c'è che non va amore?"
"Niente tranquilla va tutto bene!" sorrisi. O almeno ci provai. Di nuovo.
"Non è vero,amo,ti conosco!"
"Va bene. E' che voglio riabbracciare Andrè, mi hai interrotto mentre sognavo un suo bacio."
"Amore" disse "tra poco lo rivedrai" sorridemmo entrambe.
"Stai bene?" mi chiese John poco prima che il treno si fermasse.
"Mai stata meglio." risposi. E poco dopo eravamo già a terra. Quell'ultima fermata era durata un eternità. Mi guardai intorno per imprimermi ogni minimo particolare di quella stazione che mi era così familiare. Feci qualche passo,ma mi immobilizzai. Purtroppo anche qualcosa'altro era fin troppo familiare da farmi scorrere un brivido freddo lungo la schiena. Proprio come quella sera,i suoi occhi,che mai avevo dimenticato e che,ancora mi perseguitavano durante il sonno, erano fissi nei miei. Cercai di guardarla freddamente, ma i miei,su di lei non sortirono nessun effetto. All'improvviso si girò e se ne andò. John e Azzurra non si erano accorti di nulla perché intenti a recuperare le nostre valigie. Io,invece,stavo subendo il freddo derivato da quell'incontro. Già lo sapevo,anche se non volevo ammetterlo con me stessa,che non sarebbe finita qui. Avrebbe continuato a tormentarmi. Si sarebbe mai stancata? Eppure non credevo possibile che Anne fosse il tipo di persona che si arrendesse facilmente. Non lo era. Persa nei miei pensieri non mi accorsi subito che le braccia e le mani di Azzurra avessero iniziato a guidarmi verso l'uscita. Prendemmo un taxi e diedi all'autista il nome dell'indirizzo di Alexis. Purtroppo non avevo vissuto abbastanza da André per potermi ricordare la via in cui abitava. Appoggiai la testa sulla spalla di Azzurra e,senza nemmeno rendermene conto, mi addormentai.

Quando mi svegliai,la prima cosa che notai è che,invece del taxi,erano una camera piuttosto graziosa. Le pareti erano di un candido color pesca con le strisce di color panna nella parte alta, al centro di essa vi era, invece,  il letto su cui fino a qualche istante prima ero comodamente assopita. Quest'ultimo aveva delle coperte morbide negli stessi toni delle pareti e le tende, anch'esse color panna, impedivano ai miei occhi di poter guardare cosa ci fosse al di fuori di quelle quattro mura. Ai lati del letto e ai piedi di esso, a distanza di un metro, vi erano dei bellissimi comodini bianchi intagliati a mano e un comò che si intonava perfettamente a tutto ciò che vi era interno di quella stanza. E ogni volta che spostavo lo sguardo,  mi rendevo perfettamente conto di trovarmi nella stanza di Alexis. Come avrei potuta dimenticarla, anche se ero stata via a lungo? Mi diedi un pizzicotto leggero sul mio braccio destro per accettarmi che fosse tutto vero e che non stavo sognando un altra volta. Il mio cuore, già a pezzi di suo, non l'avrebbe di certo sopportato qualora mi stessi immaginando tutto, ma più il tempo passava più il pizzicotto che mi ero data bruciava e più mi rendevo piacevolmente conto di quello che significava: non ero delirante, non stavo neppure sognando, ma ero tornata finalmente a casa. Mi alzai svelta e uscii di corsa dalla stanza e dopo aver attraversato il breve corridoio, iniziai a scendere cautamente le scale anche se i miei piedi scendevano ogni gradino con la massima impazienza. Non ci misi molto, ma alla fine, quando i miei piedi toccarono l'ultimo gradino e incominciarono a muoversi verso l'ingresso del soggiorno con il mio cuore che palpitava dentro il mio metto come impazzito, fu proprio in quel momento che li vidi. Tutti i miei nuovi amici, Azzurra, Alexis e il bel dottorino, anche se il suo nome era Henry, erano tutti lì. Guardai intorno a loro, ma non v'era minimamente traccia della persona che più di tutte avrei desiderato rivedere.  Dov'era Andrè? Non potevo fare a meno di chiedermelo costantemente mentre con un ultimo passo mi avvicinavo sempre di più a loro.  Al mio ingesso tutti si girarono a guardarmi sorpresi e anche sollevati di vedere che stessi bene. Tutti sorridenti mi vennero incontro. Uno per uno mi abbracciarono e mi diedero il ben tornata, persino per quel perfettino di Lorenzo mi aveva stretto forte. Con molta gentilezza mi informarono che Azzurra  aveva loro raccontato tutto. E che avevano già messo in atto un'altra parte del piano per fermare Anne. Senza dire nulla li guardai sorridendo nel sapere che nonostante tutto mi avrebbero aiutata e sostenuta sempre. Ero contenta di essere tornata, solo lì mi sentivo veramente a casa, ma il mio sorriso poi si spense nel ricordare che di lui non c'era nessuna traccia. Dov'era Andrè? Perché non era lì con loro ad aspettare  il mio risveglio o perché non era accanto a me aspettando che mi risvegliassi? Mi guardavo intorno nervosa, consapevole che non lo avrei comunque trovato, ma non ne potevo fare a meno. Ma lui ugualmente non c'era.

"Amore Andrè non sa che sei qui!" mi aveva detto Alexis. Mi accorsi che mi stavano guardando tutti.

"Perché?" chiesi. Non ne capivo il motivo. "Voglio andare da lui." Aggiunsi. Uscì in fretta dalla stanza diretta alla porta e tutti mi seguirono. Che mi seguissero pure, che problema c'era? Il problema in effetti era che non mi ricordavo da che parte sarei dovuta andare.

"Amore aspetta, lo chiamo così ci raggiungerà lui qui. Non devi affaticarti!" mi aveva suggerito Azzurra, ma non l'avevo ascoltata ed ero uscita comunque di casa, con loro che non mi perdevano un istante o almeno era quello che mi sembrava dagli innumerevoli passi dietro di me.

Ad un tratto le mie migliori amiche mi affiancarono, Alexis da una parte e Azzurra dall'altra, e mi lascai guidare sia da Alexis che dal mio istinto fino a casa sua, ma arrivati lì davanti, l'unica cosa che vidi, fu lui intento a baciare un'altra ragazza.  Non sapevo chi fosse, non sapevo più nulla e per un po' non feci altro che rimanere imbambolata a fissare quella  scena mentre il dolore mi invadeva ad ondate. Non capivo più niente. Sentivo solo le lacrime e il dolore sul mio viso mescolarsi ai forti singhiozzi che non riuscivo più a controllare, così lasciai la loro presa e  scappai via. Via. Via da lì. Da quel posto. Dalla coppia intenta a baciarsi incuranti del resto. Incuranti anche di me. Sentivo che le mie migliori amiche mi inseguivano, ma non riuscivo a fermarmi. Mentre ricordavo quella scena,  quel momento, volevo solo cessare di esistere. Correvo, ma non sapevo dove andare. Mi fermai nella stessa fontana di alcuni giorni prima appena mi ritrovai stanca, ansimante e quasi del tutto senza fiato. Le sentì abbracciarmi e poi più niente. Il dolore era più forte dell'incoscienza. Non volevo capire più niente perciò me ne rimasi lì,  immobile e distrutta tra le loro braccia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 17, 2017 ⏰

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