VI. La storia

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Alla fine le anime gemelle si incontrano poiché hanno lo stesso nascondiglio.

- Robert Brault


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La pioggia continua a scendere dal cielo, senza mai fermarsi.

Il tempio di Zeus è il più maestoso, il più grande. Le colonne contano un'altezza di circa 4 o 5 metri, il pavimento è di marmo, una distesa di marmo bianco, il trono è interamente color oro e le pareti sono attraversate da delle venature blu notte.

Come ogni tempio, davanti ad esso, è posta una statua. Quella di Zeus è diversa dalle altre, che ho avuto l'opportunità di ammirare: l'altezza spaventerebbe qualsiasi persona si trovasse al suo cospetto, il fulmine che tiene in mano è pronto per essere scagliato e lo sguardo è imponente.

Mentre ammiro ciò che mi si presenta davanti la pioggia si calma. I miei capelli sono ancora bagnati, stessa situazione per il vestito, ma sono riuscita a riscaldarmi con una coperta.

Da quando sono qui, cioè da circa un paio d'ore, ho scoperto cose su di me che neanche sapevo: so leggere il greco antico, ho dei poteri che possono controllare i quattro elementi, ma il loro uso errato potrebbe provocare la distruzione dell'Olimpo. Ciò che è stato molto sorprendente, però, è stato scoprire che Alex, il ragazzo del museo, è un dio e che sapeva fin dall'inizio chi ero.

- Eria – lo sento pronunciare alle mie spalle.

- Lasciami sola – rispondo, continuando a guadare fuori.

- Dovrai pur parlarmi prima o poi, siamo immortali. – dice ridendo.

- Non rientra necessariamente nei miei piani – dico amaramente.

Mi volto verso di lui. I suoi occhi azzurri mi fissano, le labbra sottili cercano di formare un sorriso, fallendo miseramente, si avvicina cautamente.

- Posso? – mi chiede gentilmente indicando il pavimento con lo sguardo.

Annuisco leggermente. Si siede accanto a me, il suo braccio sfiora il mio, una scia di brividi percorre il mio corpo.

- Sai, ti ho sempre ammirata – sussurra.

- Ma se non mi conosci neanche! – dico ridendo leggermente, voltandomi verso di lui.

- In realtà, ti conosco – abbassa lo sguardo – anche molto bene, soltanto tu non ti ricordi di me. –

- Racconta – chiedo incuriosita.

- Sono nato nel 1756, sulla terra, ma sull'Olimpo il tempo scorre diversamente. Crescevo lentamente e quando tu sei nata, nel 1993, io ero ancora piccolo. Ma mentre tu crescevi, crescevo anch'io. Qualche volta venivo sulla terra per incontrare Clio, ma la maggior parte delle volte, c'eri anche tu. Non ti ricordi di me per l'incantesimo di Mnemosine. 'Al termine di ogni anno, trascorso sulla terra, tutti i suoi ricordi verranno cancellati'. – il suo sguardo è rivolto verso di me.

- Cosa sai di me? – chiedo impassibile.

- Sei, letteralmente, un genio. Studi materie umanistiche ma, allo stesso tempo, anche scientifiche. Hai un interesse particolare per la chimica e la biologia, di quali segui dei corsi all'università, ugualmente per l'astronomia. Adori la storia, leggere, poter esporre i tuoi lavori, anche se non sei una persona che ama interagire. Non ami i rapporti umani, se non per questioni di lavoro. I tuoi poteri ti permettono di controllare tutti gli elementi naturali e persino la natura, ciò significa che poi parlare con gli animali e...- lo interrompo prima che possa continuare.

- Credimi, stare qui ad ascoltare come descrivi la mia vita è fantastico ma lo sarebbe ancora di più sapere perché hai ucciso quel povero cervo – lo guardo.

- E hai una capacità di cambiare discorso incredibile – ride.

Alzo le sopracciglia e lo guardo con sguardo interrogativo. Che ci trova da ridere?!

- Potevo salvarlo - la mia voce risuona in tutto il tempio.

Sento il sangue ribollire dentro di me, la pelle diventa calda e le mani bruciano come se stessero bruciando dentro il fuoco. Le porto davanti agli occhi, del fuoco sta bruciando nelle mie mani. Un attimo... Cosa?!

- Eria, devi calmarti – il suo sguardo si sposta dalle mie mani al mio viso – Succede quando sei arrabbiata -

La mia espressione credo che sia abbastanza impaurita, il colorito è diventato bianco come il pavimento del tempio.

Alex mi prende i polsi e mi guarda negli occhi.

- Respira profondamente e cerca di calmarti –

Faccio come dice, il fuoco sparisce dalle mie mani.

- Grazie – sospiro. - Non è equo. - Cerco di sdrammatizzare quello che è appena successo.

- Cosa? - Mi chiede stranito, rivolgendo ancor più attenzione su verso di me.

- Tu sai talmente tante cose su di me, mentre io non so niente su di te. -

- Forse un giorno ti dirò qualcosa. Ma credimi, sai molte più cose di quello che credi - volta lo guardo verso l'uscita del tempio e io osservo il suo profilo. Dopo pochi minuti, ma per me sembrano passati interi minuti, sospira e rivolge l'attenzione verso il pavimento. - Ti devo dire un'altra cosa –

- Cosa? Che ho il potere di trasformarmi in strane creature mitologiche? – per la prima volta sto ridendo veramente, da dopo l'incidente non era più successo.

- Zeus ti deve parlare – nella sua voce scorgo un filo di preoccupazione.

- Ed è così grave? –

- Eria, dovrai scendere negli Inferi -





Spazio d'autrice


Salve, belle personcine!!!

Sì, finalmente ho aggiornato. Lo so, lo so, sono due settimane che non aggiorno, ma se non è incasinata non è la mia vita. Però voi siete delle brave persone e mi perdonate, vero? E poi siamo a Natale...

BUON NATALE!!!!!!

Che altro dire? Grazie per le visualizzazioni (e chi se le aspettava?!) <3

Spero che la storia vi piaccia, anche se ho ricambiato copertina...

Ancora auguri, e mi raccomando, mangiate tanto!

Al prossimo capitolo.

-MB

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