7Se guardi il cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore.
- Kahlil Gibran
_______________________________________________
La strada che percorriamo per tornare sulla cima del monte è la stessa che mi ha portato fino alla foresta, soltanto adesso è in salita. Alex cammina accanto me e guarda a terra - il terreno sembra diventato incredibilmente interessante per entrambi -, sta pensando a qualcosa, qualcosa che lo tormenta.
Mi guardo intorno: la notte è scesa imperterrita, ai lati del sentiero piccole candele lo illuminano e ciò fa risaltare ancora di più la bellezza di questo posto.
Penso a ciò che mi ha detto Alex, poco prima di lasciare il tempio di Zeus, io dovrò scendere negli Inferi. La curiosità di saperne il motivo cresce in me, ogni minuto che passa. Per tutto il pomeriggio non ho fatto altro che scoprire, scoprire la mia identità, i miei poteri, suona così strano. Adesso ho bisogno di rilassarmi, di lasciare andare ogni pensiero e svuotare la mia mente.
Senza neanche accorgermene, siamo arrivati al tempio principale, dove si radunano tutti gli dei. Entriamo al suo interno. Tutto è come l'ho lasciato: i troni, le decorazioni. Sul trono al centro è seduto Zeus, lo riconosco. Appena si accorge di noi, ci viene incontro.
- Eria, che bello averti qui – mi sorride – non le hai detto niente, vero? – rivolge lo sguardo ad Alex.
- No signore – scuote dolcemente il capo.
- Bene – sospira.
- Zeus! – una donna entra correndo nella sala, cercando Zeus con lo sguardo.
I capelli neri sono sciolti fino alle spalle, il viso ovale e il naso allungato sono risaltati dai suoi occhi azzurri come il mare. Il vestito bianco le arriva alle caviglie e copre soltanto una spalla. I sandali, color oro, risuonano al contatto con il pavimento. Corre verso di noi e si ferma davanti a Zeus.
- Efesto ti vuole – dice mentre cerca di riprendere fiato.
- Che cosa avrà combinato questa volta?! – alza gli occhi al cielo e si copre il viso con le mani – Alex, dovrai venire anche tu –
Mi volto verso Alex, annuisce e si avvicina al mio orecchio.
- Ci vediamo dopo – mi sussurra, va via, seguendo Zeus.
Nella sala restiamo soltanto io e la donna che è entrata poco fa. Rivolge il suo sguardo a me.
- Credo che tocchi a me raccontarti la tua storia – sospira leggermente – comunque io sono Atena – mi porge cortesemente la mano.
- Eria – gliela stringo.
- Vedo che il mio dono ha fatto effetto – sorride beffarda.
- Che significa? –
- L'intelligenza. Il mio dono. I tuoi poteri si sono sviluppati grazie alla tua intelligenza, alla tua sapienza – si siede sopra uno dei troni e mi fa segno di sedermi su quello accanto.
Poggio la testa allo schienale, faccio un sospiro e cerco di lasciare andare tutta la mia stanchezza.
- Vedi Eria, quando tu sei nata, l'Olimpo era in rovina. I nostri poteri ci stavano distruggendo, non avevamo più controllo su niente. Quando è nato Alexandre, abbiamo riacquisito controllo soltanto sul cielo. Lui ha sostituito Astreo, ormai troppo debole. Ma lui cresceva lentamente, mentre noi stavamo cominciando a riperdere tutto. Una sera, dopo che Artemide aveva ucciso una ninfa, credendola un orso, una delle amanti di Zeus, lui ha deciso di punirla, levandole la verginità eterna, ma Mnemosine le ha tolto tutti i ricordi. – si volta verso di me – Ti starai chiedendo perché i tuoi poteri sono così forti. Alla tua nascita, gli dei, hanno ripreso tutti i loro poteri e, per questo, hai il controllo su tutti gli elementi. Ma questo non è l'unico fattore. Soltanto uno dei tre fratelli può donare, al figlio, il controllo. Perciò significa che...- non riesce a finire la frase.
- Che Ade è mio padre. – queste parole sono uscite dalla mia bocca senza controllo, istintivamente, come se sapessi, in profondo, di aver ragione.
- Come fai a saperlo? – il suo sguardo è sorpreso, quasi scioccato.
- Io non lo so. Io non lo sapevo. – porto le mani al viso e, alzando gli occhiali, lo copro del tutto.
Non voglio piangere, non ne sento il bisogno, vorrei solo sfogarmi.
- Ade ti dirà tutto. Soprattutto i tuoi compiti da Dea – prende i miei polsi e scopre il viso. – Credo che una bella dormita ti farà bene –
Mi accompagna in una stanza di medie dimensioni. Le pareti blu, i teli che ne ricoprono una buona parte sono argento e al centro si trova un materasso, matrimoniale, coperto da lenzuola nere.
- Questa è la stanza di Alexandre, non credo li dispiacerà se dormi con lui. – posa le sue mani sulle mie spalle e la sento ridere.
- Cosa? Dovrei dormire con Alex? – sento le mie guance andare a fuoco, questa volta veramente – è davvero necessario? –
- Altrimenti il pavimento è un'ottima opzione ma credimi, è abbastanza scomodo – dice ridacchiando – tranquilla, non morde –
- Ne sei sicura? – chiedo scherzando.
- No, buonanotte. – esce dalla stanza velocemente.
L'idea di dormire con Alex mi mette a disagio, ma sono troppo stanca per stare a pensarci su. Mi butto sul letto, che si rivela molto comodo per essere un semplice materasso buttato a terra, tolgo gli occhiali e chiudo gli occhi.
Un uomo e una donna. Una freccia viene scoccata. La donna cade a terra, inerme, colpita dalla freccia. L'uomo cade sopra di lei, morto. Mi rendo conto di essere a terra, morta. Adesso riesco a vedere tutto dall'alto, come una stella, o una costellazione.
Mi sveglio di colpo, e mi rendo conto di aver urlato. Le lacrime bagnano le mie guance calde, le asciugo lentamente.
- Che hai?! – Alex è dietro di me, sento la sua preoccupazione.
Porto una mano al petto, cerco di respirare regolarmente. Succede, anche se raramente, che dopo un incubo, non riesca a respirare regolarmente, come se l'aria non arrivasse ai polmoni.
Sento le braccia di Alex stringermi.
- Va tutto bene – continua ripetermi mentre lascio che provi a calmarmi.
STAI LEGGENDO
Inferorum Memoria
FantasyPrimo capitolo della trilogia "Eriae astrum". «Amore, tempo, morte.» E se l'Olimpo esistesse veramente? E se Zeus avesse punito Artemide? E se ogni leggenda diventasse realtà? L'ambiziosa Eria si descrive attraverso la frase "per aspera ad astra";...