Twelth

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Così me ne sono andato

senza pensare.

Non ne ho avuto bisogno.

Loro non avevano bisogno di me

delle mie lacrime

delle mie notti insonni

dei miei costanti attacchi di panico.

Così ho infilato un paio di vestiti in uno zaino

e sono andato via.

E scavalcando il materasso sul quale dormivo,

gettato a terra

accanto a Calum,

non ho sentito nulla.

Passando davanti ai corpi intrecciati di Jodie e Ashton

scomodamente stravaccati sul divano,

non ho sentito rimorso.

Non era casa mia.

Da tempo non mi sento di appartenere a qualcosa,

tanto meno al loro gruppo.

Una volta era diverso,

ma è anche vero che una volta c'eri tu.

Me ne sono andato alle prime luci dell'alba,

li ho lasciati andare con un cielo indeciso

a metà tra un rosa molto chiaro

e l'arancione più acceso che avessi mai visto.

Li ho abbandonati con un cielo di fuoco,

l'aria pesante

e le strade trafficate.

Sono tornato a casa.

Nel piccolo appartamento dove sono cresciuto,

senza dei fratelli,

solo

con i miei genitori 

e le loro assenze.

Mi sono sentito in colpa

suonando il campanello,

quando ormai era troppo tardi.

Guardando negli occhi azzurri di mia madre,

ho dovuto combattere l'istinto di voltarmi

e correre via.

Prima che potessi ripercorrere i miei passi,

le sue braccia mi avevano già avvolto

e stretto contro il suo petto.

Con il viso sepolto nella curva del suo collo

piangevo anche io.

"Il mio bambino"

continuava a ripetere

"Il mio bambino è tornato a casa".

Ma per il modo in cui mi sentivo,

ero sicuro 

me ne sarei andato presto.

-Sempre tuo, Michael

Always Yours, Michael // 5sos (3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora