Il tempo passa
senza che io
possa farci niente.
Anche se non voglio che l'orologio
ticchetti,
le lancette continuano
a muoversi.
Vanno avanti inesorabili,
inarrestabili
e a tutti sembra andar bene così.
Per questo non ho detto nulla
quando mamma è tornata a casa
di venerdì pomeriggio,
con una nuova sveglia
impacchettata nella sua borsa.
L'ho osservata
in silenzio
seduto sul mio letto
mentre mi sorrideva
con gli occhi che le piangevano,
per tutto il tempo
che ha impiegato a posizionarla
sul mio comodino
e farla funzionare.
Non l'ho ringraziata
nonostante il mio cervello
mi stesse spingendo le parole
fuori dalle labbra.
Attese qualche istante
in piedi
accanto al materasso,
perché dalla mia espressione
sofferente
sembrava volessi dirle qualcosa.
Poi rinunciò
con un sospiro scoraggiato,
che mi fece male
al petto.
Uscì
e si chiuse la porta
alle spalle,
mentre io guardavo
il comodino alla mia sinistra,
dove la sveglia
segnava l'ora in grandi numeri rossi.
Il colore mi faceva già male agli occhi
però non dissi niente,
perché in camera non c'era più nessuno,
perché continuai comunque a guardare
i numeri rossi
cambiare sotto i miei occhi.
Aspettai giovedì,
quasi una settimana,
per buttarla a terra.
Guardare i numeri scorrere veloci
mi faceva male
al petto.
Perché io mi sentivo immobile
e il tempo non lo era.
Perché io aspettavo
e il tempo non si fermava.
Perché io sto ancora aspettando
e nonostante non veda più
quei numeri rossi cambiare
alla velocità della luce,
ormai so che il tempo
non si fermerà mai.
Nemmeno se piangessi,
nemmeno se supplicassi,
nemmeno se morissi.
-Sempre tuo, Michael.
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Always Yours, Michael // 5sos (3)
Fanfiction"Io stavo con lei. E invece continuavo a ripetermi che sarei dovuto stare con te." - Primo libro: Always Yours, Jodie; Secondo libro: Always Yours, Ashton.