Jodie mi chiamò.
Mesi fa.
Sentivo le sue lacrime scorrere
dall'altra parte del telefono.
La sua voce tremava,
la lieve interferenza di linea
mi fece pensare che non riuscisse
a respirare.
Era molto tardi.
Le tapparelle della mia finestra erano chiuse,
la porta della mia stanza
lasciava intravedere
il sottile raggio di luce
blu
emesso da una lucina da notte.
Mamma le metteva sempre
in corridoio.
Così che se mi fossi svegliato
in piena notte,
avrei potuto vedere dove mettevo i piedi.
In quelle settimane però
non mi ero addormentato mai.
Così guardavo il riflesso
della lucina da notte
blu
contro le assi di legno del pavimento.
"L'ho sognato"
il respiro le si impigliò in gola.
Io non risposi.
Pensai velocemente a qualcosa
qualsiasi cosa
per rassicurarla.
Le avrei voluto dire di chiudere gli occhi,
di dimenticare.
Ma mantenni il silenzio.
Il ronzio della linea aperta
si interruppe un paio di volte.
Tre.
"Anche io".
Chiuse la chiamata.
Credetti davvero di aver rovinato tutto.
Pensai ad un modo
per farmi perdonare
qualunque cosa avessi fatto.
Le avevo detto la verità,
tu dicevi sempre che una verità
seppur dolorosa
è meglio di qualunque bugia.
Così io le avevo detto quella verità,
seppur dolorosa.
Ti sognavo
anche se non mi addormentavo.
Bastava un sospiro,
un pensiero,
e mi comparivi davanti come un fantasma.
In quel periodo riuscivo quasi
a sentire la tua voce.
Ricordavo chiaramente
ogni cadenza
del tuo timbro.
Adesso riesco solo a rammentare
un tono roco e basso,
parole lasciate a metà
riprese in fretta
perse tra una frase e l'altra.
E delle tue canzoni.
Quelle tue poesie,
potrei recitarle
anche adesso.
Potrei cantarle
ovunque.
Quelle tue canzoni,
che parlavano di noi.
-Sempre tuo, Michael.

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Always Yours, Michael // 5sos (3)
Fiksi Penggemar"Io stavo con lei. E invece continuavo a ripetermi che sarei dovuto stare con te." - Primo libro: Always Yours, Jodie; Secondo libro: Always Yours, Ashton.