Capitolo 1

215 16 5
                                    

Guardare il cielo ad alta quota è qualcosa di sensazionale. Posso dire di toccarlo con le dita.

Sto volando sopra San Diego, è davvero bellissima.

Ho deciso di trasferirmi da mio fratello, anche la mamma diceva che sarebbe stato meglio, tutto questo per mio padre.

Ogni singola cosa a Londra ricordava lui.

Ho deciso di ricominciare, non volevo continuare a soffrire.

Mia madre Meredith non è voluta venire, ha preferito rimanere a Londra da quando è successa quella tragedia. E non la biasimo, anch'io avrei fatto lo stesso.

Sono appena atterrata, mi tolgo le cuffiette e fermo la musica.

C'è già gente in piedi, cappelliere aperte e persone pronte a catapultarsi giù dall'aereo.

Sono felicissima: dopo molti anni finalmente rivedrò mio fratello. Adrian è poco più grande di me, non mi assomiglia per niente: è biondo e ha gli occhi azzurri, ha preso dal papà.

Spesso mi viene in mente, e ogni volta che lo penso mi scende una lacrima, come sta succedendo adesso.

Prima che qualcuno mi veda, mi affretto ad asciugarla.

Nostro padre è morto quando io avevo sette anni, una malattia se lo è portato via.

Da quel maledetto giorno siamo diventati tutti più tristi, in casa quasi nessuno rideva o sorrideva più, c'erano solo pianti e disperazione.

Scendo cautamente dall'aereo e mi fermo in aeroporto per il controllo valige.

Per adesso ne ho trovata solo una. Dopo qualche minuto finalmente arriva anche l'altra.

Noto tra la folla di gente un ciuffo biondo, quindi corro immediatamente verso mio fratello e gli salto addosso abbracciandolo.

"Adrian!" urlo di felice.

"Jennifer!" mi stringe forte, senza farmi male.

"Mi sei mancato tantissimo" dico ancora abbracciata a lui.

"Anche tu peste" mi risponde. Staccandomi, gli faccio la linguaccia.

Prende le valige ed esce dall'aereoporto, lo seguo.

Appena raggiunta la macchina entriamo dentro, fa caldissimo. Odio questi momenti, mi sembra di stare dentro un forno.

"Non potevi mettere la macchina in un parcheggio all'ombra?" chiedo appena Adrian entra dentro l'auto. Credo di sapere già la risposta.

"A questo non ci avevo pensato" ride, mi unisco anch'io. È da molto tempo che non sentivo più la sua risata.

Mette in moto la macchina e partiamo dirigendoci verso casa.

"La mamma come sta?" mi chiede dopo un po'.

"Come sempre, sono poche le volte in cui la vedo ridere veramente" sospiro.

Mi dispiace vederla così, lei fa di tutto per vedere felice me e Adrian ma a sé stessa non ci pensa mai.

Arriviamo davanti a casa, è a dir poco enorme. Molto più grande di quella in cui abitavo a Londra.

Only YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora