Capitolo 7

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"Cosa vuoi?" il suo tono è più freddo e acido.

"Volevo riconsegnarti le tue chiavi." dico con un filo di voce.

Prendo la chiave e gliela mostro, me le strappa di mano in modo violento. Non capisco questo suo atteggiamento.

"Come mai hai le mie chiavi?"

"I-io le ho prese per sbaglio quella sera della festa, me ne ero dimenticata e l'ho ricordato solo ora." balbetto, questo ragazzo mi sta mettendo ansia.

Fa un passo indietro e chiude la porta, la blocco con una mano prima che si chiuda del tutto.

"E adesso cosa c'è?" sbuffa portando la testa all'indietro e incrociando le braccia.

Non sembro la benvenuta a quanto pare. Come mai è diventato così freddo e antipatico in poco tempo? Insomma, poco fa non era così.

Magari se l'è presa perché prima non lo hai invitato ad entrare a casa tua.

Non può essersela presa solo per questo, ci deve essere dietro qualcos'altro.

Noto che il suo zigomo sinistro è di un colore violastro. Come ho fatto ad non accorgermene prima?

"Hai una ferita.." dico toccando i contorni del livido, ma la tolgo subito non appena vedo la smorfia di dolore che fa.

"Dovresti farti curare lo sai?"

"E tu dovresti farti i cazzi tuoi."

È così ignorate, cerco di aiutarlo e lui mi risponde in quel modo.

Entro dentro casa senza il suo permesso, butto la mia felpa sul divano e insieme ad essa anche il telefono.

"Dov'è il necessario per curarti?" domando guardandomi intorno.

Ha una casa enorme. Il suo salotto è tre volte il mio, quel divano è perfettamente grande, possono entrarci come minimo sette persone.

La tv è l'ultimo modello uscito, senza dimenticare il fatto che anch'essa è gigante.

Riesco a intravedere anche un pezzettino di cucina. Probabilmente, anzi, sicuramente sarà davvero grande anche quella.

"Certo entra pure, fai come fossi a casa tua." ironizza chiudendo la porta.

"Lo farò tranquillo." fingo un sorriso a trentadue denti e mi siedo sul divano.

Rimane in piedi davanti a me con le braccia incrociate che mi scruta da testa a piedi.

"Bene, se non me lo porti tu, me lo prenderò da sola." mi rialzo e vado a cercare nelle stanze.

Inizio dalla cucina, avevo ragione prima, la cucina è gigantesca, ci potrebbe entrare un dinosauro.

Non ho trovato niente, vado in altre stanze, seguita da Caleb ovviamente.

Per caso ha paura che gli rubi qualcosa? Una lampada? O il letto?

Le stanze sembrano non finire più, questo posto è un castello non una casa.

Tutto questo mi fa supporre che questo idiota sia ricco.

Vivrà qui da solo?

Entro nella sua camera, ha le pareti blu scuro e le tende dello stesso colore, sono molto spesse, non fanno entrare molta luce.
Le lenzuola sono azzurre, ai lati del letto ci sono due piccoli comodini bianchi.

A destra c'è la scrivania, la mia attenzione viene attirata dal cassetto con il lucchetto. Stranamente è aperta, la curiosità mi sta divorando dentro.

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