"Jennifer, svegliati!" urla Adrian andando ad aprire le tende della finestra, facendo così entrare una forte luce.
Mi stropiccio gli occhi e mi raddrizzo sul letto, sono circondata da cartine di caramelle e briciole di patatine e biscotti.
Odio la mattina, abbandonare il mio letto per affrontare un'altro giorno di merda? No grazie. Non sono il tipo di persona che usa questo linguaggio, ma se c'è una parola che può descrive le mie giornate, è proprio quella.
"Mangi più di un maiale, Jen!" si lamenta mio fratello guardando tutto il cibo sul letto.
Metto i piedi fuori dal letto e mi alzo, stiro la schiena e sbadiglio.
"Già, ti voglio bene anch'io." gli butto le braccia addosso sorridendo.
"Sì sì, anch'io peste." ancora con quel nomignolo? Non ho più cinque anni.
"Questa peste ha un nome, Jennifer." gli accenno.
"Oh, giusto, scusami. Hai ragione, peste Jennifer." dice divertito e ride.
"Esci fuori, subito." sorrido e lo spingo fuori dalla mia stanza.
Dovrei farmi un bagno. Prendo il mio accappatoio rosa con dei unicorni disegnati sopra e il mio adorato shampoo alla vaniglia.
Entro in bagno ed apro l'acqua. Mi infilo sotto la doccia e inizio a lavarmi. Prendo lo shampoo e me lo spalmo sulla testa, inizio a massaggiare con cura. Amo i miei capelli, sono come dei figli per me, mi ricordo che alle medie davo il nome ad ogni singolo capello.
Ogni volta mi diverto a giocare con le bolle di sapone, so di essere grande ma è uno dei miei passa tempi preferiti sotto la doccia.
Quando ho finito, mi avvolgo nel mio accappatoio di unicorni e vado in camera mia.
"Carino il tuo ...con gli unicorni. Sei seria?" commenta il mio accappatoio mentre cerca di trattenere una risata.
"Hai osato offendere i miei unicorni?" dico ironica mettendo una mano sul cuore facendo finta si essere offesa.
"I tuoi unicorni?" scoppia una piccola risata.
"Sì, i miei unicorni, sono bellissimi." tengo testa alta come una regina e rientro nella mia camera.
Mi chiudo la porta alle spalle e lo sento ancora sghignazzare. Non è un ragazzo antipatico e insopportabile come pensavo, anzi è molto simpatico invece.
Mi affretto a vestirmi, prendo un paio di jeans larghi e una maglietta bianca.
Mi pettino i capelli davanti allo specchio. Mi ricordo quando lo faceva la mia mamma da piccola. Ogni sera veniva in camera mia per pettinarmi i capelli e cantarmi una canzone. Sorrido al ricordo. Li lego in una coda di cavallo alta applico un po' di mascara per dare il tocco di volume ai miei occhi.
Appena finito, scendo le scale andando in cucina e trovo Adrian cucinare dei pancakes e Andrew lamentarsi del fatto che mio fratello ci mette troppo a cucinarli.
Prendo un succo d'arancia dal frigorifero e tre bicchieri.
"Quanto manca ancora?" chiede Andrew versando del succo nel suo bicchiere.
"Ehm...credo proprio che..." balbetta Adrian.
Io e Andrew ci guardiamo, poi guardiamo di nuovo mio fratello. Il ragazzo mi fa cenno di andare a vedere e così ci avviciniamo ad Adrian.
"Non ci posso credere." metto le mani sul mio viso. "Hai bruciato i pancakes!"
"Io non so cucinare!" si difende.
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Only You
RomanceJennifer Wilson, diciassette anni, lunghi capelli color fragola e occhi verdi. Una ragazza introversa, insicura e curiosa, che preferisce rifugiarsi nei libri invece che affrontare il mondo intorno a lei. Decide di trasferirsi a San Diego da suo fra...