Capitolo 8

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Ecco un'altro giorno di scuola, la sveglia la mattina presto, il freddo che provi quando esci dalle coperte, la mancanza di voglia di abbandonare il tuo letto per andare a sederti per cinque lunghissime ore in una scomoda sedia e un banco, dove hai solo un metro quadro di spazio per muoverti.

Non c'è nulla di bello in questo, non hanno ancora messo la regola che per andare a scuola possiamo alzarci a mezzogiorno, ma vogliamo continuare a vivere nella prestoria o cominciare ad entrare nel futuro?

Contro mia voglia, vado in bagno ancora con le lenzuola addosso. Mi guardo allo specchio, sembro uno zombie.

Sarà che ogni notte gli zombie vengono in camera mia e mi trasformano in una di loro.

In ogni caso, apro l'acqua del rubinetto e mi risciacquo la faccia, tanto per svegliarmi un po'.

Mi asciugo la faccia con l'asciugamano e applico del correttore e il mascara.

Mi vesto un jeans blu e una camicetta bianca semplice, infilo una giacca in pelle nera e ci abbino le mie care vans nere.

Scendo al piano di sotto e trovo solo Andrew che fa colazione.

"Buongiorno." dico aprendo il frigo e prendendo uno yogurt alla fragola, "mio fratello?"

"Giorno, è sotto la doccia." dice dando un morso alla mela.

Guardo l'orologio, mancano meno di venti minuti all'inizio della scuola.

"Se non si sbriga arriveremo in ritardo." sbuffo.

"Non preoccuparti." prende qualcosa dalla tasca dei suoi jeans, "ho le chiavi della sua auto."

Faccio la faccia sorpresa, esulto piano senza farmi sentire da Adrian.

"Sai guidare?" mi chiede scuotendo la chiave.

"Certo, non vuoi guidare tu?" afferro lo zaino e Andrew fa la stessa cosa.

"Meglio di no, mi hanno sospeso la patente e non vorrei rischiare." mi consegna le chiavi ed usciamo di casa.

Entriamo dentro l'auto e metto in moto. Se mio fratello viene a sapere di questa cosa mi staccherà ogni parte del mio corpo, partendo dalla testa.

"Mi fido. Non andare veloce, non graffiare l'auto, non fare incidenti e concentrati sulla strada." non posso fare a meno che scoppiare a ridere.

Infilo la chiave e la giro, il motore si accende e partiamo.

"Ricordati quello che ti ho detto prima." ripete Andrew.

Nell'esatto momento in cui lui finisce la frase, premo l'acceleratore e andiamo velocissimi.

All'inizio Andrew sembra teso, ma piano piano si lascia andare. Arriviamo a scuola, c'è solo un parcheggio in vicinanza, e ovviamente, c'è un'altra auto infondo alla strada che vuole occupare il posto.

Non vedo il volto della persona che sta al posto di guida. Faccio un segnale con le luci per lanciargli una sfida, sembra che abbia capito dato che ricambia il segnale.

Me lo ha insegnato mio fratello qualche anno fa, andava matto per le corse clandestine, passava ore e ore davanti alla tv guardando le corse e in camera nostra c'erano sempre riviste di auto in giro.

"Jennifer, non mi sembra un'ottima idea quello che stai per fare."

"Ti prego, smettila di fare il mammone. So quello che sto facendo, fidati."

Mi piacciono le sfide, soprattutto se sono io a vincerle.

La macchina avversaria fa rombare il motore dell'auto, io fo lo stesso. L'attenzione dei ragazzi viene attirata da noi.

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