Capitolo 6

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Prendo un quaderno dallo zaino e inizio a prendere appunti, sono molto indietro con il programma.

Finalmente l'ora è finita, Matt e Eva si avvicinano al mio banco e iniziamo a parlare del più e del meno.

Decidiamo di uscire all'aperto, così andiamo nell'enorme giardino che si trova dietro la scuola.

Ci sediamo per terra, sul prato, ed io inizio a giocare con l'erba.

Sto pensando a Caleb, in realtà, non ho mai smesso di pensarlo nemmeno durante la lezione.

Qualcosa mi attrae a lui.

Questa si chiama cotta, cara Jennifer.

No, non mi può piacere uno come lui.

Chi lo sa, al cuore non si comanda.

Stai zitta stupida coscienza, non mi piace punto.

Dai Jen, ammettilo che ti piace.

"Fanculo" impreco.

Entrambi si girano verso di me e io, dopo qualche secondo di riflessione, capisco di averlo detto ad alta voce.

"Scusate, io, io non volevo, stavo parlando tra me e me." balbetto.

Bello fare figure di merda con i tuoi amici, eh?

Stai zitta, è colpa tua se ho fatto questa figuraccia.

Ti stai dando la colpa da sola.

"Jen tutto bene?" mi chiede Eva sventolandomi la sua mano davanti.

"Ehm, si tutto bene."

"Perché hai la felpa? Ci saranno trentacinque gradi all'ombra." Matt cerca di alzarmi la manica della felpa ma io tiro immediatamente il braccio indietro.

Sento i brividi su tutto il corpo, la mia temperatura corporea si abbassa di scatto.

"Devo andare, ci si vede in classe."

Corro subito in bagno e incontro due ragazze, sembrano delle Barbie.

Non ci faccio molto caso e aspetto che se ne vadano. Quando sento il rumore della porta sbattersi capisco che sono uscite.

"Troietta." eccolo, è di nuovo lui, mi sta cercando.

Chiudo il computer e lo poso sul comodino. Mi nascondo sotto il letto, anche se so che mi troverà lo stesso.

La porta viene spalancata, sta entrando, Aaron mi sta cercando. Sento i suoi pesanti passi avvicinarsi sempre di più a me.

Mi ha trovata, mi prende per i piedi e mi trascina fuori.

Urlo e piango, ma è come se nessuno mi sentisse.

"La devi smettere."

"Cosa? Io non capisco" dico singhiozzando.

Comincia a ridere. Odio quella risata, odio quello che mi ha fatto, ma è il mio ragazzo, come posso odiare il mio ragazzo?

Quello a cui ho dato il primo bacio, che mi ha fatto sentire le farfalle nello stomaco per la prima volta, come posso odiarlo?

Esce dalla stanza e ritorna dopo qualche minuto con delle pillole.

Me le fa ingoiare con forza, inizio a perdere i sensi. Non capisco dove mi trovo o cosa stia succedendo.

Vedo bianco, la sua voce, la sento come se io fossi sotto acqua e lui a riva. Mi ha drogata.

Si avvicina e mi prende per il collo buttandomi sul letto, non riesco a spingerlo o allontanarlo, non ho forza.

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