Capitolo 3

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Lily's POV

<<Domani è il grande giorno>> dice Shawn mentre giochiamo a carte sullo stesso vassoio della colazione.
<<Già...>> rispondo. Tutto questo mi preoccupa, dovrò affrontare tutta la mia vecchia realtà in un solo colpo. Non so se ci riuscirò.
<<Ehi...>> esordisce pescando una carta dal mazzo.<<... Tranquilla ce la farai. Lo hai fatto per diciassette anni, non sarà così traumatico.>> conclude come se ciò che avesse detto fosse normalissimo.

A volte ho l'impressione che pensiamo le stesse cose, altre che abbiamo una visione della vita differente. Non abbiamo mezze misure.
<<Ho vinto.>> dice dopo aver fatto una scala.
<<Beh certo avevi tre jolly!>> rispondo indicandoli.
<<Nah sei sempre stata una frana a scala quaranta...>> controbatte con un sorrisetto furbo mentre raccoglie tutte le carte.

<<Ho vinto!>> esulta Shawn come un bambino.
<<Si ma avevi tre Jolly! Io nemmeno uno!>> rispondo un po' seccata. Perdo sempre a scala quaranta.
<<Dai sfortunata nel gioco e fortunata in amore no?>>
<<Stai cercando di tirarmi su elogiandoti Shawn?>> domando ridacchiando.

<<Di nuovo eh? Quando giocavamo a carte ahahah>> dice Shawn <<L'ho fatto apposta, sto cercando di ricreare alcune scene.>> dice.
<<E se avessi vinto io questa volta?>>
<<Impossibile, non hai mai vinto in tre anni. Certe cose non cambiano nemmeno dopo incidenti come quelli.>>

Shawn' POV

Stupido, stupido, stupido. Ora mi chiederà<<Che spiritoso... A proposito perché non mi racconti di questo famoso incidente? Non te l'ho scritto nelle domande perché pensavo fosse una cosa lunga da raccontare...>> dice Lily anticipando i miei pensieri.
Ecco. Sono finito. Ora che le rispondo? Non posso mica dirle la verità, scoprirebbe tutto e la metterei in pericolo. Non posso. Continua a guardarmi con aria interrogativa, forse sto impiegando troppo tempo. Ho pensato a lungo a cosa rispondere a questa domanda, sapevo che me lo avrebbe chiesto prima o poi in questa maniera diretta e io non avrei saputo sviare l'argomento, ma ogni risposta mi sembrava sempre troppo brutta o inverosimile e quindi la rimandavo.

<< Ehm... Eravamo in gita in macchina, ti volevo portare a fare un picnic in un bosco...>> inizio. Il suo sguardo si fa attento.
<<D'un tratto un cervo attraversò la strada e mi scontrai contro un albero...>> Sí dai sembra convincente, ma lei sembra ancora scettica.
<<E allora perché tu non hai nulla?>> domanda.
Giusto. Perché io non ho nulla?
<<ehm... Il mio airbag funzionava, mentre il tuo purtroppo non si è aperto>> rispondo cercando di essere il più convincente possibile.
<<Ecco perché hai tutti quei lividi...>> cerco di dare un nesso logico alla storia, ma in realtà non ne ha proprio.
<<Beh ma non mi sarebbe dovuto succedere qualcosa di più grave di qualche livido? Voglio dire ci siamo scontrati frontalmente contro un albero e io ero accanto a te...>> in effetti non fa una piega. Non ha nemmeno un graffio sul viso.
<<Stavo guidando piano... E poi ho cercato di spingerti all'indietro prima dell'impatto per non farti sbattere forte>> questa sembrava più convincente. Mi guarda per un attimo socchiudendo gli occhi. Non è per niente convinta.
<<Capisco... Grazie allora...> risponde, ma so che sta solo pretendendo di credermi. Non sono mai stato bravo a mentirle, persino quella volta che finii io l'ultimo muffin mi pressò così tanto il suo sguardo che dovetti ammetterlo. Stavolta però è diverso. Deve esserlo, non voglio che le facciano del male ancora. Deve essere felice e al sicuro.

D'un tratto sento bussare alla porta. È un dottore. Non lo stesso di ieri, ma presenta le stesse caratteristiche: solita espressione cordiale e impegnata allo stesso tempo.
Prende la cartella di Lily in mano e allo stesso tempo le chiede:
<<Salve sono il sostituto del suo medico curante, come si sente oggi signorina Torres?>>la sua voce ha qualcosa di strano. È più chiara e limpida rispetto alla sua età. Sarà intorno alla sessantina, ma ha la voce di un ventenne. Mi lancia uno sguardo veloce per poi ritornare a guardare Lily, che gli risponde:
<<Molto meglio, a volte ho brevi flashback di memoria, è normale?>>
Il dottore sorride in un modo che mi ha quasi messo i brividi. Ha i denti spezzati e neri, non ho mai visto nulla di più disgustoso.
<<Certamente! Anzi è una buona notizia!>> dice posando la mano sulla testa di Lily. Questo non è un dottore. Sta cercando di leggerle la mente per vedere se ha perso i suoi poteri.
<<Se non le dispiace vorremmo stare soli.>> rispondo freddamente.
<<Mi dispiace signor Mendes, ma devo visitare la sua ragazza se vuole...>>
<<Ho detto che preferiremmo stare da soli.>> rispondo più saldamente e finalmente leva quella sua mano dalla testa di Lily.
<<Shawn ma che ti prende?>> chiede Lily. Riesco a percepire un velo di paura nelle sue parole, proprio quello che non volevo più percepire in lei.
<<Già signor Mendes, ha bisogno di aiuto?>> domanda nuovamente con quel sorrisetto disgustoso. Sta parlando di aiuto psichiatrico. Giuro che glieli stacco quei denti se non se ne va.
<<Non si preoccupi sto bene dottor...?>> domando per metterlo alla prova.
I suoi occhi saettano preoccupati verso Lily e subito verso me. Si schiarisce la voce.
<<Prescott...>> risponde con un filo di voce per poi scrivere qualcosa nella cartella di Lily.
<<Ma sul camice c'è scritto James...>> risponde Lily che sta iniziando a sospettare come me. Solo che il suo è un presentimento, la mia è una certezza.
<<Oh questo... non fateci caso, mi sono fatto prestare il camice dal vostro vecchio dottore.>> risponde.
<<Ad ogni modo dottor Prescott vorremmo stare da soli. Grazie.>> ribadisco.
<<Come vuole, ma tornerò. La sua ragazza è sotto la mia giurisdizione sino al ritorno del dottor James, il quale non tornerà sino al prossimo mese.>>annuncia puntandomi tutto d'un tratto con occhi furenti.
<<Che gli è successo?>> chiede Lily.
<<Oh non si preoccupi... Un semplice incidente a lavoro con un bisturi. Fanno male quegli aggeggi negli occhi sa signorina?>>
Lily deglutisce accennando a un piccolissimo sorriso in risposta a quello del "dottor Prescott", il quale mi lancia l'ultima occhiata per poi uscire dalla stanza e svoltare a destra.

<<Wooo strano quel tipo>> dice Lily tirando un sospiro di sollievo.
<<Dobbiamo andarcene Lily.>>
<<Cosa?>>
<<Quello non è un dottore.>>
<<E tu come fai a saperlo? Magari...>> la interrompo.
<<Lily fidati e basta. Siamo in pericolo qui.>> dico mentre gli stacco le flebo.
<<Ma...>> scruta il mio sguardo, ma non posso dirglielo.<<Fermo Shawn... Che fai?>> stacco gli ultimi marchingegni e una cosa metallica attaccata all'indice destro. <<Accidenti a te Shawn! Mi stai facendo male! Vuoi dirmi che ti prende?>>
Sospiro cercando di calmarmi. Sono abbastanza nervoso, ma deve capire che se non vuole che le succeda qualcosa deve andare via di qui.
<<Lily quel tipo non si chiama Prescott. Non è un dottore né tantomeno è qui per curarti.>>
<<E tu come fai a saperlo?>> domanda confusa. È lecito che abbia domande, chiunque le avrebbe.
<<Lo so e Basta. Ti fidi di me?>> domando fissandola negli occhi. La vecchia Lily non avrebbe esitato neanche per un secondo a questa domanda, ma lei no. Non mi conosce ancora bene, non sa cosa rispondermi è presa dal panico.

Lily's POV

Non capisco cosa gli stia succedendo, mi guarda fisso in attesa di una risposta. Non lo conosco ancora bene e mi sta chiedendo di abbandonare l'ospedale contro il consenso del mio dottore, dopo aver subito una perdita di memoria di cui non conoscono la causa. Merito di avere un momento di esitazione diamine!
<<Shawn io...>>

<<Shawn fidati di me questo è il posto perfetto per una casa.>> c'è una vista stupenda. È un grande spazio verde vuoto in cima a una montagna, che ha la vista su un ruscello circondato da una catena montuosa.
<<Non hai tutti i torti. Mi fido di te...>> si gira verso di me prendendomi la mano.
<<E tu? Tu ti fidi di me?>>
<<Che domande, certo che mi fido di te...>>

<<Grazie>> questa parola risuona nella mia testa, Mentre Shawn mi bacia sulla fronte.
<<Hai detto qualcosa?>> sono sicura che non abbia detto nulla, eppure la voce era di Shawn.
<<No... Perché hai... Hai sentito qualcosa?>> sembra un po' preoccupato, magari mi crede pazza, ma anche la sua richiesta, a cui a quanto pare ho acconsentito, è molto pazza.
<<Ho come sentito te parl... Non importa. Andiamo.>>
Mi guarda con uno strano sorrisetto, non malizioso o malefico, sembra più compiaciuto.
Mi alzo dal letto. Non mi sono mai spostata da qui fin ora. La sensazione del pavimento sui miei piedi scalzi mi fa venire i brividi per il freddo. Fortunatamente Shawn mi porge delle ciabatte.
<<Metti queste, non le metti da un mese. Sarà un po' strano, lo so.>> ridacchia. Mentre infilo le ciabatte
lui raccoglie la flebo con il liquido che ne è rimasto e lo mette in una sacca di cui non mi ero mai accorta fin ora.
<<Andiamo.>> mi porta per mano fuori dalla stanza. Sono lenta a muovermi, sento i muscoli farmi male. Mi guardo indietro lasciando quello che fin ora ha rappresentato il mio porto sicuro. Prendo un respiro profondo, un po' nostalgico, ma anche pieno di paura nell'affrontare ciò che c'è fuori.
<<Non rimpiangere questo posto. Fuori di qui ce ne sono miliardi  migliori e ho intenzione di farteli vedere tutti.>> mi dice con un sorriso rassicurante. Stringo la sua mano, per poi annuire e uscire nel corridoio che per questi giorni mi sembrava irraggiungibile.

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Ciao a tutti miei cari lettori! Ecco il terzo capitolo della storia, che ve ne pare? Cosa pensate succederà? Qual è secondo voi il segreto di Shawn? Fatemelo sapere nei commenti e a 15 like aggiornerò, quindi lasciate stelline se vi è piaciuto!⭐️ un bacione e ci vediamo al prossimo capitolo 😘❤

Memories || Shawn Mendes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora