13- Verso la Luna

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13- Verso la Luna.

Riaprì gli occhi dopo quell’intensa luce,dopo tutte quelle sensazioni e immagini diverse.

Sbattei le palpebre un paio di volte.
Ancora non ci vedevo bene,anzi a dire la verità non vedevo nulla,solo macchie di colore,che mi davano la sensazione di trovarmi in un posto angusto.
Già partivamo bene.
Sentivo solo rumori provenire alla mia destra,rumore di ossa che venivano spezzate,macinate,disintegrate riuscivo a riconoscerle,negli ultimi due giorni non avevo fatto altro che romperle per evitare che rompessero le mie.
Era un continuo fruscio che faceva accapponare la pelle,ma oltre quella orrenda sensazione non sentivo nulla.
Nessuna sensazione,con tutto che non vedevo non avevo paura di ritrovarmi in chissà quale posto,l’ansia mi era totalmente estranea.

Dopo un paio di secondi dal mio “risveglio” e a poco a poco comincia a sentirmi a mio agio,mi ritornò la sensibilità al corpo,era come se fosse rimasto sopito per tempo,un tempo lungo,una vita intera,e che solo adesso stava riacquisendo quella vitalità.
Con la vista ancora appannata mi alzai piano,quando misi la mano al suolo,un rumore di foglie secche che venivano spezzate sovrastò tutti i rumori.
Una volta in piedi,se anche con evidenti problemi di orientamento,in quanto continuavo a volteggiare su me stesso come una trottola,era confortante sapere che non ero rimasto paralizzato.

Lucifero:-Tutto bene ragazzo?
La voce dell’uomo sembrava venire da lontano,come un eco che si propaga in una valle.
-Se è un si,batti le mani.

In qual momento non sapevo se ridere o piangere,ma feci come mi disse,battei le mani rimanendo sul posto.

Lucifero:-Ahahaha bravo bambino! Aspettami sto arrivando.
Sentivo ancora la sua risata propagarsi nello spazio,mentre io avrei voluto nascondermi sotto terra per la vergogna.

Dopo un paio di minuti senti dei passi farsi sempre più vicini,mentre il rumore delle ossa che venivano spezzate si quietava al passaggio di questi.
Intanto la vista mi era tornata del tutto,ma non la cognizione di dove fossi:
alberi spogli e grigi si eregevano da ogni parte,alti come case con rami che puntavano il cielo minaccioso,rigorosamente coperto da nubi cariche d’acqua pronte a lavar via dal terreno ogni traccia delle foglie morte che coprivano un pravo verde.
Sì sotto quella coltre arancione e rossa,c’era un prato verde smeraldo.

Non sapevo dove mi trovassi,non avevo mai visto nulla del genere,una foresta talmente grande da farmi sentire una di quelle foglie stese al suolo,che da un momento all’altro sarebbe stava spazzata via.
Ovunque mi girassi c’erano solo alberi,cupi e ingrigiti dal tempo,avevano perso colore,sembravano morti eppure vivi allo stesso tempo.
Nel frattempo il rumore inquietante delle ossa spazzate non si era fermato,neanche il continuo fruscio di un vento che non esisteva non aveva smesso di soffiare,e il fatto che adesso potevo vedere ciò che avevo intorno era ancora peggio,perche non c’era nulla,ripeto nulla,che potesse ricondurmi a tali rumori.

Lucifero:-Eccoti dov’eri finito,ho girato tutta questa foresta per trovarti,sei tutto intero,nessun organo o arto fuori posto? Sai può succedere ogni tanto.
mi diede una pacca sulla spalla prima che lo potessi vedere.

Io-Cosa?! E tu me lo dici solo adesso?!!
Fece il giro e mi si parò di fronte.
Rimasi senza parole.
Era totalmente diverso dall’uomo,o da qualsiasi cosa avessi conosciuto prima.

La fisionomia del volto e del corpo era rimasta invariata,ma solo quella,tutto il resto era scomparso.
Il completo che indossava fino a quelli che potevano essere 10 minuti fa era scomparso,lasciando spazio a un completo che somigliava a quelli che si vedevano nelle statue di Dei e Angeli,una veste nera che scendeva morbida sul corpo slanciato,nelle pieghe invece si potevano vedere dei riflessi rossi color sangue,ormai avevo ben chiaro le sfumature che il sangue poteva avere,il che rendeva tutto ancora più inquietante,ma non era questo quello che mi turbava di più:
Le ali.
Ali che però non erano belle piumate come si vedono nelle illustrazioni o nei film oppure come le descrivono i libri,erano come quelle di un pipi stretto o giù di li.
Quelle ali erano adagiate sul suo collo,come se fosse un colletto di una camicia,ali di coloro rosso,il materiale di cui erano formate sembrava una sorta di membrana,come delle vere ali di pipistrello,l’unica differenza che queste erano molto d’impatto visivo.
Erano piccole rispetto al corpo,piegate come braccia giunture sulla membrana erano nere,come artigli che si allungavano e poi finivano a uncino.
Anche se inquietanti erano splendide.

~Le cronache di un Deus Mortis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora