-13 Verso la Luna.(secondo atto)
Mi venne un blocco respiratorio,col sottofondo peggiore del mondo,ossa che venivano sbriciolate e la risata di un uomo che sembrava uscito fuori di senno.
C’era davvero scritto “Benvenuti all’Inferno”,la mia ragione doveva veramente essere andata fuori di me.Mi portai la mano al petto,era come se una stretta gelida mi togliesse via il respiro dall’interno,mi accasciai a terra,preso al panico,e lentamente chiusi gli occhi mentre ingerivo polvere,il mio corpo diventava freddo e l’ombra di Lucifero si faceva sempre più grande.
Faceva caldo,davvero caldo,sentivo le gocce di sudore scendermi dalla fronte,mentre quelle arrivate ai capelli venivano tirate via dal vento.
Quando,dopo un paio di minuti che mi resi conto di essere steso come un salame,riacquisì la sensibilità al corpo,fu come se andassi a fuoco.
Mi divincolai gridando,fino a quando,un secondo prima che cadessi,in quella che poi mi resi conto essere catrame,fui salvato da qualcuno che mi tirò su e mi mise seduto su quello che avrebbe dovuto essere un cavallo,peccato che in groppa a quel cavallo,il mio cavallo stava andando al fuoco,come il cavallo stesso del resto.Io:-Ma cosa diavolo succede?!
Chiusi gli occhi e gridai a pieni polmoni,mentre il calore cresceva e le lacrime per il dolore scendevanoLucifero:-E stai zitto,sei sveglio da neanche un minuto e hai già rischiato di morire due volte.
Non osai rispondere,ma vi posso assicurare che provai una vergogna infinita.
Dopo quella frase il cavallo,o qualunque cosa fosse, si fermò,e io riaprì gli occhi.Ero davvero incatenato come un salame,con le braccia dietro la schiena e le mani legate con i piedi.
Io:-Adesso mi devi dire perché mi hai conciato cosi?!
Lucifero:-Calmati era l’unico modo per farti stare fermo,non sai quanto ti muovi mentre dormi,ad ogni modo dopo aver usato la “Deamonius Version” giù alla selva sei svenuto,forse un eccesso di potenza dopotutto…
Lui continuava parlare,non so bene neanche di cosa,mi ero perso al fatto che ero svenuto.
Già,ero svenuto,ormai succedeva cosi spesso che era quasi diventata un abitudine.
I miei pensieri iniziarono a volare lontano,lontano da quel posto che neanche mi ero degnato di vedere,ed ero tornato a casa mia,con Martina, quel pensiero che sembrava cosi lontano eppure cosi vivido nella mia mente,tanto quanto era grande la voglia di riabbracciarla e stare li tra le sue braccia,mentre rinvenivo piuttosto che svegliarmi in groppa in chi sa quale essere legato come un prosciutto.Quando ritornai in me e lascai a malincuore il pensiero argenteo di Martina,mi accorsi che ancora Lucifero stava parlando
Lucifero:…Sicuramente perché sei uno degli otto.
Mi guardò soddisfatto e io con totale apatia nei suoi confronti .
-C’è qualcosa che non hai capito?Io:-Sì,cosa vuol dire “sei uno degli otto”?
L’unico neurone rimasto mi fece capire che forse quello che aveva detto era importante.Lucifero:-Ma con chi ho parlato? Bah,ad ogni modo ci sono cose più importanti di cui ti devo parlare.
E fu cosi che per la prima volta mi pentì di non aver dato retta al folle demonio che avevo di fronte.
Io:-Dimmi.
Questa volta gli feci vedere partecipazione,dopotutto mi dispiaceva averlo fatto parlare a vuoto,soprattutto perché mi aveva parlato di cose importanti.Lucifero:- Per prima cosa,non ti azzardare mai più a gridare in quel modo,non voglio mica che tutti sanno che ho portato uno come te qui,per cui evita,se hai qualcosa da dirmi fallo in silenzio,poi fai attenzione a dove decidi di camminare o nel tuo caso a dove decidi di cadere,qui il terreno è un po stabile e a meno che tu non voglia diventare una statua nera opaca ti conviene stare seduto.
Per quanto ero imbarazzato l’idea di diventare una statua nera opaca sembrava optabile.
Io:-In che senso diventare una statua nera opa….
Per la prima volta diedi uno sguardo a quel posto che fino a quel momento era stato completamente messo in secondo piano dal mio campo visivo:
era come una palude.
Una palude con gigantesche pozzanghere nere,dall’odore forte sembrava petrolio o catrame.Lucifero:-Nel senso che se ci cadi diventi come quelli lì.
Indicò un cumulo di roccia ai margini della pozza.Anche da lontano si potevano benissimo vedere i volti di quelle creature che,nel modo in cui erano state pietrificate o qualsiasi cosa gli fosse successo era irriconoscibile la loro struttura.
Io:-No,forse meglio rimanere seduto.
Decisi di cambiare argomento per eclissare la mia stupidità.
-Quindi adesso dove dobbiamo andare?Ricominciammo a procedere,questa volta a passo svelto,come se la domanda fosse capitata al momento giusto.
Lucifero:-Dobbiamo arrivare alle mura di Dite ed entrare a Pandemonio,una volta lì trovare la tua bella e andarcene.
Non mi degnò di suo sguardo,ormai aveva un suo piano e la mia opinione che fosse positiva o negativa non gli importava.Decisi di non controbattere,mentre attorno a noi lo scenario piano piano cambiava,passando da uno specchio di catrame a quella che poteva essere la fonte di una sorgente.
Il colore dell’acqua cambiava a vista d’occhio,le gradazioni erano uno spettacolo unico,sembrava di assistere a una simbiosi eterna,ma er quanto bella precaria.Io:-Come ci arriviamo a questa città?
Lucifero:-Prenderemo un traghetto,dovremmo arrivare in meno di un’ora.
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~Le cronache di un Deus Mortis.
ParanormalSe la morte è davvero la fine,perché io respiro ancora? Nell'ultimo istante ho guardato atteaverso negli occhi di essa e ho visto il mio riflesso,ma anche qualcos'altro... ...una falce,un viso e la luna.