12- Inferno.(terzo atto)

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12- Inferno.(terzo atto)

Non sapevo cosa pensare,anzi cosa avrei dovuto pensare?
Camminavo verso la mia camera,un percorso che avevo fatto un migliaio di volte,ma per la prima volta mi accorsi quanto in realtà fosse distante dalla cucina.
Ogni passo sembrava una vita,ogni mattonella era un pensiero.
Immaginatevi avere un solo pensiero per un’intera vita.

Alle mie spalle sentivo rumori,a tratti anche qualche bisbiglio,ma quello che ero certo di percepire era il cambiamento di temperatura.
Ogni volta che mettevo il piede sul pavimento di marmo il gelo mi bloccava la circolazione,sicuramente se avessi avuto la vista per vedere l’energia chissà cosa avrei visto.

Io:- (Selene,ma dove sei finita?)

Varcai la soglia della stanza e accesi la luce in attesa di una risposta.

Io:- (Non importa se non puoi rispondermi,voglio solo dirti che sto venendo da te.)

Arrivai di fronte alla falce:
era ancora quella bellissima arma che avevo visto un paio di giorni fa,la lama era immacolata,neanche un graffio,neanche una macchia di sangue,persino la pelle che ricopriva il manico era lindo,non c’era neanche un graffio.
Scintillava risplendendo di una luce argentea metallica,mentre la pelle nera lucida era come se mi richiamasse,come se fosse magnetica.

Io:- (Guarda tu se mi devo ritrovare a parlare da solo…)

Impugnai la falce e l’esaminai da vicino,come se fosse la prima volta che la vedevo.
Più la guardavo,scorrendo in ogni intreccio della pelle,più mi sembrava di non averla mai vista,l’intreccio tra i lembi era un’opera d’arte,poi passai al punto dove la lama di fondeva con il manico,degli ornamenti ferrei,delle forme astratte,come dei ghirigori di metallo univano le due parti di quella straordinaria arma,ma il pezzo forte era la lama:
un blocco unico di metallo,o chissà quale materiale,neanche una scheggia o frattura,solo lo scintillio del metallo,era a doppio taglio e ben bilanciata,ne troppo lunga ne troppo corta,era una perfetta arma da distruzione,e io sapevo cosa distruggere.

Iniziai a farla ruotare,così,con fare liberatorio,in quel momento avevo bisogno di quello,un modo per mandare via la frustrazione.
Combinazione di movimenti in uno spazio ristretto,una danza a piedi nudi,questo era,una dimostrazione di sentimenti.
Ma tutto questo non durò molto,fui interrotto dal vibrare di un telefono.
Tenni la falce con una mano sola e mi avvicinai al letto,dove avevo lasciato il telefono appena alzato.

Una luce lampeggiava da sotto le coperte,l’intermitezza luminosa significava che era arrivato un messaggio e io forse già sapevo da parte di chi.
Allontanai le coperte e presi il telefono con l’altra mano,lo sbloccai e il display segnava l’arrivo di un messaggio:

~05/06 23:34 Martina: No non ci riesco a tenermelo,sei il mio migliore amico devo dirtelo..lo sai che tra qualche giorno dovrei partire per la crociera con i miei vero? Ecco,non ci crederai ma i miei conoscono i genitori di Leandro e mi hanno chiesto se avessi voluto che lui venisse con con,ovviamente saremmo guardati tutto il tempo,ma non è romantico? Ti giuro non sto più nella pelle,prima che parto voglio fartelo conoscere,è troppo,troppo bello! Adesso vado che domani devo iniziare a pensare a cosa  mettere nella valigia,vadooo notte <3  ~

Non c’era altro da aggiungere,era tutto scritto li,nero su bianco a pixel con lo sfondo dell’universo,universo che adesso non avevo più molto senso.
Come feci prima questa volta lascia delicatamente che il telefono mi cadesse dalle mani,non c’era tenace niente da fare.
Strinsi la falce fino a far si che le nocche diventassero bianche,non era per rabbia o gelosia,ma solo dispiacere.
Fu una fortuna che Selene non mi potesse rispondere,non avrei avuto la voglia di farmi sentire.

Tornai in cucina dove Lucifero era rimasto ad aprire quello che lui aveva chiamato “varco”,ma quello che trovai non era un vero e proprio varco,direi più un”incendio”.
Era come se in quella stanza le leggi della fisica non valessero più.

~Le cronache di un Deus Mortis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora