◇Capitolo 7◇

583 73 16
                                    

Per i nani quella era stata una giornata particolarmente lunga. E non perchè avessero più lavoro del solito, ma perchè sapevano che ad aspettarli a casa c'era Feliciano, e non vedevano l'ora di tornare da lui e mangiare le delizie che aveva preparato per loro.
Così alle sei, al termine di quella lunga giornata, posarono i loro strumenti e si avviarono verso casa.
Arrivati vicino la casa si stranirono. Non proveniva nessuna luce dall'interno, non usciva fumo dal comignolo. Forse Feliciano si era dimenticato di accendere il fuoco e le candele? Improbabile. Si era addormentato, forse? O era uscito? Improbabile.
Quando aprirono la porta il loro cane, uggiolante, corse verso di loro.
Rimasero impietriti davanti a ciò che videro dopo. Feliciano era per terra, privo di sensi.
I nani corsero verso di lui e provarono a scuoterlo, ma senza successo. Invocavano il suo nome, e la maggior parte di loro scoppiò in lacrime quando si accorse che il ragazzo non respirava.
"Feliciano... cosa è successo?" Chiese piangendo Ivan, quello che si era legato più di tutti al giovane.
Tutti i nani ebbero lo stesso pensiero. Il re Gilbert. Ma come avrebbe fatto a trovarlo lì, in mezzo al bosco. Forse il cacciatore aveva parlato? Forse c'era una spia tra di loro?
"Se qualcuno di voi è una spia che vada all'inferno!" Disse Arthur.
"Io non sono una spia! Tu sei la spia!" Rispose Francis.
"La spia sei tu perchè mi stai accusando!" Gli rispose il primo.
"Ragazzi, non litigate, almeno oggi, per favore." Li interruppe Kiku, che accarezzò i capelli di Feliciano. "Questo ragazzo non meritava di morire."

Il corpo di Feliciano fu vestito con un abito candido e adagiato su una bara di vetro, che i nani posarono fuori dalla loro casa, e rimasero seduti in cerchio per terra a piangere quel ragazzo che nei pochi giorni che era stato con loro aveva portato il sorriso in quella casa.
Non tirava un alito di vento, e il bosco si era zittito, quasi sapesse che era una giornata di lutto.
"La sua tomba dovrà essere sempre colorata di fiori..." disse Ivan tra un singhiozzo e l'altro. "Lui...lui ha messo i girasoli a tavola, senza sapere quanto mi piacessero."
"Pagherei per sapere cosa gli è successo, povero Feliciano." Sussurrò Alfred pulendosi gli occhiali bagnati di lacrime.
In quel momento i sette nani sentirono rumore di zoccoli. Un giovane a bordo di un cavallo stava passando di lì.
Vide la scena, e fermò subito l'animale.
Il ragazzo scese da cavallo, e si tolse il cappello: "Le mie condoglianze, buon'uomini."
Si avvicinò alla bara di Feliciano, e il suo respiro si mozzò.
"Questa ragazza... io l'ho già vista. Cosa le è successo?" Chiese.
"È un ragazzo. Non lo sappiamo. L'abbiamo trovato ormai privo di vita. Siamo arrivati troppo tardi." Rispose Francis.
"Ho conosciuto una ragazza che gli somiglia davvero tanto... persino lo stesso ricciolo." Disse il giovane non riuscendo a mascherare un sorriso.
"Dove avete conosciuto questa ragazza se posso chiedervelo?" Chiese Alfred.
"Al castello del re Gilbert. È una serva, si chiama Biancaneve. Io sono il principe di Beilschmidt."
A sentire quelle parole, Ivan scoppiò in lacrime. Dopo di lui a tutti i nani scese qualche lacrima in più.
"È... lei. Cioè, lui. Il suo vero nome era Feliciano, ed era il principe di Vargas. "
Ludwig storse la bocca: "Che cosa?"
"È scappato dal castello, e adesso è morto. Ci ha parlato di voi." Disse Antonio.
"Davvero, e cosa vi ha detto?" Ludwig sembrava stare per scoppiare a piangere.
"Non ha importanza." Rispose Antonio soffiandosi il naso.
"È...così bello." Commentò Ludwig, guardando Feliciano mentre le lacrime cominciavano a scendere sul suo volto. Si avvicinò alla bara, e accarezzò il suo viso.
Poi guardò i nani: "Permettete che io gli dia un bacio?"
Prima che Ivan scoppiasse nuovamente in lacrime, Alfred gli fece appoggiare la testa sulla sua spalla.
"Fate pure." Rispose. A Feliciano sarebbe piaciuto, pensò poi.
Ludwig si chinò, e diede un semplice bacio sulle labbra rosate di Feliciano, sotto lo sguardo dei nani.
Poi Ludwig fece un sorriso triste e si asciugò una lacrima, voltandosi dall'altro lato.
"Ludwig..." Disse piano una voce che fece sussultare tutti e otto i presenti.
Il principe si voltò verso la bara, e vide Feliciano sveglio, che gli sorrideva.
"O mio Dio!" Urlò, prima che tutti i nani si alzassero e urlassero il suo nome.
Ludwig aiutò Feliciano ad alzarsi.
"Feliciano! Cosa è successo?" Chiese Alfred dopo che il giovane ebbe abbracciato tutti.
Nella mente di Feliciano fu tutto chiaro. Ecco di chi era quel volto familiare, ecco chi era quel vecchio.
"Gilbert...è stato Gilbert!" Feliciano spiegò la situazione a Ludwig e i nani.
"Ma...ma tu cosa ci fai qui?" Gli chiese.
Ludwig, invece di rispondere, baciò Feliciano cogliendolo alla sprovvista e facendolo ridere.
Feliciano spiegò a Ludwig anche il fatto che fosse un principe.
"Ma... ma tu devi rivendicare il tuo titolo! Il regno è tuo, non di quel verme!" Gli disse Ludwig. "Rivendicherò il tuo titolo!"

Ludwig caricò Feliciano sul suo cavallo e partì al galoppo verso il castello.
Le guardie, riconoscendo Feliciano non esitarono a farlo passare.
"Seguimi, so io dov'è!" Disse Feliciano a Ludwig portandolo nella torre segreta di Gilbert.
"Gilbert!" Urlò Ludwig battendo i pugni sulla porta di legno. "Apri questa porta o la sfondo con le mie mani!"
Ludwig diede un calcio alla porta e questa si sfondò, rivelando Gilbert in ginocchio davanti lo specchio. Aveva ancora l'aspetto di un vecchio.
"Ti prego, fammi tornare bello come prima! Ti darò tutto quello che vuoi!" Supplicava in ginocchio, poi vide Feliciano e scoppiò a piangere: "No! No! Perchè non sei morto! Io devo essere bello, io sono bello!"
Feliciano si chinò a guardare Gilbert negli occhi: "Perchè l'hai fatto, Gilbert?"
"Io..."Balbettò l'uomo. "Io volevo solo essere più bello di te!"
"Gilbert, per quello che hai fatto sei punibile con la morte, ma io non ti ucciderò. Ti condanno a vivere il resto dei tuoi giorni in esilio!" Disse Feliciano.
Poi Ludwig prese Feliciano per mano e lo portò sul grande balcone che dava sul salone principale, dove c'erano servi e ambasciatori.
"Popolo di Vargas! Saluta il principe Feliciano, il tuo unico, vero re!"
Poi, posando le mani sui fianchi, lo tirò a sè e lo baciò, mentre la servitù attonita non seppe far altro che far risuonare un fragoroso applauso.

Fine

Snow White || GerIta ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora