12° capitolo

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P.O.V. ESTELLE

Mi svegliai e mi guardai intorno stiracchiandomi dentro la mia tana al calduccio.

Uscii e salutai Wilder che passò con il suo gruppetto di pattuglia davanti alla mia tana.

Allora andai da Eylder e lo trovai che dormiva come un cucciolotto. Mi accucciai accanto a lui, ormai ero abituata a fargli visita il mattino presto e spesso mi ci addormentavo insieme.

Ma quella volta fu diverso; appena lo sfiorai, lui sobbalzò e alzò testa e orecchie verso di me. I suoi occhi sembrarono spenti e vuoti per un secondo, poi tornò con un espressione normale... Che strano.

«Buongiorno cucciolotto!»
esclamai in tono scherzoso. Lui mi guardò senza rispondere per alcuni istanti.

«E-estelle... Vattene ti prego...» disse lui.

Lo guardai interrogativa.

Disse una frase ma la soffocò subito e tornò con quell'espressione fredda, ora colma d'odio. Mostrava i denti e sembrava aggressivo. Non sapevo cose gli fosse preso, cosa avesse contro di me da guardarmi in quel modo. Mi alzai di scatto.

«EYLDER? CHE COSA TI STA SUCCEDENDO?» urlai spaventata.

P.O.V. EYLDER

Non capivo, non capivo che cosa mi stesse succedendo e non capivo come spiegare ad Estelle di scappare e di non farsi vedere più... Per il suo bene.

Non volevo farle del male, ci tenevo troppo a lei, ma qualcosa che io non riuscivo a controllare mi faceva essere aggressivo con lei.

«Scappa.» sussurrai con tutto il controllo che rimaneva della mia mente.

Sentivo che il vuoto si stava trasformando in altro colmando lo spazio, era odio.

Allo stato più puro.

Estelle mi guardò per un attimo con gli occhi sgranati.

«Eylder, se c'è qualcosa che non va parliamone-»

Io la interruppi con un forte ringhio.

«Vattene! Vattene ho detto!» Urlai dandole una zampata sul viso.

Le avevo graffiato il muso e lei guaì di dolore.

Mi guardò per un istante con i suoi occhi azzurri, aveva le orecchie abbassate e sembrava stesse per piangere.

Scappò dalla mia tana, anche se vedevo che lo stava facendo a malincuore. Tornai normale... Ma che mi stava succedendo?!

Mi ero comportato da schifo con lei, non avrei dovuto farle questo. Non riuscivo più a controllarmi.

Dopo pochi istanti dall'accaduto sentii una strana sensazione, come se avessi dimenticato ogni cosa e il male avesse preso possesso di me. Mi sentivo la mente oscurata.

P.O.V. EMBER

Guardai Shadow pensando al nostro piano. Iniziai a ridere quasi istericamente, ormai non mi trattenevo più. Ora che il piano era fatto, dovevamo solo stabilire come Eylder avesse dovuto attaccare Estelle durante la notte della Luna piena.

In realtà era molto intuitivo: ogni volta che c'era una Luna piena, i Claw Fiery si riunivano davanti ad un falò a fare delle bizzarre danze rituali e successivamente si faceva sempre una lotta amichevole tra i due giovani lupi più forti del branco, escluso ovviamente l'erede dell'alpha che in quel caso ero io.

Avrei fatto in modo che una serie di "casuali" eventi venissero a determinare che a sfidarsi fossero proprio Eylder ed Estelle. Domandai a Shadow qualche consiglio.

«Come posso fare in modo che si pensi che Estelle sia la giovane lupa più forte del branco?»

Lei rispose subito, come se sapesse già in anticipo la risposta.

«Fai in modo che lei salvi un altro lupo, magari da un predatore.»

Avevo già in mente tutto quanto e lo riferii a Shadow. Lei mandò Lycan, uno dei suoi sigma, sul territorio. Era un lupo nero con delle chiazze bianche sul corpo ed era molto forte e resistente.

Corsi al villaggio ed entrai in infermeria. Mi accorsi che Zahn aveva lasciato socchiusa la porta della sala delle pozioni e visto che lui stava lavorando, ne approfittai.

Presi il sonnifero, che in quel caso era un boccetta che solo ad aprirla usciva un odore che faceva sprofondare nel mondo dei sogni. Corsi alla mia tana e la nascosi in mezzo alla paglia, poi andai a chiamare qualche lupo per andare a caccia.

P.O.V. ESTELLE

Scappai via dalla tana di Eylder. Ero distrutta dentro per come si era comportato con me, da lui proprio non me lo aspettavo.

Andai a sciacquarmi il viso al lago. La sua acqua fresca era come curativa, sentivo la ferita farsi più piccola e il dolore alleviarsi.

Ma l'acqua non curava di certo la ferita che Eylder aveva lasciato sul mio cuore.

Mi distesi sotto al solito albero all'ombra, con un leggero filo d'aria fresca che dava sollievo dal calore estivo.

Tra un po' sarebbe arrivato l'autunno, poi l'inverno. Non avrei più potuto godere di quel caldo.

Rimasi per un po' a rimuginare sull'accaduto con Eylder. Non trovavo risposte al mio quesito.

Under The Moon (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora