Capitolo 6: La Macchina

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Salve gente,

scusate se ieri non ho potuto aggiornare, ma è iniziata l'uni e la sessione esami si avvicina inesorabile. Farò il possibile per perdere meno aggiornamenti possibili.

Spero che la storia vi piaccia.

BUona lettura






CAPITOLO 6: LA MACCHINA
Due giorni dopo Kurt era nuovamente alla Casa Bianca. Tutti quei voli lo stavano scombussolando e ormai più nessun prodotto era in grado di mascherare le sue profonde occhiaie.
Aveva spiegato a tutta la commissione cosa avevano scoperto e ovviamente Clarington aveva cercato di intromettersi, ma era riuscito a tenerlo al suo posto.
«Quando abbiamo applicato tutto ciò che abbiamo scoperto abbiamo trovato questo.» Sullo schermo erano comparse pagine e pagine di progetti ingegneristici piuttosto complicati.
«Hanno l'aria di essere degli schemi di ingegneria, quasi dei progetti!» Sussurrò Crawford e Kurt cercò di non girarsi perché sapeva che altrimenti sarebbe arrossito. Altro che gli schemi, di sicuro quello gli stava guardando il culo! La sua teoria non doveva essere molto errata quando sentì la voce di Sebastian.
«Signor Crawford il computer è più in alto, non nego che Madre Natura abbia fatto uno schema ben preciso per far venire fuori la perfezione di quel culo, ma i progetti di ingegneria di cui noi stiamo parlando sono più su!» Si sentì una risatina di sottofondo e Kurt giurò che avrebbe prima abbracciato Sebastian, poi lo avrebbe ucciso!
«Noi crediamo che il Messaggio contenga informazioni per costruire qualcosa ... una sorta di Macchina!» Disse Kurt una volta che ebbe trovato il coraggio di girarsi.
«Per fare cosa?» Chiese la Berry.
«Beh non lo sappiamo ancora, non conosciamo ancora questa tecnologia. Potrebbe essere un qualche tipo di sistema avanzato di comunicazione oppure ...» mentre parlava Kurt andò a sedersi nuovamente al suo posto, accanto a Sebastian. «... oppure un qualche mezzo di trasporto!»
Eccola, la bomba era stata sganciata!
«Questo non è dimostrato!» Esclamò Clarington. Gli aveva caldamente sconsigliato di dirlo. Ma mai dire a Kurt Hummel cosa può o non può dire! Tanto meglio se è una cosa che sa che a Clarington avrebbe dato fastidio!
«Mi state forse dicendo che non avete la più pallida idea di cosa si tratta? Che può essere qualunque cosa? Che sono mesi che lavorate a questa cosa con i nostri soldi e che ancora non avete capito di cosa si tratta!» Disse Crawford, che non si sforzò nemmeno di mantenere un tono basso ed educato.
«Con tutto il dovuto rispetto signor Crawford, credo che in circa un mese dalla ricezione del messaggio abbiamo già fatto enormi passi da gigante. Cosa si aspetta? Che scoperta una cosa ci vogliano due ore per capire di cosa si tratti? Non è così che funziona, specialmente perché stiamo parlando di cose che non avevamo mai visto, una tecnologia a noi completamente sconosciuta. E' come se, tornando ipoteticamente indietro nel tempo, lei mostri un computer ad un uomo preistorico! Pensa forse che le direbbe subito che cosa sia?»
Tutti in sala tacquero osservando Kurt, chi ammirato, chi con aria indifferente, chi, come Crawford e Clarington, con sguardo puramente assassinio.
Mentre parlava Kurt non si accorse che la porta dietro di lui si era aperta e che qualcuno era entrato in sala. Intravide solo la Vice Presidente Berry fare un lieve cenno del capo. Le sue narici furono investite da un particolare tipo di colonia ... un particolare profumo che aveva imparato ad odiare e ad amare al tempo stesso ... un odore che non sentiva più da cinque anni ormai ...
«Dottor Hummel lei ha sempre questa concezione così ottimistica delle cose, ma qui stiamo parlando della sicurezza mondiale. Questa ... cosa ... potrebbe essere addirittura un Cavallo di Troia. Noi lo costruiamo, lo attiviamo e ci ritroviamo un intero esercito di "omini verdi" pronti a distruggerci senza fare la minima fatica!» Continuò Crawford con lo stesso sguardo arcigno.
«Potrebbe essere addirittura una specie di bomba ad orologeria che una volta costruita distrugga il mondo! Del resto le spedizioni punitive sono costose, il Messaggio è economo. Perché sprecare soldi e risorse per distruggerci. Ci inviano questi numeri primi e noi come tanti scemi costruiamo l'arma che ci distruggerà tutti!» Esclamò il Senatore Karofsky. Kurt roteò gli occhi.
«Ok va bene. Avete paura che possa essere un qualche Cavallo di Troia esplosivo. Bene, ma vi ricordo una cosa. Se veramente come dite voi questi alieni non hanno buone intenzioni nei nostri confronti, c'è un particolare che dovete tenere presente, ma che a quanto pare tendete a non considerare. Loro non solo sanno dove siamo, ma non si dimenticheranno di noi. E non solo perché, a meno che non conoscano altre civiltà extra vegane a parte la nostra, è difficile dimenticare di una tale scoperta, le nostre trasmissioni televisive arrivano ai loro radiotelescopi ogni giorno e ogni giorno gli ricordano della nostra presenza, informandoli su sempre più cose riguardo la nostra evoluzione tecnologica. Quindi signori miei, se è la paura che vi spinge a non voler fare niente, sappiate che loro sanno chi e dove siamo e Macchina o non Macchina verranno sulla Terra comunque! Ora se avete così tanta paura che una volta costruita la Macchina possa esplodere, costruitela su Marte!» L'ultima frase di Kurt voleva essere puramente sarcastica, ma non fu afferrata dalle persone presenti.
«Pff ... Dottor Hummel, lei è proprio il tipico scienziato che guarda solo ai propri comodi, tanto sono gli altri che sborsano per lei, perché preoccuparsi. Ha una vaga idea dei costi di un progetto simile lontano dalla Terra? No, certo che no lei guarda solo ...» Kurt si stava alterando e interruppe Crawford prima che potesse umiliarlo più di quanto già non stesse facendo.
«E lei ha una vaga idea di cosa sia il sarcasmo?» Kurt sentì la mano di Sebastian stringergli con forza la coscia, come a voler intimargli di chiudere la bocca.

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