Salve gente,
per quei pochi che ancora stanno leggendo la storia, mi dispiace tantissimo per questa lunghissima attesa, ma sono davvero indaffarata. Inoltre avevo già pensato ormai di lasciare la storia, su EFP è tutta completa. Ma sono un tipo testardo io e non mi piace lasciare le cose a metà. Cercherò di essere puntuale con gli ultimi due capitoli, ma non prometto niente visti gli impegni e il fatto che sto dedicando quel poco di tempo libero che ho per la stesura delle due nuove storie in arrivo su EFP quindi ...
Scusatemi davvero l'attesa.
Spero che il capitolo vi piaccia
Quando un uomo siede vicino ad una ragazza carina per un'ora,
sembra sia passato un minuto.
Ma fatelo sedere su una stufa accesa per un minuto
e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora.
Questa è la relatività.
Albert EinsteinCAPITOLO 9: SECONDE POSSIBILITA'
"La scena è di poco fa, quando Hunter Clarington, Consigliere di ben due Presidenti e Vincitore del Premio alla Carriera dell'Accademia Nazionale di Scienze è stato sepolto al Cimitero Nazionale di Arlington. La polizia ha fatto inoltre irruzione nell'abitazione di Patrick Fabray, capo del gruppo terroristico ritenuto responsabile dell'esplosione in Florida la scorsa settimana. E' stato ritrovato un video amatoriale che aveva girato prima di suicidarsi.
«Quello che facciamo, lo facciamo per il bene di tutta l'umanità. Non saremo compresi, almeno per ora, ma la futura Apocalisse rivendicherà la nostra professione di Fede»"«Kurt ... piccolo ... smetti di guardare questa roba!» Blaine andò a spegnere il piccolo televisore nella piccola casetta. Erano ritornati il giorno prima in New Mexico, al VLA.
Dopo tutto ciò che era successo, la presenza di Blaine non era più richiesta alla Casa Bianca, così era andato con Kurt, con la scusa di dover fare delle ricerche per scrivere un nuovo libro su tutto ciò che era avvenuto in quegli anni. Sapeva bene che nel familiare osservatorio del VLA potevano vivere la loro storia tranquillamente, senza essere giudicati.
Kurt si era chiuso in un silenzio tombale. Né Blaine né Sebastian erano riusciti a smuoverlo.
Quando Blaine aveva visto l'accaduto in diretta televisiva, aveva temuto di morire d'infarto per la paura. Ricordò l'angoscia di quelle terribili ore, le continue telefonate per avere notizie, lui e Sebastian che cercavano di farsi coraggio l'un l'altro. Ci vollero ore e ore prima che tutte le persone che si trovavano all'IMC evacuassero e ancora di più per poter fare una conta accurata dei morti e dei feriti. Blaine non dimenticò mai la gioia che provò quando una telecamera inquadrò Kurt, vivo e apparentemente illeso.
«Ehi ... Kurt ...»
Il più piccolo si stese sul letto, rannicchiandosi in posizione fetale. Provava sentimenti così contrastanti dentro di sé. Gli dispiaceva per Clarington, lo odiava certo ma non gli avrebbe mai augurato una cosa del genere. Però una minuscola parte di lui non poteva che provare gioia, Clarington aveva minacciato subdolamente di smascherare la sua relazione con Blaine, ora il problema era risolto. E questo lo faceva stare peggio. Non era giusto provare un minimo di sollievo per la morte tragica di una persona. Era una cosa sbagliata. Voleva forse dire che lui era una persona cattiva? Senza contare che ormai la Macchina era andata completamente ed irrimediabilmente distrutta. Nessuno aveva più intenzione di ricostruirla d'accapo. Era costata troppo e aveva prosciugato le intere casse di tutti gli Stati partecipanti. Ci sarebbero voluti decenni affinché il mondo fosse economicamente pronto a ricostruirla.
Kurt tirò su con il naso. Lui pensava alla Macchina e al fatto che non si sarebbero più potuti mettere in contatto con una civiltà aliena, quando ben trentotto persone erano morte!
Cominciò a singhiozzare, cercando di mordere il cuscino per mascherare i suoi versi.
«Kurt ... piccolo. Ti prego parlami. Lo sai che mi puoi dire tutto amore. Non ce la faccio più a vederti così. E' una settimana che parli a monosillabi. Non mangi, non reagisci nemmeno più alle battute a quintuplo senso di Sebastian, e in questa settimana c'è andato giù veramente pesante nella speranza di farti reagire.»
Kurt sollevò appena la testa, incontrando i caldi occhioni di Blaine che gli accarezzava con una tenerezza disarmante la guancia bagnata di lacrime.
«Ehi ...»
«Clarington sapeva di noi ...» Kurt non si rese nemmeno conto che aveva cominciato a parlare. Sentì la sua voce uscire come se nemmeno fosse la sua, come se provenisse da lontano, come se lui fosse esterno a tutti gli avvenimenti che stavano accadendo, come se fosse qualcun altro a comandare il suo corpo.
Blaine si stese accanto al suo ragazzo e passando un braccio attorno alle sue spalle se lo strinse forte al petto.
«... aveva scoperto della nostra relazione ... mi aveva minacciato ... facendomi capire che sapeva e che ... che poteva dire tutto in qualsiasi momento. Io ... io non riesco ad essere ... dispiaciuto al cento per cento che sia morto ... mi sento un mostro Blaine ... ma ... ma lui sapeva di noi ... e se diceva di te ... mi odio così tanto Blaine in questo momento!»
Kurt singhiozzò più forte, affondando completamente il volto nel petto di Blaine, aggrappandosi con forza alla sua camicia.
Blaine inspirò profondamente e strinse Kurt ancora più forte al petto.
«Perché non mi hai detto che sapeva di noi, Kurt?»
«P ... perché è successo tutto prima di quella ... maledetta prova. Poi ... poi c'è ...» Kurt singhiozzava talmente tanto che non riuscì a proseguire di parlare.
«Kurt piccolo, già il fatto che tu pensi che queste cose siano sbagliate e che quindi ti senti in colpa fa capire che hai una coscienza e che non sei un mostro. Sono sicuro che il senso di dolore che provi sia più grande di quello di sollievo. Certo non trovo corretto che tu provi certe cose, ma ti ha minacciato e credo sia un filo normale ... ehi ... guardami ... » Blaine sollevò il volto di Kurt, permettendo ai loro occhi di incontrarsi in un turbinio di colori ed emozioni. «... ehi, non ti giudico amore mio. Vedo che soffri e so che se anche non eri il più grande fan di Clarington sei addolorato per la sua morte. Lo siamo tutti. E' stata tragica e assolutamente ingiusta, ma nessuno, nemmeno uno come Clarington merita di morire così.»
Blaine strinse al suo petto Kurt, con forza, cercando di infondergli tutto l'amore che poteva. Gli dispiaceva che Kurt avesse dovuto portare quel fardello da solo per una settimana, avrebbe voluto condividerlo con lui. Ma capiva che quello era un lato del carattere di Kurt che ancora non era riuscito a cambiare, forse non ci sarebbe riuscito mai.
«Starai pensando che il tuo Dio ha fatto la sua volontà. Che non voleva che noi entrassimo in contatto con un'altra civiltà aliena e che ci ha punito per aver tentato di ... aspetta qual è la frase preferita ... ah si ... "giocare a fare Dio"!»
Blaine decise di sorvolare sul tono acido di Kurt. Visto lo stato in cui era sarebbe nata una lite e nient'altro.
«A dire il vero penso che Dio accetti e protegga la nostra unione.» Kurt corrugò la fronte e girò il capo per guardare Blaine negli occhi. Gli stava sorridendo, con quel sorriso che faceva venire a Kurt le vertigini ogni singola volta, quel particolare sorriso che Blaine aveva solo quando lo guardava.
«Perché se fossi stato scelto tu Kurt, ci saresti stato tu su quella piattaforma. Ed io adesso sarei con Sebastian a piangere sulla tua tomba!»
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Contact
FanfictionKurt Hummel è un astronomo che lavora al progetto SETI, impegnato nella ricerca di vita extraterrestre. Dopo anni di duro lavoro, Kurt capterà un Messaggio, proveniente dalla stella Vega, che testimonia la presenza di un'altra civiltà oltre alla lor...