Capitolo 10: Piccole mosse

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Salve gente,

eccovi il penultimo capitolo della storia. Spero domani di riuscire senza intoppi a pubblicare l'ultimo.

Buona lettura





CAPITOLO 10: PICCOLE MOSSE
Quella mattina Kurt e Blaine si svegliarono molto presto, in realtà non avevano dormito molto entrambi. Ognuno cercava di memorizzare quanto più poteva dell'altro, speravano entrambi che restando fermi a guardarsi, il tempo in qualche modo potesse smettere di scorrere. Ma il tempo è inesorabile, scivola via come una foglia al vento, rapido e inesorabile.
Kurt si lavò e si vestì velocemente. Un militare giapponese lo venne ad informare di seguirlo.
«Un momento, arrivo tra un secondo.» L'uomo aspettò educatamente fuori dalla porta.
«Blaine, prenditi cura di Bas mi raccomando, mettigli vicino al letto il bastone, poi il bicchiere d'acqua, la notte gli viene sempre una gran sete e sistemagli i vestiti impilati ...»
«Kurt, piccolo prendi fiato. Sebastian ed io ce la caveremo. Sicuro di non volerlo passare a salutare?»
«No Blaine. L'ho salutato ieri, credo di non averne di nuovo il coraggio.»
«Vieni qui.» Blaine spalancò le braccia e Kurt ci si posizionò subito in mezzo. Il riccio lo avvolse nel suo abbraccio, baciandogli i capelli con dolcezza.
Kurt sentiva nuovamente gli occhi pizzicare. Non voleva lasciare quel calore, quelle braccia erano la sua casa, il suo luogo sicuro.
Blaine ad un certo punto si separò da Kurt andando a prendere un foglio dalla sua agenda. Il ragazzo lo guardava con curiosità.
«Chiudi gli occhi!»
«Blaine cosa ...?» Blaine si era riavvicinato a lui, prendendolo per mano e tenendo il foglio che aveva preso nascosto dietro la sua schiena.
«Kurt, chiudi gli occhi e fidati di me!» Kurt chiuse lentamente gli occhi. Sentì il rumore di un fruscio e subito dopo le morbide labbra di Blaine sulle sue. Fu un bacio molto dolce, dal vago retrogusto di un addio, a cui però Kurt si sforzava di non pensare. Dopo un po' Blaine si staccò da lui e Kurt aprì gli occhi. Il moro davanti a lui sorrideva e poi alzò lo sguardo verso l'alto e Kurt lo imitò. Vide finalmente cosa c'era su quel foglio, che Blaine teneva sollevato con una mano. Era una mappa stellare che raffigurava la costellazione di Orione. Kurt sentì il cuore tremare.
«La prima volta che abbiamo fatto l'amore mi dicesti che Orione era la costellazione sotto cui avresti voluto baciare l'uomo che amavi. Lo avrei fatto con l'originale, ma siamo in estate perciò mi sono dovuto arrangiare, ma sono sicuro che quando tornerai potrò baciarti tutte le volte che vorrai sotto la vera Orione.»
Kurt gli gettò le braccia al collo, incapace di trattenere le lacrime.
«Ti amo! Ti amo! Ti amo! Ti amo!»
Blaine non voleva lasciarlo andare, sarebbe stato perso senza Kurt, non era nessuno senza di lui. Kurt era il suo tutto e il suo niente, era il suo più grande dolore e il suo unico e vero amore.
Sentiva già quel dolore straziante ad altezza del petto, già percepiva che stava disimparando a respirare senza Kurt. Ma doveva lasciarlo andare, lentamente aprì le braccia e sentì Kurt staccarsi da lui.
Si guardarono. Un oceano di lacrime specchiato nel crepuscolo.
«Ti amo.» Kurt sfiorò appena le labbra di Blaine con le proprie, indugiandovi quel tanto necessario per rendere quel tocco reale.
Non era un addio, se lo erano ripetuti così tante volte, ma il sapore che percepirono entrambi in quel bacio sapeva di tutte le cose meravigliose che avevano progettato e che ora non avrebbero più avuto.
Kurt non guardò Blaine negli occhi, si girò e uscì dalla stanza. Non voleva avere come ultimo ricordo, un uomo distrutto e dilaniato dal dolore, voleva ricordarlo come lo aveva sempre visto, dolce e premuroso, bello e solare.
Chiuse la porta e seguì il militare, lasciando in quella stanza non solo Blaine, ma anche il suo cuore.

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