3. RAY POV

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Sentivo i miei nervi irrigidirsi, i pugni serrarsi automaticamente e il cuore a mille, probabilmente per il forte nervoso che avevo accumulato in quegli istanti.

Non ero geloso di Cloe, potevo giurarlo, non lo sarei stato mai di una persona che conoscevo da solo un giorno.

Non avevo motivo, ma sentivo il bisogno di cercare delle risposte dentro me, il solo pensiero di essere geloso di una persona sconosciuta mi faceva innervosire ancora di più.

Non volevo affezionarmi, non dopo l'ultima batosta che avevo preso.

Perché mi comporto così?

Non è la mia ragazza, ma il solo pensiero di qualcuno che le mette una sola mano addosso mi fa innervosire.

"Tutto bene, Ray?" Mi chiese Cloe.

"Sì, sto bene." Le risposi, fingendo e riuscidendoci anche bene.

Non avevo il coraggio di ammettere a lei i miei pensieri, nonostante sapessi benissimo che mi avrebbe ascoltato.

E no, non lo sapevo benissimo anche perché non la conoscevo, ma c'era una parte di me che mi portava a capire il suo carattere.

A partire dai suoi occhi, i suoi grandi occhi, trasmettevano qualcosa.

Una persona forte, ma che allo stesso tempo era stata distrutta da un qualcosa, e quel qualcosa aveva aiutato la sua corazza ad essere sempre più dura.

Misi in moto l'auto, ma prima che potessi partire, sentii una mano posarsi sulla mia spalla, mi voltai e Cloe avva una piccola lacrima che le bagnava il suo viso, d'istinto l'abbracciai e sentii la sua testa posarsi sul mio petto.

Era come se conoscessi Cloe da sempre, come se quel giorno fosse un mese, un anno, o addirittura, un secolo.

Ma non potevo permettermi di esagerare, neanche con la mente.

''Va tutto bene, ragazzina.'' Le dissi.


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Stavo guidando, ma nemmeno uno dei miei nervi era disteso completamente.

Perché piangeva?

Mi stavo domando questo da un po' di minuti.

Mi feci coraggio e decisi di chiederle il motivo per cui aveva pianto, prima.

"Cloe... Beh, so che forse non è la domanda adatta adesso, ma..."

Stavo per finire la frase, ma lei mi precedette.

"Scusami, Ray. Non volevo piangere dinanzi a te, è stato un gesto inconscio."

Mi sforzai, con molto imbarazzo, di domandarle il motivo.

"Se ti va puoi parlarne Cloe. Ti ascolto."

"Beh... Ray, tutto è successo due anni fa.
Era il giorno del mio compleanno e avevamo programmato di festeggiare il mio ultimo compleanno da teenager in una pizzeria un bel po' distante da casa mia.
Mio padre mi aveva promesso che quel compleanno l'avrei ricordato per sempre.
La mattina, appena sveglia, trovai sul mio comodino un bigliettino con scritto 'Buongiorno ragazzina di papà. Scendi di sotto, c'è una cosa per te sul tavolo.'
Nemmeno il tempo di leggere, e già mi precipitai di sotto. C'era un pacco rosa, scartai e all'interno ci trovai un biglietto con su scritto 'Da papà.'
Poi, un'altra scatola, la scatola del mio regalo materiale. Era una riproduzione in miniatura di Los Angeles. Decisi poi, di leggere la lettera.
'Per la prima volta mi ritrovo a scrivere una lettera per la mia piccola ragazzina, per il giorno del suo ultimo compleanno da adolescente. Da quanto aspettavi questo momento? Da tanto, forse troppo tempo. Mi hai assillato un anno prima, dicendomi di essere presente il giorno del tuo compleanno, sei stata una palla al piede lo ammetto, ma ho amato il modo in cui mi hai chiesto mille volte di venire qui per il giorno tanto atteso, nonostante il lavoro non me lo permettesse. Così, l'altro ieri, ho deciso di parlare al mio datore per chiedergli un giorno libero, ma ha declinato la mia richiesta, così mi sono finto malato e sono venuto qui ben 4 giorni prima.
Ragazzina, stai crescendo adesso, ed io sto guardando la mia bambina farsi una donna. Ti auguro buon compleanno, ragazzina. Prometto che stasera sarà il tuo giorno preferito, lo ricorderai per sempre.
Buon compleanno ragazzina.
Il tuo papà.'
Inutile menzionare quante lacrime versai.
Alle 18:00 p.m, mi stavo preparando per la grande serata, mentre mia madre era di sotto e sentii suonare alla porta.
Pensai subito fosse mio padre.
Due secondi dopo, mia madre crollò in un pianto a dir poco isterico.
Corsi di sotto e ebbi la più brutta notizia che una figlia potesse avere.
'Tuo padre è morto, Cloe. Mi dispiace tanto.' Mi annunciò un agente della polizia.
Crollai.
Mio padre era andato a terminare gli ultimi preparativi per la mia festa, e al ritorno a casa aveva perso il controllo dell'auto, schiantandosi contro un lampione della luce.
Morì sul colpo.
Da quel giorno non festeggio il mio compleanno, i miei diciott'anni li trascorsi al cimitero, con il mio papà.
Mi manca così tanto, Ray.
Mi manca sentire il suo 'ragazzina'.
So che è inutile piangersi addosso, ma per me niente sarà mai più come prima."

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