6. Piscina.

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Ray è appena tornato con un costume rosa, con dei pois bianchi.

Non sapevo che Ray avesse questo costume.

"Ragazzina, prima che tu possa farti strani pensieri, questo è il costume di mia sorella, Lissy."

Ha una sorella?

Non ne sapevo assolutamente nulla.

"Oh, capisco. Beh, ti ringrazio."

                                    _

Dopo finalmente una mezz'ora abbondante, esco dal bagno.
Se Ray sapesse che i primi cinque minuti li ho impiegati ad indossare il costume, e gli altri venticinque a guardarmi allo specchio alla ricerca di difetti, riderebbe di gusto, proprio come sta facendo la mia io interiore.
Quando finalmente decido di uscire dal bagno, la stanza dove prima avevo lasciato Ray ad aspettarmi, è completamente vuota.
Quando mi guardo intorno, trovo un post-it -maledetti post-it- "Ti aspetto in piscina, lumaca."

Oh, ma fantastico. Grazie per essere stato paziente, Ray. E grazie anche a te, mia io interiore, per non avermi svegliato da quel sonno profondo che ho avuto per mezz'ora dinanzi allo specchio.

Mi affretto per poi uscire finalmente da casa di Ray, quando il mio telefono squilla. -Maledetto telefono. Sei sempre molto preciso, oh.

"Pronto?"

"Sappi che me la pagherai, cara. Sei in  pericolo, credo che debba stare molto attenta quando varchi la soglia di casa ed esci. Baci."

Conosco quella voce, quella è la voce di Peter.
Non contento, ha anche deciso di minacciarmi.
Sento un brivido di paura correre lungo la mia schiena, ed il cuore battere a ritmi irregolari.
Non dovrei aver paura, ma sapere di essere in pericolo e che ad avermi minacciata è proprio lo stesso ragazzo che in passato mi ha fatto del male, mi mette non poca paura.

Decido di dirigermi finalmente in piscina.

Vedo Ray seduto sul bordo della piscina, non si è accorto di me, così decido di fargli prendere uno spavento.

Mi avvicino con cautela, e lo spingo in piscina.

Soffoco in una risata profonda.

"Ragazzina, sta attenta da ora."

Oh grazie, Ray. Mi chiedo se tu e Peter vi siate messi d'accordo o cosa.

Chino il capo, e la mia mente inizia a pensare ad ogni parola pronunciata da quel verme.

"Ragazzina stai bene?"

Vorrei potergli dire che non sto affatto bene, che la mia mente sta ripensando ad ogni male causato da quella persona, che sono in pericolo, che Cloe Gucci non sta bene.

Ma mi limito ad accennare un sorriso, uno di quelli sforzati.

Ma so che Ray è troppo perspicace.

E di fatti...

"Spara." Mi dice.

Sì, Ray. Se avessi una pistola, sparerei dritto in petto a Peter, ma sono munita di dieci fottute dita, e non mi bastano. Nemmeno se le aggiungo a quelle dei piedi.

Tuttavia, decido di spiegarglielo, il suo radar è troppo rispetto al mio sorriso palesemente falso.

"Beh, Ray, diciamo che prima che venissi qui, Peter mi ha chiamata minacciandomi. Mi ha detto di stare attenta, da oggi in poi, che sono in pericolo fra le strade di Los Angeles. E che me la farà pagare..."

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