Il locale è colmo di gente e ci facciamo strada al nostro tavolo con fatica.
"A capodanno ci sarà il delirio qua,meno male che conosco il proprietario,altrimenti era un bel casino con il tavolo". Alex parla e Zoe annuisce. In questo posto non ci siamo più tornati da quando ho incontrato Jonathan quella sera,non gli ho più chiesto perché stesse picchiando quel tipo.
"Cosa vi portò bella gente". Ci sorride una cameriera con dagli shorts inesistenti,Dio siamo a dicembre e fuori ci saranno meno tre gradi. Mi viene freddo solo a guardarla.
"Tre birre e...cosa prendi te?". Mi chiede Alex.
"Una Coca-Cola per favore". Le sorrido e lei scrive tutto sul block notes.
"Arrivano subito". Cammina veloce e scompare tra la massa di gente accalcata sulla pista dove un DJ suona musica commerciale.
Passiamo la serata a ridere raccontandoci anneriti divertenti e io ho le lacrime agli occhi,
"Okay io e questa ragazza andiamo a ballaree" Zoe mi tira per il braccio e io la seguo nella pista. "Scateniamoci baby"ridacchia e iniziamo a ballare divertendoci da matte,sento delle mani toccarmi la vita così faccio un passo in avanti.
"Ehi tesoro". La voce di un ragazzo mi penetra nell'orecchio e io decido di girarmi ponendo fine a questa cosa.
"No mi dispiace". Cerco di spostarmi ma lui mette le sue mani sulla mia vita.
"Oh andiamo è solo un ballo". Ghigna.
"Se fossi in te la lascerei andare tipo ora". Jonathan comprare davanti a me. Sovrasta di 15 centimetri il ragazzo dietro di me e sembra molto incazzato a giudicare dalla vena in rilievo Sul suo collo.
"Ehi amico c'ero prima io". Ghigna e quando alza la testa verso Jonathan sbianca letteralmente.
"Ci sono altre ragazze,questa qui no quindi se no ti levi dai coglioni entro tre secondi ti faccio rimpiangere di averla anche solo sfiorata". Il suo respiro è accelerato e fa un passo più vicino a l'uomo e io mi metto in mezzo tra di loro,tocco il petto di Jonathan e faccio movimento circolari per calmarlo,cristo santo se chiamasse la polizia andrebbe in galera sicuramente.
"Jonathan". Sussurro,so che non puoi sentirmi così gli accarezzo un braccio per tentare di calmarlo.
"Amico prendila è tutta tua,quante storie per una tipa". Sbuffa il ragazzo andandosene. Rilascio un sospiro di sollievo mentre sotto il mio tatto Jonathan è ancora rigido.
"Dimmi che non ti ha toccata". Mi dice abbassando un po' la testa per permettermi di sentire la sua voce,ma con lo sguardo è ancora fisso sul ragazzo che si sta dirigendo al bar.
"Non mi ha fatto niente davvero,non c'era bisogno che intervenissi".
"Ti stava dando fastidio,l'ho visto". La voce è dura e glaciale,mi fa paura in questo momenti,quando è letteralmente sconnesso dal mondo e si trasforma in un animale.
"Si ma potevo cacciarlo via,Jonathan non ti puoi permettere le risse". Glielo ricordo.
"Cazzo quando ho visto quel tizio che ti sfiorava e tu che non volevi...ho bisogno di un bicchiere". Si allontana da me.
"No Jonathan,resta qua,resta con me". Gli accarezzo la guancia sfregiata e poco a poco lo sento tranquillizzarsi. Gli metto le sue mani sui miei fianchi e stretti in un'abbraccio iniziamo a ondeggiare,probabilmente questo tipo di musica non si balla così,ma ce ne freghiamo,a noi va bene così.
"Sicura di star bene?". Mi chiede dopo poco con la testa nel mio collo.
"Si Jonathan,sto benissimo davvero". Lo rassicuro. Chissà cosa sente,c'è un sacco di casino qua e io mi chiedo cosa riesca a sentire.
"Jonathan?". Lo richiamo.
"Mhm ?". Strofina la fronte sul mio collo,deve abbassarsi di parecchio visto i molti centimetri che ci separano.
"Cosa senti?". Sono un po' titubante a chiederglielo e quasi mi pento.
"Ora?". Chiede e io annuisco.
"Casino...non riesco a sentire i suoni o le parole della musica o la musica in se,percepisco le vibrazioni,è come essere sotto una campana di vetro,con un ronzio costante,non mi piace molto stare qua." Cerca di spiegarmi dolcemente.
"E a me mi senti?". Gli chiedo avvicinandomi il più possibile al suo orecchio.
"No,a volte sento dei rumori che presuppongo sia la tua voce,leggo per lo più il labiale". Mi rivela.
È quasi un ora che balliamo per modo di dire in questo strano modo eppure mi sento così bene.
"Sei stanco?". Gli chiedo.
"No...solo un po' fatto e tu?". Mi dice la verità e gli sono grata per questo.
"Io sto bene...mi sto divertendo". Sorrido.
"Bene...molto bene". Ridacchio alle sue parole e rimaniamo stretti tra la gente che a volte ci urta senza minimamente farci staccare.
Mi giro e dal tavolo in cui eravamo Zoe e Alex ci stanno guardando,sorridono quando mi vedono fissarli e io contraccambio. Probabilmente non dovremmo essere così vicini,non dovremmo abbracciarci,eppure Jonathan mi è mancato così tanto,non scorderò e ne cancellerò quello che mi ha fatto passare ma ora che lo guardo e che sto passando del tempo con lui capisco che la merda che ho passato io in confronto è solo un mal di pancia fastidioso e niente di più. Lo vedo spento,arrabbiato e triste,un mix che può essere letale per tutti. È come una bomba che non sai mai quando esploderà. Massaggio la sua schiena e il suo alito caldo mi provoca dei brividi sul corpo.
"Hai il profumo più buono del mondo". Parla.
"Ah si ?". Chiedo.
"Mhm...resterei così per sempre Claire...". Mi rivela con voce leggermente trascinata.
"C'è un tempo per tutto Jonny". Gli dico. Sotto sotto anche io rimarrei così per sempre. Lo sento pesante su di me,come se tutto il suo corpo fosse rilassato,ma appena guardo in basso vedo le sue gambe che tremano,come se non riuscissero più a sostenerlo,per quanto voglia restare così lui lo sa che il suo corpo non c'è la fa,è comunque fatto di eroina. Anche in questo momento l'eroina ha rovinato tutto. Di nuovo.
Lo stacco un po' da me e grazie alle luci riesco a vedere il suo volto pallido,più pallido del solito.
"Stai bene ?". Chiedo leggermente preoccupata.
"Io...". Non finisce la frase.
"Okay Jonathan andiamo un po' fuori". Lo vedo annuire e usciamo velocemente dal locale. Si siede sul marciapiede a qualche metro dall'entrata per evitare il via vai di gente.
Gli tremano leggermente le mani e le gambe. Rettifico ora sono preoccupata.
"C'è l'hai una sigaretta?". Chiede con occhi strani.
"Si aspetta". Gli porgo il pacchetto e al terzo tentativo riesce ad accendere la sigaretta.
"Dimmi cosa ti sta succedendo?!". Mi siedo di fianco a lui.
"Zuccheri". Dice solo. Ha un fottuto calo di zuccheri,quando ti fai di eroina spesso alterni periodi in cui ti strafoghi di dolci e vai in iperglicemia e periodi in cui non assumi abbastanza zuccheri e vai in ipoglicemia e il fatto che non mangia praticamente nulla non aiuta.
"Okay...". Pensa cazzo,pensa Claire.
"Ora mi riprendo stai tranquilla". Gli tremano le mani e il suo colorito non è molto bello.
Una lampadina mi scatta in testa.
"Stai qua arrivo subito". Lo guardo negli occhi. Lui annuisce e io corro letteralmente all'entrata fino al tavolo dove c'è la mia borsa e il mio giubbotto,non mi ero neanche resa conto di essere uscita senza esso.
"Claire ma dove diavolo eravate vi stavamo cerca-" Zoe urla ma non ho tempo.
"Dov'è Jonny?". Mi chiede.
"Fuori,non sta bene". Non gli do il tempo di parlare e scappo con il giubbotto e la borsa sotto braccio.
È seduto nella stessa posizione di prima solo che ora ha un'altra sigaretta in mano,la porta alle labbra con mano tremante e mi fa un sorriso strano quando mi vede.
"Okay adesso starai meglio,giuro che starai meglio". Gli ripeto,la svuoto completamente a terra e finalmente trovò quello che cercavo. Una bustina di zucchero. La porto sempre con me da quando una volta a lezione rischiai di svenire se una ragazza non mi avesse dato una bustina di zucchero,mi sentii subito meglio.
"Apri la bocca e alza la lingua". Strappo un pezzetto di carta e lui fa come gli dico.
Gli verso lo zucchero nella bocca e mi siedo di fianco a lui tenendoli la mano,serve più a me che a lui questa cosa.
"Jonny?! Jonny stai bene?!". Zoe urla e si avvicina correndo così come Alex.
"Non preoccuparti nanerottola sto bene". Le sorride e sta riprendendo un po' colore nel viso,anche se rimane comunque pallido.
"Dio mio mi hai fatta morire". Respira affannosamente lei e Alex lo scruta soltanto.
"Claire..." mi richiama.
"Uhm?" Gli chiedo girandomi.
"Mi stritoli la mano perché sei incazzata o perché hai paura?". Ghigna divertito e io abbasso lo sguardo sulle nostre mani congiunte.
"Tutte e due le cose". Respiro e lascio la presa.
"Quante volte te l'ho detto che ti devi portare sempre dietro che ne so delle caramelle?! Se ti sei dimenticato pure il Narcan siamo apposto". Parla lei arrabbiata e Alex annuisce.
"Lo sai che lo porto sempre dietro quello". Si fa serio e la guarda con occhi di ghiaccio.
"Vieni qua,mi dispiace scusami". Lei si avvicina e lo abbraccia baciandoli la testa.
"Giura che stai meglio?". Sussurra lei.
"Sto meglio te lo giuro". Dice lui sospirando.
Mi chino a raccogliere la roba che ho tirato fuori dalla borsa quando qualcosa pizzica il mio dito facendomelo tirare subito in dietro. Guardo una piccola gocciolina rossa uscire da esso e quando abbasso lo sguardo il mio cuore smette ti battere e tutta l'aria nei miei polmoni esce di colpo.
"Claire?". Mi richiama Jonathan.
Deve aver notato il mio dito e quando anche Alex e Zoe notano la siringa a terra strabuzzano gli occhi.
"Fammi vedere". Si avvicina lui ma quando mi sfiora mi scosto di colpo,non so perché lo fatto.
"Claire...". Sospira dispiaciuto. La sua fottuta siringa mi ha appena bucato il dito.
"Non ti faccio niente". Ci riprova e faccio un respiro enorme cercando di non scappare dalle sue mani.
Mi scruta il dito e capisce che l'ago ha perforato la carne,dai suoi pantaloni tira fuori un pacco di fazzoletti e ne prende uno,mi pulisce dalla gocciolina di sangue e preme un po' per far smettere di sanguinare.
"ti giuro Claire...ti giuro che non ho malattie,te lo giuro". Mi guarda negli occhi e io ingoio un groppo enorme che ho in gola.
"Ehi guardami,ti giuro,ti giuro sulla testa di mio fratello che non ho malattie,faccio gli esami del sangue due volte al mese,ho usato una volta sola la siringa che avevi in borsa.". Mi prende la faccia,il mio cuore batte all'impazzata,tutta la vita mi è passata in un secondo. Non sono stata attenta,quando si tratta di lui non sto mai attenta.
"Okay? Appena arriviamo a casa ti faccio vedere tutti i fogli,te lo giuro Claire non ho malattie". Annuisco con la testa anche se sono altamente scioccata,potevo prendermi qualche malattie,solo per la mia stupidità.
Mi stringe a se con un abbraccio e mi rassicura anche se non c'è molto da dire,io mi fido di lui.
"Dai andiamo a casa". Mi tira su e io annuisco. Raccoglie la siringa da terra insieme al tappino arancione che è a qualche centimetro di distanza,lo inserisce e butta la siringa nel cassonetto dell'immondizia,sembra così serio ora.
"Aspettate qua,andiamo a pagare". Ci dicono i ragazzi e io mi allungo per dare a Jonathan una banconota da 5$ ma lui scuote la testa.
"Non puoi pagarmi tutto". Dico piatta ancora scioccata da poco prima.
"Lo so,ma ci provo lo stesso". Mi sorride dandomi un pizzicotto alla guancia per poi sparire all'interno del locale.
"Claire..." Zoe mi sfiora la spalla.
"Mi fido di lui,non c'è nulla da dire davvero". Sospiro.
"Non è comunque una bella cosa quella che ti è appena successa,non va sempre bene,davvero Claire". Mi porta a se e mi abbraccia forte.
"Possiamo andare?". Alex e Jonathan escono e si infilano il portafoglio nelle tasche dei Jeans. Annuiamo io e Zoe e ci incamminiamo verso la macchina. Zoe mi stringe la mano per tutto il viaggio. Le sue parole mi fanno riflettere,"non va sempre bene,davvero Claire" sono stata io a dirli di metterla nella mia borsa e non dovevo farlo,si tratta sempre di uno strumento che viene a contatto con il sangue e per quanto Jonathan stia attento a queste cose il pericolo di contrarre qualche malattia mi ha sfiorato la mente,lo terrò bene in mente per le prossime volte,non commenterò più questo errore.
"Allora ci vediamo domani?". Zoe mi abbraccia e io annuisco.
"Sicura di non voler venire con noi?". Mi chiede Alex e io annuisco.
"Bene,mandaci un messaggio quando arrivi a casa". Parla lui dandomi un buffetto sotto il mento e io annuisco.
Seguo Jonathan per le scale del suo palazzo,dovrei solo andarmene a casa ma voglio davvero mettermi la coscienza in pace e guardare quei fogli.
Tira fuori le chiavi e apre l'appartamento degli orrori,continuo a sostenere che dovrebbe andarsene da qua.
Un brivido di freddo mi fa scrollare le spalle e Jonathan sembra accorgersene visto che alza al massimo il riscaldamento.
"Vuoi qualcosa da bere ?". Mi chiede e io faccio di no con la testa.
"Okay,mettiti comoda". Si toglie la giacca e lo faccio anche io.
"Arrivo subito". Sparisce dietro la porta della sua camera,noto una cornice vicino al televisore così mi alzo per vedere meglio.
Nella foto ci sono Alex,Zoe e Jonathan in mezzo,sono piccoli avranno 14 anni ma Jonathan gli supera in altezza di gran lunga e tiene le sue braccia nelle spalle degli amici,sorridono tutti e tre felici e Zoe era davvero carina da piccola,era più grassottella e nella foto ha la pelle leggermente abbronzata mentre la faccia di Alex è rossa e sul naso c'è una spolverata di lentiggini mentre al collo porta una medaglia. Sorrido nel vedere la felicità nei loro occhi,mi chiedo ancora come io non abbia mai incontrato da piccola nessuno di loro,venivo spesso qua per le feste e le vacanze estive.
"Avevo 14 anni la". Faccio un balzo e trovo Jonathan con dei fogli in mano dietro di me.
"Alex aveva vinto la corsa campestre,lo avevamo sfottuto per tutta l'estate,non pensavamo facesse sul serio". Sorride e io annuisco abbassando la cornice e rimettendola al suo posto originale.
"Vieni". Lo seguo sul divano e ci sediamo un po' distanti.
"Questi gli ho fatti a metà dicembre". Mi allunga i fogli e io sono un po' titubante nel prenderli.
"Prendili Claire,non farti problemi,è giusto che tu dia uno sguardo,anche io lo farei al tuo posto". Mi sorride un po' triste e me li riallunga di nuovo. Gli prendo e guardo subito al fondo dove ci sono gli esiti del test. Sono tutti negativi. Tiro un sospiro di sollievo e mi passo la mano sulla faccia.
"Grazie". Gli dico.
"Mi dispiace che tu ti sia punta,non succederà più,se fossi stato malato a quest'ora tu non saresti qui con me". Mi rivela.
"Che vuoi dire?". Chiedo confusa.
"Non avrei permesso a nessuno di voi di starmi vicino,non avrei mai rischiato che voi vi ammalaste per colpa mia,uno non ci pensa quando sei in certe situazioni a proteggersi". Penso si riferisca a una ipotetica overdose.
"Ho avuto paura". Gli rivelo.
"Lo so,è per questo che sei qua,non ti mentirei mai su una cosa del genere Claire". Mi sorride e io poso i fogli sul tavolino da caffè.
"Mi dispiace di aver reagito male prima". Gli dico guardandolo negli occhi.
"Non devi scusarti,è comprensibile,sei stata presa alla sprovvista,non me la sono presa".
"Non avrei dovuto dubitare di te" mi sento un po' in colpa per averlo fatto.
"Claire oltre ad essere tuo amico sono un tossico okay ? È comprensibile che tu abbia dubitato di me,sono così felice che tu ti fidi di me davvero,lo fanno in pochi,di solito le persone non si fidano di quelli come me". Sospira.
"Jonathan non hai nessuna diversità,mettitelo in testa,se una persona dice bugie,le dice anche quando non è fatto e tu non me le dici,a volte mi nascondi le cose e ti ho detto che non mi piace,mi hai mentito ? Qualche volta lo hai fatto ma a volte lo faccio anche io sai". Sorrido.
"Non per cose gravi ma magari anche io a volte dico delle piccole bugie a fin di bene,di solito tu mi menti per proteggermi ma devi capire che non ho più 17 anni,sono adulta ora". Continuo e lo vedo annuire.
"Lo sei sempre stata Claire,più di me,già allora avevi la testa avanti,io lo sapevo che prima o poi saresti diventata qualcuno e sono felice di avere avuto ragione". Mi accarezza la guancia.
Mi sfiora le mani e si ritrae.
"Hai freddo?". Mi chiede confuso e io annuisco,devo ricordarmi di vestirmi più pesante.
"Aspetta". Vai in camera sua e dopo poco torna con una felpa nera.
"È un po' grossa per te ma almeno è calda". Sorride e io lo ringrazio,mi arriva sopra il ginocchio e devo arrotolare un po' le maniche,profuma di lui e di un misto di tabacco e ammorbidente,mi piace questo odore,mi tranquillizza.
"Devo proprio andare". Mi alzo dal divano e guardo l'orologio a muro che segna le due di notte.
"Ehm...va bene guida piano...mandami un messaggio magari". Si gratta la testa imbarazzato,forse sperava che rimanessi per la notte.
"Non ho il tuo numero". Rivelo e questa volta sono io quella imbarazzata.
"Vero,rimediamo subito...se vuoi ecco". Devo trattene una risata,assomiglia a un bambino un po' goffo.
"Non prendermi in giro Claire". Si imbroncia e io scoppio a ridere definitivamente.
"Dico sul serio". Continua lui.
"Si scusa". Mi ricompongo e prendo dalla mia borsa il telefono. Glielo passo e lui fa lo stesso con me.
"Fatto". Diciamo insieme e scoppio a ridere.
"Sembriamo dei fottuti gemelli". Esordisce lui.
"Allora a domani".
"Si certo". Giocherello con le mie mani.
"Si...ehm possiamo fare colazione insieme se ti va...e anche il pranzo così non fai avanti e indietro per quando andiamo dal medico...sei ancora sicura di venirci giusto?". È decisamente imbarazzato,per me è una novità vederlo così.
"Sicura,fammi sapere a che ora devo venire domani mattina". Apro la porta,si avvicina e lo faccio anche io,giro la testa nella parte sbagliata e finiamo per darci un bacio all'angolo della bocca,Dio questo si che è imbarazzante,un fuco elettrizzante si insinua nel mio stomaco e mi trattengo dal non sussultare. Lui ha la faccia sbarrata e credo che questo mezzo bacio non doveva capitare,non posso permettermi di stare male di nuovo,non voglio permettermelo.
Chiudo la porta dietro di me e scendo velocemente le scale.
Le strade sono leggermente ghiacciate ma dopo 10 minuti arrivo a casa sana e salva.
Il torpore della casa è stupendo,mi è sempre piaciuta questa casa,non è esageratamente grossa ed è sopratutto accogliente.
Mi svesto velocemente e indosso il pigiama,per qualche ragione strana mi rimetto la felpa di Jonathan e mi accoccolo sotto le coperte leggermente fredde,tra poco si scalderanno grazie al mio corpo. La vibrazione del mio telefono mi riporta alla realtà e leggo il messaggio sul piccolo schermo
Da: Jonathan
"Sei arrivata?".
Da: me
"Certo,avevi dubbi?". Metto uno smile alla fine del messaggio.
Da: Jonathan
"Assolutamente no,ma ora sono più tranquillo".
Da: me
"Bene. Buona notte Jonathan".
Da: Jonathan
"Notte Claire". Sorrido alle sue parole e spengo l'aggegio non prima di aver dato la buona notte a Zoe facendole sapere di essere a casa. Non ho idea di quando mi addormento so solo che l'ultima cosa a cui penso è un ragazzo alto con gli occhi azzurri e tristi che mi bacia l'angolo della bocca.
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Save me *[2 BOOK]*
ChickLitClaire Johnson non può credere ai suoi occhi quando Jonathan Whilson torna nella sua vita come un uragano e le riporta a galla tutte l'emozioni che aveva cercato con tutta se stessa di intrappolare nella sua testa. Questa volta Claire è grande,a 23...