Capitolo 17

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N.A : scusate per il mega ritardo,ma ho voluto curare bene questo capitolo e sono felice di essermi presa un po' di tempo per pensare alla storia,spero che anche a voi piaccia. Ascoltate la canzone che vi ho messo come media mentre leggete. Vi voglio bene Giorgia58

Jonathan è sempre stato un bastardo dalla bella faccia,prima di me una lunga sfilza di donne lo circondava sia di notte che di giorno,e di certo non si faceva tanti scrupoli a mandarle a quel paese il giorno dopo,solo con me ha avuto una dolcezza tale da far prendere la sua vita una piega diversa,almeno lo credevo prima che uccidesse il padre.
L'aria fredda taglia la mia faccia e quando noto la casa della nonna in lontananza accelero il passo. La casa è calda e le mie mani che ormai sono due pezzi di ghiaccio trovano un po' di conforto,mi mancherà questo posto dopo tutto,tra meno di 24 ore sarò lontana da tutti,lontana da Jonathan,ho una paura fottuta di quello che accadrà.
Un forte bussare mi richiama dai miei pensieri,metto giù il piatto che stavo asciugando e con lo straccio tolgo via i residui di acqua dalle mie mani. Guardo l'orologio che indica le 8 di sera, escludo che possano essere Alex e Zoe visto che tra un ora e mezza dovrò incontrarli a casa loro.
Il bussare ricomincia e io mi affretto verso la porta.
"Arrivo arrivo !". Urlo.
Apro la porta e la faccia incazzata di Jonathan mi da il benvenuto al mondo esterno insieme allo suono della pioggia che cade giù dal cielo come se non ci fosse un domani.
Il suo volto è rigato dall'acqua che lo inzuppa fino al midollo e il leggero tremore alle mani mischiato al pallore cadaverico non aiuta la situazione
"Ciao". Dico con voce flebile.
"Posso entrare ?". Mi chiede con voce dura. Mi faccio da parte e lui mi sfiora bagnandomi con i suoi vestiti mentre mi passa di fianco,chiudo la porta e spero nel meglio.
Resta immobile incerto sul da farsi date le sue condizioni,dell'acqua giace ai suoi piedi e io mi risveglio dal mio stato di torpore.
"Aspetta ti porto un asciugamano e qualcosa da mettere". Dico scappando letteralmente.
Prendo i pantaloni della tuta di mio fratello,una felpa extra large e la sua ex maglia dei nirvana,faccio un respiro profondo prima di ritornare in salotto trovandolo nella stessa posizione di pochi minuti fa.
"Tieni". Gli porgo il tutto e lui mi ringrazia con un cenno. Si spoglia davanti a me e le mie guance si tingono di rosso facendomi venire in mente i momenti che abbiamo trascorso qualche ore fa insieme.
"Cosa c'è Claire ? Non dirmi che ti da fastidio" dice con una punta di acidità.
"N-no". Dico balbettando mentre si avvicina con solo le mutande a coprirlo.
Mi scruta dall'alto e dei brividi mi percorrono il corpo quando mi sfiora dolcemente,afferro il suo braccio quando noto che ciondola ma un ghigno maligno mi fa subito levare la presa,mi schiarisco la gola e mi allontano cercando di trovare una certa sanità mentale.
"Come mai sei qua ?". Chiedo con la faccia rivolta verso il basso e due secondi dopo sento due dita che mi tirano gentilmente su il mento. I suoi occhi sono profondi e incazzati come se c'è l'avesse con me per qualcosa.
"Guardami quando mi parli...orecchie difettose ricordi ?". Mi prende in giro e io ingoio annuendo.
"C-come mai sei qua ?". Ripeto la domanda.
"Sta mattina mi sono risvegliato tutto solo...avevamo un patto ricordi ?! Non saresti dovuta andartene senza dirmelo...". Dice piano ma con voce glaciale.
"Poi sono andato a prendere mio fratello nella sua fottuta scuola e l'ho trovato insieme a quel gruppetto di merda fatto da giovani teste di cazzo...indovina un po' ?! Un cazzone lo stava obbligando a farsi un tiro di una fottuta sigaretta..sono scoppiato Claire gli ho insultati e lui ha difeso i suoi amichetti mi ha urlato qualcosa addosso...l'ho mollato la altrimenti lo uccidevo di botte." Dice tremando.
"J...è un ragazzino è normale che sia incazzato con il mondo,non lo eri forse anche tu? Non lo sei tutt'ora ?". Dico dolce accarezzando la sua guancia sfregiata.
"Lui non può fare i miei sbagli...lo capisci Claire ?" Dice con voce dura e disperata come se questo punto gli costasse molto.
"E non gli farà...ma devi capire che ricordandogli sempre quello che non deve fare  lo porterà inevitabilmente a farlo...non è forse bello ciò che è proibito ?" Dico e lui mi scruta. Il suo sguardo viaggia lungo il mio corpo e e sulle mie labbra,mi mangia e io mi sento esposta ai suoi occhi.
"E tu come fai a saperlo ?" Mi chiede rilasciandomi un sorrisetto per poi tirare su con il naso.
"Perché sono una psicologa dopo tutto". Faccio spallucce e rilascio l'aria che conservavo nei mie polmoni.
"Tra poco ti dovrò chiamare Dottoressa,ti si addice sai" mi tira verso di se di colpo e io mi scontro con il suo petto nudo e tatuato.
Mi abbraccia forte e io  respiro il suo odore,mi stacco da lui e gli faccio la fatidica domanda.
"J di cosa sei fatto ?". Sospira e guarda verso la finestra prima di rispondermi.
"Coca,dopo prima di dormire mi farò una pera se no non dormo per giorni". Lo  trascino sul divano e ci copro con una coperta.
"Pensavo non mischiassi ". Sospiro.
"Infatti è così ma a volte ne ho bisogno,quando mi sento troppo un morto" mi rivela.
"J solo fai attenzione non credo tu ne faccia molta".
"Invece sbagli,sono bravissimo con le dosi sono più bravo di un chimico". Mi rivela.
"E se sbagliassi ?".
"Non sono io che sbaglio ma la merda con cui è tagliata la merda". Sospiro sconfitta tanto non mi darà retta. Merda che taglia altra merda logico.
"Gesù vestiti prima che ti pigli freddo". Dico dopo un po' rendendomi conto che lui è effettivamente nudo se non per un paio di boxer neri che gli coprono il sesso.
Ridacchia e io mi alzo lanciandoli i vestiti che infila velocemente con mani tremanti di chi non riesce a stare fermo.
"Sai J,a volte mi chiedo perché diavolo hai scelto me quel giorno". Dico guardandolo dolcemente. Sono così triste per lui.
"Perché eri innocente,avevi bisogno di me per vivere". Ridacchia per poi accarezzarmi la guancia. Il suo sguardo cambia radicalmente e si fa bramoso,si allunga su di me e il suo corpo lungo mi fa da scudo. Mi sfiora le labbra con le sue e poi le imprime con forza schioccandomi un bacio pieno di tutti i sentimenti che alleggiano nella stanza con noi.
Le lingue danzano così come i nostri cuori e ora siamo una cosa sola,un unico essere umano che balla sulle note di un'amore passato che brucia ancora sotto la nostra pelle. Io ti amo Jonathan Wilson ma ti odio anche così tanto.
"Quanto mi mancherai...sei la mia aria" riesce a dirmi tra i baci.
"Tu ti salverai". Dico tremando.
"Shh piccola,ti chiedo scusa già ora...piangerai tante lacrime per me bambina". Mi bacia la mascella e con le mani mi strizza la natiche in un gesto eccitante.
"No Jonathan dico sul serio,ti salverai". Respiro accarezzando la sua testa rasata.
"Portami a casa Claire". Dice in un soffio e finiamo per spogliarci.
Facciamo l'amore e ci rivestiamo in fretta,non arriveremo alle 21.00 da Zoe .
"Siamo in ritardo". Dico ancora accaldata.
Lui ridacchia mentre fuma una sigaretta,odio l'odore di fumo in casa,ma Jonathan non conosce le regole.
"Sei bellissima". Dice con la faccia da bastardo che si ritrova e io arrossisco ancora di più.
"Non c'è tempo per cambiarsi,andremo così come siamo". Sbuffo e lui ridacchia.
Usciamo dalla casa e trascino J per la strada,ha un braccio sulle mie spalle e io lo tengo stretto evitando che Barcolli o che si faccia prendere dall'adrenalina che gli da la coca.
"Potrei correre per un chilometro e non Sentirei la stanchezza" mi rivela contraendo le dita.
"Gesù pensaci due volte prima di diventare una cazzo di aspirapolvere umana". Sbuffa e lui ride.
"Ho capito solo aspirapolvere". Dice e io scuoto la testa stanca.
Prendiamo un pullman che si ferma vicino a casa di Zoe e per tutto il tempo J sbuffa.
"Odio i fottuti autobus". Dice.
"Lo so ma non mi sembra il caso di chiamare un taxi". Dico e lui si gratta un braccio distrattamente.
Alla terza fermata vediamo un gruppo di ragazzini salire e tra di loro c'è pure il fratello di Jonathan,lui si tende e io gli metto una mano sul petto per bloccarlo da qualsiasi cosa.
"No" dico e lui non mi guarda mentre stringe i pugni.
"Ehi Michael c'è tuo fratello!" Dice un ragazzino vestito come se fosse un rapper.
Michael si gira e scruta freddo il fratello al mio fianco.
Gli fa un cenno con il mento e a me regala un sorriso.
Jonathan segna qualcosa e il fratello scuote le spalle. Odio essere tagliata fuori.
"Non sono affari tuoi". Dice Michael segnando e verbalizzando allo stesso tempo.
"Si che lo sono cazzo!". Si altera J.
"Ehi! Lascialo stare". Dico tenendolo dalla giacca. Michael si avvicina stanco e decisamente deluso più che arrabbiato. Non sembra un ragazzino di 12 anni,in fondo i parenti dei tossici imparano a crescere più in fretta,nessuno è risparmiato,nemmeno gli adolescenti.
"Lascialo perdere Claire...quella merda gli ha sciolto il cervello,è paranoico,è terrorizzato da tutto pensa che io faccia le sue stesse cose ma non è così ". Mi sussurra all'orecchio e io gli lascio una carezza sulla testolina bionda rasata.
"Stronzo !" Gli urla in faccia per poi scendere in fretta dal pullman.
"Lo ammazzo". Dice e io sono arrabbiata perché lui non vede quello che in realtà è visibile a tutti.
"Stronzo !" Ripeto quello che ha detto Michael.
"Sei proprio uno stronzo!". Gli tiro un pugno sul braccio che a malapena lo sfiora.
"Smettila ragazzina o ti farai male". Dice come se non lo toccasse per niente e allora mi arrendo perché tanto Jonathan è fatto così e non capirebbe comunque niente. Si non gli manca molto da vivere.
Smania incazzato per i restanti minuti di viaggio,prenoto la fermata e camminiamo in silenzio fino a casa di Zoe e Alex e quando busso alla loro porta ci accolgono felici.
"Allora siete pronti a uscire ?". Ci chiede Zoe e io annuisco.
"Dove andiamo ? No ma aspetta Jonny non ti faranno entrare da nessuna parte con la tuta" dice accigliata Zoe,fortuna che ho messo un paio di jeans striminziti insieme a un top nero e degli stivaletti con il tacco,volevo cambiarmi prima dell'invasione di J a casa mia.
"Vieni fratello ti impresto un jeans". Sorride Alex divertito e aspettiamo che i ragazzi ritornano e dopo 10 minuti J indossa dei Jeans skinny neri e una maglietta di cotone nero sotto una giacca nera e il suo solito giubbotto.
"Mi stanno grandi". Dice Jonathan tirandosi i jeans lontano dalla vita e come a mostrare il suo punto,una volta avevano la stessa taglia solo che Jonathan è sempre stato 15 centimetri buoni più alto di Alex.
"Smettila di lamentarti o non andremo da nessuna parte". Lo rimprovera scherzando Zoe e lui tira su con il naso per poi scrollarsi le spalle. Odio quando fa l'indifferente.
Mettiamo la roba di Jonathan nel bagagliaio della macchina di Alex e partiamo verso una rotta a me sconosciuta.

Save me *[2 BOOK]*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora