"Ti è mai capitato di sentirti così vuota che non hai nemmeno la forza di alzarti ?". Jonathan mi risveglia dal torpore del silenzio che alleggiava tra di noi facendomi girare dalla sua parte,siamo distesi sul suo letto da più di 3 ore,siamo semplicemente rimasti ad aspettare il cambiamento di luce,l'ho messo qua quando ho deciso che era il momento che si facesse una doccia visto che l'odore di piscio era insopportabile e non mi andava di lasciarlo sporco,mi faceva schifo anche solo l'idea,ho dovuto mettere tutta la mia forza fisica per riuscire a sostenerlo visto che ogni volta che provavo ad alzarlo cadevamo tutti e due,al quarto tentativo c'è l'ho fatta e quando siamo arrivati nel bagno ha vomitato anche l'anima per terra e io stronza a pulire tutto il macello che si è portato dietro insieme a lui stesso.
"Molti anni fa". Gli dico guardandolo e lui legge le mie labbra cercando di non addormentarsi,glielo impedisco io,gli ho detto che non doveva più addormentarsi e lui c'è la sta mettendo tutta,due ore fa è stato un'impresa tenerlo sveglio,ora la roba inizia a scendere e sembra riuscirci da solo,anche se io non gli tolgo gli occhi da dosso.
"Mi sento così apatico". Mi rivela.
"Io posso aiutarti". Gli propongo per la milionesima volta.
"Non voglio,non ne ho davvero la voglia e la forza". Ha la voce rauca e distorta,mi è difficile capirlo.
"Cosa pensi di fare allora ?". Chiedo.
"Non lo so,credo che aspetterò semplicemente". Ha gli occhi spenti,privi di qualsiasi emozione,sembra un morto.
"Cosa aspetterai ?". Chiedo confusa.
"Non lo so,qualsiasi cosa". Mi rivela fissando il soffitto come se in realtà non ci fosse,come se oltre al bianco della vernice ci sia un cielo sconfinato oppure altri mondi,quelle che vede sono allucinazioni date dalla droga,non esiste nulla.
"E se lo facessimo insieme". Chiedo.
"No". Dice soltanto. Ha la bocca aperta e a coprirlo ci sono solo un paio di mutande e una t-shirt nera,gambe e braccia sono esposte e posso vedere tutto di lui.
Mi avvicina piano e vedo le sue braccia bucate,le osservo attentamente,osservo ogni buco,livido e tatuaggio, osservo come se dovessi imprimere nella mia mene una fotografia di lui e alla fine distolgo lo sguardo sospirando e appoggio la testa sul suo petto,con la gamba circondo il suo bacino e mi tiro il suo braccio addosso.
"Resterei così per sempre". Mi sussurra.
"Fatto,mezzo nudo con te che mi abbracci,per me è il paradiso Claire". Mi confessa.
"Mi sa che mi ammazzo sai ? Ti ho fatto male,io non volevo farti male,io ti amo,non potrei mai farti male". Mi rivela con parole drogate e il corpo ha un sussulto,un singhiozzo esce dalle mie labbra ma impedisco ai miei occhi di sfornare lacrime e il mio stomaco brucia forte così come il mio petto.
"Ma non ti terrò con me,non lo farò perché ti amo e io non ti merito". Continua e la ferita sul mio labbro si riapre per colpa dei mie denti che si conficcano nella carne.
Alzo la testa dal suo petto e gli giro la faccia affinché lui possa vedere le mie labbra.
"Se tu morissi io lo farei con te,lo sai vero?". Lui annuisce e io gli bacio la punta del naso,i suoi occhi si chiudono e un sorriso nasce dalle sue labbra screpolate.
"Ricordatelo Claire,ricordati sempre che qualsiasi cosa succeda io ti amerò per sempre e rimarrai l'unica per me,dopo di te non ci sarà nessuna". Dice ad occhi chiusi e io annuisco con la testa.
Quando gli riapre sono così tristi che vorrei urlare e piangere e farli passare tutto il dolore che prova,me lo prenderei io se fosse possibile.
Gli poso le mani sulle orecchie e lui fa lo stesso con le mie,il nulla più totale inonda la stanza,nessun suono è più udibile e Jonathan mi dice qualcosa ma io non capisco,così lui ripete ma siamo allo stesso punto di prima e allora capisco un po' come lui si possa sentire,essere sordi fa schifo.
Mi segna qualcosa e io scuoto la testa non avendo capito. Lo sento ridacchiare e a sua volta scuote la testa lasciandomi con la voglia di sapere cosa voleva dirmi.
"Tra poco partirò". Dico e lui lascia scivolare le sue mani dalle mie orecchie e il suo sguardo torna vitreo.
"Lo so".
"Mi scriverai ?". Chiedo.
"non lo so..." fa finta di pensarci e io gli tiro un pizzicotto sul braccio e lui fa una smorfia.
"Dico sul serio,se vuoi puoi venire pure a trovarmi". Gli sorrido ma lui sembra così stanco.
"Sarebbe complicato Claire...non saprei dove stare o dove insomma...comprare". ragiono sulle sue parole e non gli do una risposta immediata ma quando capisco a cosa si riferisce con la parola comprare le mie labbra formano una O.
"Non...non ci avevo pensato" gli rivelo.
"Infatti non ci devi pensare". Dice in un soffio.
"In qualche modo faremo". Gli sorrido ma lui non mi sta più guardando,come se tutto questo gli pesasse troppo,fissa invece la siringa sul comodino e la guarda con un'intensità tale che se gli occhi potessero sparare fiamme,questa sarebbe già carbonizzata.
Gli giro la faccia e gli faccio di no con il dito,non sono neanche passate 4 ore da quando si è bucato e Dio solo sa quando smaltirà tutta la roba che si è iniettato.
"Oggi lo voglio passare così,a farmi e a stare sul letto". Mi rivela e io faccio di no con la testa.
"Oggi dobbiamo andare a scegliere i vestiti per il matrimonio di Zoe e sei pregato di andarci in uno stato decente,non puoi stare qua quindi vedi di riprenderti per le 3,se non lo vuoi fare per te fallo almeno per lei,hai ancora 9 ore per farlo,io starò con te,cerca solo di non vomitare e farti per almeno altre 3 ore,ti prego". Dico e finisco la frase con uno sbadiglio,sono le 6 del mattino e io non ho dormito,non potevo farlo,avevo paura che morisse e io non lo avrei sentito.
"Dovresti dormire". Mi dice.
"Non posso". Ed è la verità.
"Invece si quindi se vuoi che io faccia quello che hai detto ti conviene dormire". Lo dice con un tondo freddo e autoritario,per un momento ho pensato che fosse tornato il Jonathan di 6 anni fa,mi rimproverava sempre,aveva questa strana mania di farlo,come se fossi la sua bambina e mi dovesse crescere ma alla fine erano più le volte che lo facevo io con lui,ho pulito tanti dei suoi casini e dopo 6 anni le cose non sono ancora cambiate.
Il sole mi penetra negli occhi che bruciano maledettamente al contatto,provo a girarmi dall'altra parte ma il risultato è forse peggiore, così sono costretta ad aprili e la stanza di Jonathan entra nel mio campo visivo,mi guardo intorno e di lui non c'è traccia,la sveglia sul comodino segna 12.30 e ho dormito per 5 fottute ore. Mi alzo lentamente e mi passo una mano nel cespuglio di capelli che ho in testa,ho bisogno di una doccia,decisamente.
La stanza è avvolta nella luce del sole invernale e un brivido di freddo mi riscuote il corpo,non sento nessun suono provenire dalla casa ma decido che il bagno è una priorità per me in questo momento.
Scalza percorro il corridoio e entro nel bagno senza bussare e tiro un urletto quando trovo Jonathan con i pantaloni calati e le mutande storte che cerca di bucarsi nell'inguine,sembra accorgersi della mia presenza e mette le mani davanti per coprirsi.
"Esci cazzo !". Sputa velenoso. Sono pietrificata e le mie gambe non ne vogliono saperne di muoversi,lo sento sospirare e si tira su i pantaloni,si passa le mani tremanti frustrato nei capelli mentre dice una serie di imprecazioni contro Dio.
"Non trovo le vene okay ?! Non guardarmi così" dice con disperazione e io ingoio il groppo in gola.
"Non ti sto guardando in nessun modo". Dico e non sembra manco la mia voce,mi circondo il corpo con le braccia come per farmi scudo.
"Mi fai un po' paura". Gli rivelo e i suoi occhi lucidi escono fuori dalle orbite.
"P-perché ? Non ti ho fatto niente io...non ti farei mai niente". Dice.
"Assomigli a uno di quelli che vedi per strada,quelli da cui dovresti tenerti lontano". La mia voce ha una punta di rassegnazione.
"Smettila Claire,lo sai che non ti farei mai del male". Ripete arrabbiato con me,come se lo avessi insultato nell'anima.
"Non so se voglio più stare qui". Gli dico calma.
"Eh allora vattene cazzo ! Dio mio perché devi sempre fare la vittima". Urla arrabbiato e io faccio un passo indietro. Mi vesto velocemente e prendo le mie cose,chiamo un taxi che in poco tempo mi riporta a casa della nonna,ancora 2 settimane e sarò a casa,devo solo resistere per due settimane.
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Save me *[2 BOOK]*
ChickLitClaire Johnson non può credere ai suoi occhi quando Jonathan Whilson torna nella sua vita come un uragano e le riporta a galla tutte l'emozioni che aveva cercato con tutta se stessa di intrappolare nella sua testa. Questa volta Claire è grande,a 23...