Capitolo 9

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La testa mi sbatte  e la luce del sole penetra nei miei occhi facendomelo bruciare. Guardo la sveglia accanto al mio letto che segna le 11.00 della mattina,pensavo fosse più tardi. Mi tolgo i capelli dal viso e guardo il soffitto bianco della camera della mamma,odio il lampadario rosa con stampe floreale che sta sopra alla mia testa.
Ieri sono andata via alle 2,non resistevo più,mi dava fastidio vederlo così fatto mentre dormiva sul tavolo di legno,ho detto a Zoe che avevo male alla testa e che avrei preso un taxi al ritorno,era abbastanza preoccupata per me è voleva portami a casa ma ho rifiutato gentilmente dicendole di divertirsi ancora un po',le ho detto che sarei andata da lei nel pomeriggio e così farò.
Mi alzo stiracchiandomi le gambe e scendo a piedi nudi al piano di sotto. Mi vengo i brividi appena i miei piedi scalzi entrano in contatto con le piastrelle di ceramica fredde,saltello leggermente fino ad andare sul tappeto davanti al lavandino,mi preparo una tazza di tè e tosto delle fette di pane. Accendo la TV e il telegiornale della CNN parla di quanti senza tetto sono morti a causa delle temperature glaciali. Che disgrazia,lo stato piange morti che aveva dapprima abbandonato,non si può essere così egoisti. Scuoto la testa per i miei pensieri e finisco l'ultimo sorso della mia bevanda calda,mi sento leggermente rigenerata.
Devo fare le pulizie se non voglio ritrovarmi sommersa dalla polvere e dai vestiti sporchi. Sospiro e inizio a fare un carico di lavatrice. Nelle seguenti 3 ore traffico per la casa e pulisco ogni superficie a me visibile dando così alla casa un buon odore di limone,guardo la marca del detersivo che ho usato per i pavimenti,dovrei comprarlo anche io per la mia casa,certo che ha un buon odore. Guardo l'orologio che segna le 2.30 del pomeriggio,ho saltato il pranzo ma non ho molta fame. I miei capelli sono sporchi per colpa dello spumante che ieri hanno lanciato sulla folla,Dio puzzano di alcol e sigarette. Gli allontanato da me e mi svesto velocemente per una doccia calda. I miei muscoli a contatto con l'acqua si ammorbidiscono e strofino per bene la mia pelle con il bagno schiuma alla vaniglia,del sapone mi finisce negli occhi e passo i restanti 20 minuti a imprecare per colpa del pizzicore che inonda le mie iridi. Doveva essere una doccia piacevole,ora invece mi ritrovo con gli occhi rossi e gonfi.
"Fantastico!" Dico a me stessa frustrata davanti allo specchio. Asciugo i mie capelli e opto per un trucco leggero,indosso dei Jeans skinny e un maglione grigio che mi tiene al caldo. Adoro questo maglione. La suoneria di un messaggio mi attira verso il letto e afferro il mio telefonino,ci sono vari messaggi da parte dei miei familiari e dei miei amici che mi augurano un buon anno,un messaggio di Zoe che mi dice di incontrarci a casa sua per le tre e un messaggio di Seth.
Aspetta che cosa ?! Seth mi ha appena scritto?!
"Ciao Claire,volevo augurarti buon anno,non vedo l'ora di vederti piccoletta Xxx :)". Sorrido alla vista del messaggio,in questi anni mie è mancato Seth.
A : Seth
"Grazie,auguri anche a te,ci vediamo presto". Invio.
Da : Seth
"Fammi sapere quando sei libera Xxx ;)"
A : Seth
"Certo :)". Invio il messaggio e guardo l'ora sulla sveglia.
Merda sono in ritardo. Chiamo un taxi e mi faccio portare sotto casa di Zoe. Pago e saluto il tassista con i baffi che durante il viaggio ho scoperto che si chiama Billy.
Suono e Zoe mi apre bellissima come sempre.
"Ragazzaaa" mi urla abbracciandomi.
"Ehi Zoe ". Sorrido.
"Allora vieni dentro o vuoi restare qua fuori a congelarti le chiappe". Ridacchio per la sua scelta di parole ed entro dentro. Il torpore della casa mi fa rilassare,mi spoglio e quando ci sediamo Zoe mi porge una tazza di tè fumante.
"Grazie". Sorrido e lei fa spallucce.
"Allora,ti senti meglio ?". Mi chiede sorseggiando la bevanda
"Meglio,il male di testa mi è passato".
"No,non mi riferisco a quello..." capisco di cosa sta parlando e sospiro.
"Sono stata un po' cattiva con lui". Gioco con le mie mani frustrata.
"Io non credo sai,non può fare quello che vuole,voi non state insieme,deve capirlo". Mi guarda negli occhi e mi sorride come per rassicurarmi.
"È così lunatico Zoe,mi ha dato fastidio quando mi ha toccata,mi ha fatto il polso tutto rosso,non mi farebbe mai del male io lo so,ma mi ha dato fastidio comunque". Sospiro.
"Odio vederlo così Claire,lo odio veramente". Zoe ha la voce rotta e sta combattendo con tutta se stessa per non piangere.
"Anche io,mi manca tanto il vecchio Jonathan,mi manca il mio ragazzo". Mi faccio scappare dalla bocca e lei annuisce.
"Okay cambiamo discorso altrimenti piangerò". Sbuffa ridacchiando.
"Oggi mi ha scritto una persona". Sorrido.
"Oddio mio". Urla lei felice battendo le mani.
"E questa persona che ti ha scritto chi sarebbe?". Ridacchia felice.
"Lui è-" vengo interrotta dal rumore della porta che si apre e un Alex seguito da Jonathan fanno capolinea nel salotto.
"Chi ti ha scritto ?". Mi chiede Alex sorridendomi.
"Ecco io..." punto lo sguardo su Jonathan che mi sta fissando serio,non c'è traccia di emozioni sul suo volto.
"Allora ? Ragazzina sto aspettando". Alex si siede di fianco a Zoe e mi guardano felici.
"Un ragazzo,oggi mi ha scritto un ragazzo". Sospiro. Alzo lo sguardo e Jonathan mi sta fissando ancora,le sue mani sono dentro le tasche della felpa e non ha ancora spiccicato parola.
"Oh dicci come si chiama Claire". Zoe mi chiede entusiasta.
"Non è nulla di serio,lasciate perdere,piuttosto tu Alex,come va il lavoro ?".
"Ottimo cambio di discorso,tutto bene,solita gente del cazzo con gusti musicali pessimi". Ridacchia. Sento il divano abbassarsi così mi giro e trovo Jonathan seduto molto lontano da me.
"Come va J". Chiede Zoe segnando allo stesso tempo. Lui fa spallucce e lei scuote la testa.
"Non stai bene ?". Chiede segnando di nuovo. Lui gli fa un segno con le mani e lei decide di lasciar perdere. Sembra apatico oggi.
Guardo Alex in cerca di spiegazioni ma lui alza le mani in aria.
"È così da tutto il giorno". Mi dice a bassa voce e io annuisco.
Si pizzica un filo della felpa e muove la gamba su e giù nervosamente,non guardando nessuno in faccia.
"Zoe ma sta bene ?". Le chiedo sapendo che non può sentirci,odio usare il suo problema.
"Non lo so Claire,ha dato di matto quando si è svegliato e non ti ha più trovata ieri sera". Sospira lei.
"Sta mattina quando sono andato da lui l'ho trovato così,non mi ha parlato neanche per un secondo,di solito con noi parla liberamente ed è raro che usa i segni,lo fa solo fuori,non gli piace parlare in pubblico,non so cosa gli è preso". Sospira Alex.
Sono ancora arrabbiata con lui per ieri ma è evidente che c'è qualcosa che non va. Mi avvicino a lui fino a sfiorarli la spalla,lo sento irrigidirsi e quando nota la nostra vicinanza si alza velocemente e mette le mani dietro la schiena. Lo guardiamo tutti e tre scioccati non capendo la sua reazione.
"J stai bene ?". Gli chiedo ma lui ignora tutti noi e va sul balconcino a fumare.
"Col cazzo che se ne va". Dico io alzandomi e seguendolo in balcone.
"Ehi". Lo richiamo toccandoli una spalla. Si scosta e mi guarda fumando.
"J cosa c'è ?". Chiedo ma lui da solo una scrollata di spalle.
"Perché non vuoi parlarmi?". Sono tesa per questo suo mutismo.
Non risponde alla mia domanda.
"Ti prego parlami,sono io Jonathan,va tutto bene,se c'è qualcosa che ti turba la risolviamo ma tu non chiudermi fuori". Gli sorrido e gli massaggio la spalla.
"Claire..." dice flebilmente In un sussurro.
Io continuo a massaggiarlo prendendoli una mano ma lui la ritira velocemente mettendola dietro la schiena.
"Ehi J sono solo io". Sono preoccupata.
Scuote la testa e cerca di allontanarsi ma io lo blocco.
"Ora basta,dimmi cosa c'è,mi sto preoccupando seriamente Jonathan". Sono frustrata.
"Qualcuno ti ha fatto qualcosa ?". Gli chiedo e lui alza di scatto la testa scuotendo la testa.
"C'è l'hai con me?". Gli chiedo triste,ieri sono stata cattiva con lui.
"Se è si mi dispiace J,non dovevo dirti quelle cose". Gli dico triste.
"È colpa mia". Gli sento dire abbassa voce.
"Cosa è colpa tua?".
"Ti ho fatto male Claire,giuro che non ti tocco più se ti fanno schifo le mie mani,giuro che non parlo più se non ti piace la mia voce,mi hai detto di stare zitto,me lo ricordo". Parla piano e devo leggerli le labbra per capirci qualcosa.
"No no no,no Jonathan è colpa mia,non mi fai schifo,mi piace la tua voce,ero solo arrabbiata,ho detto cose a caso". Gli afferro le mani da dietro la schiena e le stringo a me.
"Davvero mi dispiace tesoro,ho detto parole senza senso,vai bene così stai tranquillo". Gli bacio il dorso della mano dispiaciuta,è colpa mia se sta male,è colpa mia se oggi è così.
"Ti ho fatto male e te ne sei andata,non sono stupido Claire". Dice non guardandomi meglio occhi. Sospiro e gli prendo il viso costringendolo a guardarmi.
"Jonathan ero arrabbiata con te,ti ho detto delle cose orribili e me ne sono andata,ho sbagliato e ti chiedo scusa,non si scappa,avevi bisogno di me e io sono scappata,sono così dispiaciuta,te lo giuro J che non me ne andrò più senza dirtelo,anche quando sarai fatto o incazzato,te lo dirò quando me ne andrò,sono stata un a stronza vieni qua". Gli abbasso la testa nel mio collo e lo abbraccio stretto mettendomi in punta di piedi,è un po' riluttante quando gli poso le sue braccia sui miei fianchi ma dopo poco gli stringe e si rilassa,li massaggio i capelli e mi viene da piangere,sono stata cattiva con lui.
"Claire". Mi richiama e io lo stacco un po' da me.
"Dimmi" gli sorrido.
"Sono stato male questa mattina". Mi confida e mi si gela il sangue.
"Cosa intendi con stato male?". Deglutisco.
"Ho avuto una crisi,mi sono svegliato sul pavimento della cucina ricoperto di vomito e bava". Parla piano e ha la faccia pallida e segnata dalla stanchezza.
"Hai sbattuto la testa?". Gli chiedo toccandogliela ma lui la scuote dicendo di no.
"Non lo dire a Zoe ti prego". Mi supplica e io annuisco.
"Perché non mi hai scritto?".
"Non lo so...non volevo disturbarti,hai detto che volevi un po' di tregua". Dice strofinandosi la testa imbarazzato.
"Me lo devi giurare J,se stai male mi devi scrivere,ti giuro che se stessi male ti cercherei".
Lui annuisce e io gli accarezzo la guancia.
"quando ti sei bucato l'ultima volta?".
"Tre ore fa". Mi rivela e io annuisco. Solo ora iniziò a sentire il freddo pungente che mi penetra nelle ossa.
"Entriamo dai,mi perdoni Jonathan ?". Gli chiedo.
"Smettila di dire così,è colpa mia sei sei arrivata a dire quelle cose,mi merito la tua rabbia". Sospira e io scuoto la testa tirandolo dentro con me.
Ci sediamo vicini sul divano e probabilmente non dovrei appoggiare la mia testa sulla sua spalla e stringerlo a me in un abbraccio protettivo,eppure la sua rivelazione mi ha scosso molto,avrei voluto essere con lui,ricordo bene come stava quando ha avuto la crisi epilettica davanti ai miei occhi.
Zoe mi guarda e scuote la testa contrariata ma non parla.
"Vi fermate a mangiare ?". Chiede Alex.
"Scusa fratello ma vorrei tornare a casa tra un po' ". Parla Jonathan flebilmente e Alex annuisce.
"Tu Claire ?".
"Vorrei davvero ma ho dello studio che mi aspetta,devo davvero finire la tesina se voglio laurearmi". Sorrido e loro annuisco comprensivi.
Alex e Zoe discutono su una serie TV che hanno visto insieme e lei pensa che sia 100 volte meglio di Dark Angel mentre lui è contrario e gli sta elencando i motivi per cui Dark Angel è meglio. Sorrido nel vederli così.
"Claire..." sussurra Jonathan. Sta giocherellando con un filo che spunta dalla sua felpa.
"Si J,dimmi?", lo guardo negli occhi.
"Chi è il ragazzo che ti ha scritto...?" Non parla con cattiveria,sembra solo curioso e tanto stanco.
"Un mio amico". Gli dico la verità.
"Ti piace?". Chiede ancora.
"Non lo so,non ci sono ancora uscita..." è decisamente imbarazzante parlare di queste cose con lui.
"Se ti fa soffrire io lo ammazzo". Dice freddo.
"Lo so". Gli sorrido ma lui è ancora serio.
"Se è una testa di cazzo,io lo ammazzo" continua.
"Lo so". Sto trattenendo una risata.
"Se osa anche solo parlarti male,io lo ammazzo". È più forte di me,scoppio a ridere ma lui non mi segue.
"Smettila J,non ci sono ancora uscita e già parli di ammazzarlo,poverino,lasciali almeno il beneficio del dubbio,non credi ?". Continuo a ridere.
"Oh no,io sto solo mettendo le cose in chiaro". Questa volta mi sorride ma il suo sorriso non contagiano gli occhi che invece sono tristi e distanti.
"Non parliamone ti prego,non è nulla di serio davvero". Gli sorrido e gli bacio una guancia.

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