memoria.

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da ciò che ricordo sono cresciuta senza colore, ho sempre amato il bianco e il nero, la mia vita è stata monocromatica, non perché non ci fosse colore, ma perché qualcuno si premurava sempre di levarlo dalle nostre vite, il "padre eterno" come ci piace chiamarlo scherzando. quando guardo indietro mi viene da associarla ad un accampamento militare la mia vita, dal punto di vista materiale non ci è mai mancato nulla, questo devo ammetterlo, ma non era ciò di cui avevamo bisogno. mancava l'Affetto, l'incoraggiamento, la spinta ad andare avanti, a migliorare, tutto era dovuto, obbligatorio, e ciò ci ha tolto la Gioia di fare qualsiasi cosa. è nata in me una grande Insoddisfazione a partire da una giovane età, e non è mai sparita, mi ha tolto la forza e mi sono piegata, mi sono sentita spezzare lentamente da questa vita, perché nessuno mi ha mai insegnato come affrontarla sorridendo. Un tempo mi piaceva, a dire il vero, vivere, avevo delle passioni, leggere, disegnare, correre.. ora mi restano solo i colori, l'unica cosa che mi da' Emozione, perché finalmente ho imparato a vederli, la vita monocromatica è diventata sempre più scura, e ad un certo punto tutto ciò che riuscivo a vedere era nero, ma in fondo alla via ho visto dei colori e mi ci sono aggrappata, mi tengono qui. c'è stato qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui ci ha cresciuti, ci mancava qualcosa di fondamentale, ci ha cresciuti ma non è stato capace di coltivarci, ci ha persi per strada. cresceva dei soldati, muri bianchi, nessun colore, la mattina la sveglia presto, le passioni sono state distrutte, nessuna personalità, nessun tocco di originalità, tutto perfettamente piatto, come una distesa immobile d'acqua, quando dentro la mia testa si agitavano tempeste, le ha placate quelle tempeste, e ora non riesco più a sollevarmi sopra il livello dell'acqua, posso solo andare a fondo, annegare nell'azzurro. aveva sempre idee strane, cose che ci faceva fare e in cui prendeva Orgoglio di fronte agli altri, non ricordo di aver fatto nessuna di quelle cose per convinzione o per passione, eseguivamo e basta, la nostra fantasia è stata confinata e siamo cresciuti male, coloriti in tutto al di fuori di casa, grigi dentro, sono diventata di una volgarità inaudita, già dal tempo delle medie, una giovane età per cominciare a imprecare e inveire, ma fuori era tutto piatto, quindi davo colore alle cose parando, si è così radicato in me un modo di esprimermi che sono sicura farebbe venire un attacco di cuore a mia madre se potesse sentirmi. siamo cresciuti isolati in un certo senso, non ricordo di avere avuto amicizie durature da piccola, ci allontanava dagli altri bambini, "la gente non è come sembra o come ci si mostra" diceva sempre, "la gente ti si avvicina solo per avere favori in cambio" diceva, non ha mai creduto nell'amicizia credo, perché non ha mai avuto amici veri suppongo, quindi non ci faceva mai legare tanto con gli altri. è disilluso, e un po' mi fa pena.
credo che abbia oppresso le nostre personalità per molto tempo, poi quando ha provato a farci parlare, a farci esprimere, era già troppo tardi, avevamo già costruito i nostri muri, nessuno di noi si è mai espresso apertamente di fronte a lui, facevamo buon viso a cattivo gioco, gli dicevamo ciò che voleva sentire, avevamo due vite, quella con lui fuori casa, tutti allegri, felici e casinisti, e quella con lui in casa, solo silenzio. eppure è ancora convinto di poterci riuscire, di potercela fare un giorno a farci parlare, ma non capisce che è stato lui in primo luogo ad uccidere la nostra voce...

sul fondo dell'abisso. [in versione cartacea ed e-book]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora