RYAN Capitolo 5

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RYAN CAPITOLO 5

Vederla così sexy seduta dietro la sua scrivania con quelle sue gambe scoperte mi fa impazzire. Mi viene voglia di scoparla violentemente e farla inginocchiare ai miei piedi. Immagino già quante belle cose potrebbe farmi con quella sua boccuccia. Solo il pensiero me lo fa venire duro.

La stronzetta mi sta provocando abbastanza, quella sua aria strafottente e seria mi eccita sempre di più. Non presto molto attenzione alle sue parole, so già cosa voglio, tutto il resto è superfluo. Continuo con i miei pensieri erotici fino a quando il mio sogno viene disturbato da una sua frase.

<<... non diventerò un avvocato di mafia solo per lei>>. Ma cosa dice questa stronza? Lei sarà solo mia e lavorerà solo per me. Le renderò una vita un inferno, più si oppone più la piegherò. Non ha la minima idea di come cambierà la sua vita.

<<...io non sporcherò il mio nome per lei>> continua, ora comincia proprio a stancarmi. Questa non doveva proprio dirla. Mi alzo lentamente, assaporando il suo stupore negli occhi, mi posiziono dietro di lei. Le poso le mie mani sulle sue spalle e con mia sorpresa noto la sua pelle così liscia e calda. Le stringo più forte, non riesco a fermarmi, è troppo eccitante, non penso di uscire da questa stanza senza averle fatto del male.

La provoco chiamandola puttanella, non la prende bene e questo mi infervorisce ancora di più.

Mi toglie le mani di dosso con strafottenza e questo basta per farmi scattare. Adesso le faccio vedere io chi comanda.

La prendo e la sbatto piegata sulla scrivania. Lei si dimena, fa resistenza, dio quanto mi eccita. Le alzo la gonna con forza, gliela strapperei di dosso ma mi limito a darle un sonoro schiaffo su quel culo perfetto.

Non riesco a schiaffeggiarla per bene se continua a dimenarsi così, non credevo potesse essere così ribelle. E da vera ribelle sarà domata. Le lego i polsi dietro la schiena con la mia cintura.

La schiaffeggio sempre più forte, mi diverte vederla così piegata a me. Solo al quindicesimo schiaffo si decide a chiedermi pietà. Pietà, non so cosa sia. Noto che le sto lasciando molti lividi, mi fermo solo per questo.

La minaccio per bene e le tiro i capelli per avvicinare la sua faccia alla mia, la prenderei a morsi. Lei è distrutta, non ha la forza di controbattere, mi sento finalmente soddisfatto. Nessuna donna aveva mai fatto tanta resistenza. E' diversa, me lo sento. Voglio tenerla sott'occhio e tenerla vicino a me, non ho mai provato così tanta possessione nei confronti di una donna. Ecco che le faccio la mia richiesta definitiva, quella di trasferirsi da me. Non avrà alcun scampo. Sarà mia, ci divertiremo molto insieme, lo sento.

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