Capitolo 23

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- Cosa facciamo? - sussurai. Scott allargò le braccia in segno che non lo sapava. Michelle prese delle forbici dalla scrivania - Vuoi combatterlo con quelle? Sei un angelo-
- Si, ma un arma in più fa sempre bene -
- La smettete voi due? Ci serve un piano -
- Io non farò mai quello che dirai - lui roteò gli occhi - Sto cercando di aiutarti Michelle - lei gli puntò un dito contro - Non mi interessa. Non mi fiderò mai di un demone - stavamo ancora sussurrando - Ok, calmiamoci tutti. Scott tu apri la porta ed io e Michelle corriamo fuori, cercherò di distrarlo per farti scappare - lui annuì e si avvicinò alla porta. Sentì Michelle prendermi la mano e gliela strinsi - Andrà tutto bene - sentì il rumore della maniglia. La porta si aprì con un urto e Scott volò, colpendo una parete. Il pezzo di muro in cui lo aveva colpito cadde per terra. Una figura muscolosa entrò nella stanza. Quando ci vide sorrise e si avvicinò a noi. Scott era ancora a terra. La mano di Michelle stringeva forte la mia - Gwen, devi venire con me - lo guardai stupita - No, grazie sto bene qui - era a due passi da me - Il senso di umorismo c'è la anche Kalea. Credo che sia genetico -
- Non lo hai saputo? Non faccio parte della famiglia - fece una faccia stupita - E allora cosa sei? - i miei respiri aumentavano di velocità ogni secondo - Energia, hai presente il sangue di angelo? - vidi che sorrise e scosse la testa - Bhe questo non cambia le cose, vieni con me - mi prese per un braccio. Il dolore della stretta mi fece fare un gemito. Michelle gli saltò addosso conficcandoli le forbici in una spalla. Lui indietreggiò e se le tolse facendole cadere per terra. Il sangue gli calò giù e sporcò la maglietta di rosso - Lasciala stare - mi si spianò davanti - Hai trovato un'amica? Che carine che siete - lui avvanzzò minaccioso e prese il braccio di Michelle e lo strinse. Lei urlò ed io diedi un pugno a Charles. Non si mosse di un millimetro. Le prese i capelli e le fece tirare su il viso - Un angelo. Sono stati sempre così deboli - lei urlò e gli tirò un calcio facendolo tossire. Si riprese subito e guardò furente Michelle. La prese per la gola e la sollevò da terra - Credi di essere più potente di me? Lo sai chi sono?! - la vidi che cercava di respirare invano. Andai contro a Charles dandogli dei pugni sul petto. Non mi deniava di uno sguardo. Sentì dei piccoli gemiti provenire dalla bocca di Michelle. Pensai a cosa fare - Lasciala in pace! Basta, mettila giù! - ma non si mosse - Se la lasci andare verrò con te - si girò a guardarmi. Ma non la mise giù: continuava a stringerla. Ero disperata. Cosa potevo fare? Un urlo rieccheggiò in tutta la stanza e Scott si buttò su Charles. Michelle cadde a terra tossendo e le andai vicino - Stai bene? - scosse la testa prendendosi il collo con una mano. Scott si rialzò gli diede un pugno in faccia. Charles indietreggiò. Poi sorrise. Diede una pacca sulla spalla a Scott - Mi dispiace di averti lanciato contro il muro. Non sapevo che avresri aperto tu - lui gli sorrise - Non preoccuparti. Degli altri due me ne sono già occupato. Ora prenditi Gwen e vattene - mi alzai - Scott? Sei stato davvero tu? - lui mi guardò - Niente di personale -
- Ti avevo detto di non fidarti di un demone - la voce di Michelle era debole e rauca. Scott abbassò la testa - Ma tutte le cose che mi hai detto? Tutte bugie? -
- No alcune cose erano vere - Chrles lo fece da parte e si avvicinò a me - Dobbiamo andare - io lo gurdai - Se no che fai? -
- Continuo quello che avevo iniziato con la tua amica - non distolsi lo sguardo dai suoi occhi. Non volevo che mi credesse una debole - Ok, andiamo - mi prese per un braccio - Ad una sola condizione - lui si girò - E quale sarebbe? - dalla sua voce sembrava annoiato - Non ucciderai nessuno dentro a questo edificio - lui annuì - Direi che si può fare - mi spinse fino alla porta. La sua presa era forte e mi faceva un lieve dolore. Si fermò e poi guardò Scott - Fai uscire tutti e poi uccidili - mi guidò fuori - Cosa?! Avevi detto che non avresti ucciso nessuno! - lui continuò a camminare trascinandomi - Le tue condizioni dicevano che non avrei dovuto uccidere qui dentro ma non hai detto nulla dell'esterno. Ti sei fregata da sola - cercai di fermarmi e correre da Michelle ma non ci riuscivo. Il cuore incominciò a battermi forte - Scott è sempre stato tuo alleato? -
- Si, lo feci entrare qui e da allora che mi aiuta. Pensavo che non ce l'avrebbe fatta ad uccidere i sui amici ma mi sbagliavo -
- Zack ed Ellen? -
- E anche Michelle - mi mancò il respiro. Gli aveva presi in giro. Da quando si sono conosciuti. Come faceva a non rimpiangere nulla? Era solo un traditore. Avre dovuto dare retta a Michelle - Dove stiamo andando? - non mi rispose. Arrivammo alla porta principale: macava solo di sciendere le scale. Kalea era difronte all'entrata. - Ti sei divertito? - lui non mi lasciò il braccio - No, neanche un pò. È troppo noioso questo posto -
- Allora scendi e divertiamoci un pò - lui sorrise. Mi spinse con forza contro il muro. Il dolore si accese in tutto il mio corpo. Saltò giù, senza fare le scale. Non lo vidi più. Cercai di alzarmi ma caddi a terra. Come era possibile che l'altra volta l'ho massacrato di botte ed ora non riuscivo neanche a spostarlo di un millimetro? Mi aiutai con le mani e mi aggrappai alla staccionata delle scale. Quando guardai in basso mi si gelò il sangue. C'erano delle chiazze di sangue sui muri e per terra ma tutti e due stavano ancora combattendo. Quando Charles la prese per la gola e la lanciò nella mia direzione. Mi abbassai comprendomi la testa con le mani. Kalea atterrò poco più in la. Le andai incontro e quando la girai i suoi occhi erano chiusi - Kalea? Kalea devi alzarti! - mi strinse una mano. Sentì Charles salire le scale poi aprì gli occhi. Il mio cuore si fermò - Kalea... i tuoi occhi sono rossi - mi scansò facendomi scivolare a terra e si lanciò contro suo fratello.

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