Capitolo 10

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Ci sedemmo a tavola. Mia madre difronte a me e a Kalea. - Sicura che puoi restare? - lei mi sorrise - E chi me lo nega? Certo che resto - mi stinse la mano. - Come hai fatto a venire qui? Come sapevi che questa è casa mia? - scosse la testa - Me l'ha detto Sarah - annuì - Dovrei chiamarla. Sapere come sta e soprattutto come sta Ben. -
- Se vuoi dopo possiamo incontrarli-
- Si, sarebbe bello - mia madre arrivò e ci mise nei piatti della pasta col ragù. Quando mi accorsi che ci tenevamo ancora per mano scattai e presi la forchetta - Buon appetito - mi sorrise - Anche a te - anche mia madre si sedette e si rivolse a Kalea - Allora, Gwen non mi ha detto nulla di te. Sei nuova in città? - lei annuì - Si mi sono trasferita da poco. Sua figlia è stata subito gentile con me mentre io al contrario sono stata molto maleducata. Deve essere fiera ad avere una figlia così -
- Oh, dammi pure del tu. Ma se posso sapere con chi abiti? Tutti sanno della tua storia - la fulminai con lo sguardo- Ah, abito con un ragazzo. In realtà era il mio fidanzato fino ad oggi quindi sarà un pò strano - la guardai mangiare. I sui capelli erano tutti spettinati. - Vuoi dell'acqua? - lei annuì - Si, grazie signora - lei si alzò - La vado a prendere e cara, puoi chiamarmi Karen - sentì Kalea irrigirirsi. Era immobile e fissava il vuoto. La sua faccia era serissima quasi scioccata. - Stai bene? - le presi la mano. Lei scattò - Si, è solo che sono stanca, è stata una lunga giornata - vidi che era agitata - Si, non ne dubito. Sei sicura di stare bene? - mia madre tornò con una bottiglia d'acqua ma Kalea si alzò - Scusate, mi sono appena ricordata che ho un impegno. Devo andare - la seguì con lo sguardo e dopo che sentì chiudere la porta guardai mia madre. Aveva ancora la bottiglia in mano. - Scusa, le devo andare a parlare - mi alzai e corsi alla porta. Quando uscì però non c'era più. Ma dove era andata? È impossibile che se ne fosse già andata. Guardai intorno ma non la vidi da nessuna parte. Incominciai a cammianare ma non vidi nessuno. Stavo per rinunciare quando sentì una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Sobbalzai e mi girai. - Scusa, non volevo spaventati. So che Kalea era da te stasera ma a quanto pare è già andata via - io lo guardai - Si Charles, mi spiace è scappata via. Onestamente non so neanche il perchè - lui guardò in giro - Se vuoi la cerchiamo insieme - io annuì - Sarà sicuramente tornata a casa, vieni ti accompagno -
- Non posso stare fuori al lungo -
- Non preoccuparti è dietro l'angolo - questo si spiega come ha fatto a sparire così velocemente. - Ok allora andiamo - la camminata fu silenziosa. Nessuno dei due parlò. Arrivammo ad una villa. Era molto grande e bella. Lui prese le chiavi e aprì la porta. Mi sorrise. Quando entrai un caldo mi invase. La casa era molto accogliente. - Vieni, lei non è ancora arrivata ma la possiamo aspettare in salotto - mi guidò per un corridoio lungo e spazioso. Notai che non c'erano fotografie appese ai muri ne nei quadrini. Infine arrivammo in una stanza molto grande. C'era un divano sopra ad un tappeto. Davanti ad esso c'era un camino e sopra, appesa al muro, la tv. Difianco si apriva un altra stanza con un tavolo e dei soprammobili. - Prego, siediti pure. Hai fame? - scossi la testa - No, grazie. Ho appena mangiato - lui mi guardò. Era uno sguardo freddo - Non mi hai detto perchè la stai cercando -
- Come ho detto è scappata senza darmi spiegazioni. Sono preocupata per lei - lui sorrise - Sei come la sorella che non ha mai avuto - io lo guardai stupita - Scusami? Come puoi dire una cosa simile? - lui rimase fermo - Non volevo dirlo in maniera scortese intendevo che è un bene che abbia qualcuno che si prende cura di lei. Come una sorella - io scossi la testa - Scusami -
- Non preoccuparti - lui si appoggiò lungo alla parete. Era così muscoloso che faceva quasi paura. E il suo sguardo era freddo. - E tu? Perchè la stai cercando? -
- Volevo parlarle dell'appuntamento di domani. Ci amiamo davvero molto- io mi girai di scatto. Ma non si erano lasciati? Io lo guardai confusa - È un pò strano visto che lei mi ha detto che avete rotto - lui sorrise. E questa volta il suo sorriso era maligno - Sul serio Kalea? Non posso stare insieme a te almeno un giorno? Ti faccio così schifo? - lui iniziò a camminare verso di me. Io mi alzai e indiettreggiai - Charles che sta succedendo? - lui non rispose. Mi prese il braccio e urlai dal dolore. Provai a spingerlo via ma lui rimaneva immobile. Sembrava una roccia. Mi spinse contro il muro e mi guardò in faccia - Sai perchè Kalea è scappata oggi? Perchè ti odia - ma di che cavolo stava parlando? - Lasciami! - provai a dimenarmi ma lui non si mosse - Sai perchè ti odia Gwen? Chiedilo a tua madre, sicuramente ti darà una risposta - mi prese per la gola e strinse - Io ti ho protetta più di lei. Devi essere contenta che ti ho liberato da quel ragazzo. Quello che ti ha dato fastidio e che ti ha fatto tutti quei lividi - non riuscivo a respirare. Mi faceva male la gola e non riuscivo a muovermi. Chiusi gli occhi. Non sentì più niente. Ne le sue mani sulla gola ne il suo respiro sulla mia faccia. Scivolai a terra e riaprì gli occhi. Lo vidi dall'altra parte della stanza a terra. Si stava rialzando. Tossì e una mano mi prese e mi aiutò ad alzarmi - Gwen, devi ascoltare, devi andare via da qui hai capito? Corri - la guardai. La sua faccia non era preocupata ma solo seria - Kalea che sta succedendo? - una mano la prese per il collo ma lei diede un pugno allo stomaco di Charles facendolo tossire. Lui era furente. Le prese le braccia e la bloccò ad una parete. L'urto la fece gemere dal dolore. Però sembrava che non le avesse fatto niente. Gli diede un calcio, lo prese dal collo e non so come lo fece volare fuori dalla finestra. I vetri schizzarono ovunque. Mi coprì con le braccia. Kalea mi prese la mano e io la seguì. Uscimmo di casa e lei si fermò. Mi guardò negli occhi - Gwen, devi andare da tua madre. Raccontale tutto ok? - io stavo ferma e la guardavo. Non capivo nulla. Ma che stava succedendo? - Hai capito?! - io annuì. Lei si girò e ritornò dentro alla casa. Io invece mi voltai dall'altra parte ed iniziai a correre.

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