Capitolo 9

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Mi svegliò la voce di mia madre. Ero esausta. Mi alzai dal letto e mi sedetti. Incorcociai le gambe. Mi sfregai la faccia. Andai in bagno e mi guardai. Ero un disastro. Mi lavai la faccia e tolsi il trucco. Presi gli occhiali e me li misi. Aprì la porta e la voce di mia madre si fece più forte. Stava parlando con qualcuno. Scesi le scale e vidi che stava chiacchierando con Kalea. Quando si accorse di me mi fece un sorriso - Amore, ho fatto entrare la tua amica. Dice che vi siete messe d'accordo - solo allora ricordai. Annuì e feci segno a Kalea di seguirmi in camera. - Tua madre è molto simpatica - io chiusi la porta - Cosa ci fai qui? -
- Mi hai detto tu che potevo venire - io la guradai. Indossava una cannotta bianca e dei jeans. - Si ma dopo quello che è successo credevo che fosse saltato tutto - lei guardò in giro esplorando la mia camera. - Mi spiace per quello che é successo ma ho davvero bisogno di parlarti - mi sedetti sul letto - Ok, allora dimmi - lei andò verso la libreria e guardò i libri - Scusa se ti ho detto quelle cose. Credevo che tu fossi mia amica e che mi potevo fidare -
-Certo che sono tua amica ma credo che sia troppo presto. Insomma mi hai detto che dei tizi ti stanno cercando e che ti vogliono rapire - lei si sedette vicino a me - Già... scusa - io la guardai. Era bellissima. Mi incantai a guardarla - Ma perché poi? - lei mi guardò e io distolsi lo sguardo - Cosa?-
- Perché ti stanno cercando? - vidi che si prese le mani e si morse il labbro. Faceva così quando era agita e non sapeva cosa dire. Me ne sono accorta. - Non lo so - io annuì - Non sai perché hanno ucciso i tuoi genitori e rapito tua sorella? Insomma ci sarà un motivo- lei scosse la testa e alcuni ciuffi di capelli le cadettero dalla coda al viso - Si, però non lo so - dopo un attimo di silenzio dissi: - Ho visto il tuo ragazzo che ti cercava oggi - lei si girò di scatto - E cosa gli hai detto? -
- La verità: che non ti ho più vista dopo che hanno trovato il cadavere e che non si merita la tua fiducia- lei si alzò - Non dovevi dirlgli così. Ora si sarà arrabbiato - io scossi le spalle - E allora? È vero.... Ma però dov'eri oggi? Non ti ho vista in palestra -
- Sono andata via dopo il nostro discorso... mi spiace per quello che é successo - mi alzai - Già, il peggio è che non ci hanno detto chi era - lei mi guardò - Sarah me l'ha detto - io scattai - Cosa? Come? - mi prese le mani - L'ho vista mentre accompagnava suo fratello a casa. Erano entrambi sconvolti e stavano piangendo -
- Kalea dimmi chi era - lei inclinò la testa triste - Mi ha detto che era Tom... - io non la feci finire. Il mio cuore e il mio respiro si fermarono. Tom era morto. La abbracciai e iniziai a piangere. Lei ricambiò e mi fece sedere per terra. - Mi dispiace - io la strinsi e lei strinse me. Le lacrime le bagnarono le spalle ma lei non si mosse. Non disse nulla mi abbracciava e basta. Mi accarezzava la schiena. Io mi abbandonai a lei. Il mio corpo si rilassò e le caddi addosso. Mi prese il viso e mi spostò i capelli. La guardai negli occhi. Lei mi asciugò le lacrime con la sua mano e i suoi occhi mi fissavano. Mi prese le mani e le strinse forte come se mi volesse dare forza. Mi aiutò ad alzarmi e mi prese le braccia. Scattai subito dal male. - Ehi, che hai? - io la spinsi via e mi rimisi in piedi - Fammi vedere Gwen - lei si avviacinò ma la allontanai - No, lasciami in pace - lei però non si arrese - Voglio vedere - stavo per uscire dalla stanza quando lei mi prese le braccia. Urlai dal male ma mi aveva già tirato su le maniche. - Chi ti ha fatto questo? - io non risposi. - Gwen! Dimmi chi te gli ha fatti! - il suo sgurdo era serio. Preoccupato. Tolsi le sue mani dalle mie braccia - È stato Tom - il suo viso era ancora serio ma si rilassò. - Lo hai detto a tua madre? - scossi la testa - Glielo devi dire - fece per aprire la porta ma la fermai - No, ti prego. Tom è morto ed era mio amico. Non conta più quello che mi ha fatto. Dopo un paio di giorni se ne andranno e non sarà successo niente. - lei mi guardò - Come vuoi. Ma sbagli - non mi interessava più nulla ormai. Kalea si allontanò da me toccandosi il viso. Io però non volevo. Volevo che mi abbracciasse di nuovo mentre mi dice che andrà tutto bene. Certo che si può fidare di me. In futuro può raccontarmi tutti quello che vorrà - Grazie, per quello che hai fatto - lei si girò a guardarmi - Cioè? - mi avvicinai - Mi hai abbracciato - lei si rilassò e mi sorrise. - Ne avevo bisogno anche io -
- Perchè? - lei scosse la testa - Non è il momento - le presi la mano - No, dimmelo - lei guardò le nostre mani - Mi sono lasciata con il mio ragazzo - sospirai e poi l'abbracciai. Un lungo abbraccio. Nessuna di noi due parlò. Sentì che mi toccava la schiena. Io chiusi gli occhi. Volevo rimanere così per sempre. Scordare quello che era successo e stare tra le sue solide braccia. Sentivo il suo respiro sulla mia spalla. Io le misi una mano sui capelli. La strinsi ancora di più. Fummo però interrotte da mia madre che aprì la porta. Lei scatto subito. Fu velocissima. Si mise davanti a me coprendo le braccia. Non avevo mai visto nessuno così veloce. Mia madre sorrise - È pronta la cena e Kalea... puoi restare -

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