Prologo

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Quando avevo 7 anni credevo che la mia vita fosse perfetta,famiglia perfetta,amici perfetti,scuola perfetta ma soprattutto io mi sentivo perfetta.Non perfetta nel senso di perfettina,ma ero sicura di me stessa e adoravo la mia vita.Sono sempre stata diversa dai miei coetanei,non mi trovavo bene con loro,anzi li ritenevo anche inferiori a me..non perché mi sentissi superiore ma per il semplice motivo che ero sempre cresciuta con persone più grandi di me,come mia sorella che è più grande di me,i miei cugini maggiorenni e in tutto ciò,per non restare da sola stavo con loro,non ero annoiata come sarei dovuta essere visto la mia età,anzi ero interessatissima al mondo dei grandi.Iniziai a vedere il mondo con un altra prospettiva,mi iniziai a vergognare di me stessa per il mio aspetto fisico totalmente diverso dalle mie coetanee,mi sentivo diversa e con questo mi chiusi in me stessa.I miei iniziarono a litigare e per distrarmi iniziai a disegnare,ascoltare musica e a leggere,divenni ancora più solitaria,a quel tempo mi maledicevo per tutto ciò ma ora ringrazio.Ormai avevo 8 anni e mi ero fatta un'idea sul mondo che mi circondava:lo ritenevo orrendo e ingiusto e quindi ero scontrosa con tutti così mi chiudevo in camera mia a fissare il mare impetuoso con la musica nelle orecchie.Abitavo in una piccola città vicino Roma,in Italia,ero nata e cresciuta li e la mia casa affacciava sul mare,la mia camera era fatta di vetrate e da lì potevo fissare il mare tutto il giorno...mi faceva sentire viva.
Un giorno mia madre fece irruzione in camera mia "Mercy!Prepara la tue cose,tutto quello che hai,dopo domani partiamo" quelle parole mi congelarono "Mamma ma che cosa stai dicendo" le dissi io alzandomi "Andremo da nonna in Canada,per sempre" "E papà" domandai con le lacrime agli occhi "È per questo che c'è ne andiamo" disse lei arrabbiata,buttò una miriade di scatoloni piegati in camera mia e uscì.
Non dimenticherò mai il giorno della partenza,mia sorella che era molto più grande di me decise di rimare con papà mentre io fui costretta ad andare,mia madre lo aveva pianificato da tantissimo a quanto pare,non mi fece neanche salutare mio padre che era a lavoro.Mia nonna abitava a Toronto,che casino,non mi piaceva come città,troppo affollata per i miei gusti,e poi la cosa che mi faceva sentire a disagio era il fatto di non parlare la loro stessa lingua.Da quel giorno non ho guardato più mia madre con la guardavo un tempo,prima c'era amore,ora solo disprezzo.In fine mia madre trovò una casa a Pickering è ci trasferimmo lì,diciamo che fu una salvezza,era un pò più tranquilla come città,ma soprattutto mi piaceva.Il primo giorno di scuola a Pickering fu traumatico per il semplice motivo che si conoscevano tutti e che io ero arrivata in quella classe praticamente all'ultimo anno di elementari.A ricreazione mi si avvicinò un bambino molto alto per la sua età,era moro con gli occhi color ghiaccio,mi scrutò e poi mi porse una mano "Io mi chiamo Colin" disse lui,timidamente sorrisi e afferrai la sua mano "Io Mercy"sussurrai,furono quella parole,quel gesto che cambiarono tutto.Da quel giorno in poi io e Colin diventammo migliori amici,eravamo inseparabili sia grazie alla scuola sia grazie alle nostre case,che erano praticamente una difronte l'altra,per me era come un fratello e gli volevo un gran bene,poi se n'è andato e mi sono sentita abbandonata.

Roses ||Shawn Mendes||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora