Il Festival - Parte 2

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Mi svegliai nel cuore della notte, sul pavimento, i miei incubi stavano tornando e stavano peggiorando.
Al momento non me ne preoccupai, ma mi misi a girare per casa, andai in bagno e poi in cucina.
Mi avventai sul frigorifero e lo svaligiai, guardai l'orologio in cucina, erano le 3 del mattino, vabbè tanto per il resto della settimana non c'era scuola, erano tutti impegnati a preparare i carri.
Io mi sarei travestita da druida e il vestito era già bello che pronto.
Chiudo il frigo e salto in aria urlando.
"Che cavolo ci fai qui nel cuore della notte?!!!"
Mi calmai subito nel vedere che era solo mamma.
"Ma tu non avevi il sogno pesante? E comunque mi alzo la notte da quando avevo sei anni"
"Ma non avevi smesso? Pensavo non gli avessi più gl'incubi."
"Infatti, o meglio, non me li ricordo quando mi sveglio"
Mi guarda strano, dispiaciuta forse.
"Da quanto tempo va avanti? Perché non mi hai detto niente?"
Okay adesso iniziavo a infastidirmi.
"Ei innanzitutto spiegami perché avrei dovuto dirtelo non è successo niente, e comunque mi sono sempre svegliata di notte, dalla festa mi sveglio più di frequentemente, e sul pavimento, ma non mi sembra che bisogna preoccuparsi"
Spacchettai i tre pacchetti di patatine che prima erano volati per terra e mi sistemai a mangiare sulla poltrona davanti al camino che avevo accesso mentre parlavo con la mamma.
Non ero per niente abituata a discutere con mia madre, io non ero tenuta a dirle niente se non mi andava.
"Irine se qualcosa non va o ti turba dimmelo" il suo tono era dolce, troppo dolce.
"Non sono tenuta a dirti niente, e poi anche tu mi tieni nascosto qualcosa o sbaglio? Che fine ha fatto papà??"
Forse ho sbagliato a essere così diretta ma non ero per niente abituata alle confidenza tra madri e figlie (e poi erano le 3 di notte, diciamo che il mio primo pensiero a quell'ora non è fare le BFF con mia madre).
Lei non disse niente e se ne torno a dormire.

Mi svegliai scomodamente sulla poltrona che erano le 10:00 del mattino.
Zelda passava l'aspirapolvere e mamma cucinava rumorosamente il pranzo.
Mi ci volle un po' per ricordarmi come fossi finita in salotto.
Mi venne in mente la reazione di mia madre quante le avevo chiesto (magari troppo bruscamente) di papà.
Quella era la prova che mi nascondeva qualcosa, avevo visto la delusione, la paura, e adesso avevo paura anch'io, non so di cosa, so che non era morto, ne ero sicura, ma era successo qualcosa di grave.
Vado a fare colazione.
11:10 suona il campanello, ma chi diavolo è?
Vado ad aprile la porta, Kol.
Quel ragazzo cominciava a stancarmi.
"Che ci fai qui?"
"Dovevamo vederci al parco vicino alla scuola, ti ho chiamato ieri sera ricordi?" In effetti ricordavo la chiamata ma non pensavo fosse serio e non pensavo fosse lui.
"Vagamente, sono tornata tardi ieri sera e non ho dormito bene"
"Okey ascolta ho bisogno di parlarti, di quello che è successo alla festa"
Basta ho intenzione di chiudere con questa storia.
"Senti, non che ce l'abbia con te o che tu non mi piaccia, ma alla festa ero completamente ubriaca e poi al momento ho altro per la testa quindi..." mi sentivo un botto imbarazzata, e perciò detto questo me ne tornai a casa.

Passai gli altri due giorni della settimana aiutando mia madre a preparare il carro e a cucire il vestito per me.
Devo ammettere che è venuto piuttosto bene.
Venerdì, è il giorno della sfilata.
Indossavo un fantastico vestito da druida, con un lunga tunica blu con la scollatura a V con una fascia dorata.
Poi mamma mi aveva acconciato i capelli in maniera splendida, con un shignon {scusate non so come si scrive} e tante fantastiche decorazioni.
15:30 inizia la sfilata.
Salgo sul carro e mi sento un stupida scema, non mi è mai interessato mettermi in mostra così, anche se molti pensavano che mi mettevo sempre nei casini per questo, in realtà a me importa solo di divertirmi, tutti qui.
Anche se non potevo sabotare la sfilata, visto quanto ci teneva e quanto ci aveva lavorato mia madre.
Cercai in tutti i modi di sorridere ma tentando tuttavia di evitare lo sguardo del pubblico, cosa al quanto difficile considerato che mi trovavo su di un carro in mezzo alla folla.
Cercavo di guardare gli altri carri.
Vide Kol su di un carro che interpretava un soldato della guerra civile dietro il mio e Rebekah una delle tanti mogli in pena per i propri mariti, probabilmente morti, sullo stesso carro.
Per più di un'ora dovetti fingere di sorridere come una scema, anche se il mio vestito era uno splendore e io altrettanto.
Finita la sfilata ci ritrovammo tutti in un grande capanno per mettere tutto in ordine.
In lontananza vidi Rebekah e le andai incontro, notai avvicinandomi che stava parlando con un altro ragazzo, alto poco più di lei, occhi azzurri, carino, molto carino.
La chiamai.
Lei si volto, pareva un po' scossa.
"Ei, Irine, come va?"
"Bene era da un po' che non ci si vedeva..." non fini la frase che l'altro ragazzo intervenì.
"Rebekah" dava molta enfasi alla parola "Non mi presenti la tua amica?"
Mi sentivo molto a disagio di fronte a lui.
"Nicklaus, Irine; Irine, Nicklaus"
"Klaus che sorpresa trovarti qui" mi girai ed era Kol, perché deve sempre arrivare alle spalle, alle mie spalle.
"Nicklaus, il fratello maggiore, ho sentito parlare di te"
"Buffo, io no ho mai sentito parlare di te"
Ok ora ero decisamente a disagio.
"Beh... io ora dovrei andare, devo aiutare mia madre a sistemare, ci vediamo a scuola"
E mi affrettai a lasciarli soli.
Passai tutto il fine settimana a studiare, la domenica andai a dormire alle 20:00, ero stanchissima.
E poi, mi sarei dovuta tenere in forze per il ballo di Venerdì.

SPAZIO AUTRICE
Mi dispiace averci messo tanto a pubblicare questo capitolo ma non ho avuto molto tempo per scrivere ultimamente.
Pero che la storia vi sia piaciuta finora e che continui a piacervi, sto già scrivendo il prossimo capitolo e spero che uscirà in tempi più brevi rispetto a quanto ci ho messo per pubblicare questo.

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