Non credevo a una parola di quel che mi aveva detto mamma, non volevo crederci.
Volevo credere che da un momento all'altro papà sarebbe saltato fuori dal nulla e avrebbe gridato che era tutto uno stupido scherzo.
Non riuscendo più a parlare o a guardare in faccia la mamma o Zelda corsi in camera mia e chiusi la porta chiave per non fare entrare nessuno.
Perché non mi avevano detto niente? Perché avevano aspettato così tanto? Solo per farmi soffrire di più?
Se è vero che aveva il Cancro e lo sapeva prima di partire, allora aveva scoperto della malattia mesi prima, e non mi aveva detto niente.
Ma che credeva che sarebbe guarito prima che ci fu bisogno di dirmi qualcosa?
Se neanche i miei genitori erano sinceri con me forse neanche gli altri non lo erano.
E poi perché Livie lo sapeva?
Ero troppo confusa, mi scoppiava la testa, non riuscivo a pensare a niente.
Continua a piangere, e piangere, non riuscivo a smettere di versare lacrime.
Mi buttai di schiena sul letto guardando il soffitto.
Il telefono squillo, io non avrei neanche dovuto rispondere, non so perché lo feci.
Era Clarissa
"P...p... pronto" dissi tra i singhiozzi.
"Irine? Dio... stai bene? Che ti è successo? Livie dice che ai tipo dei grossi problemi in famiglia"
Sospirai, figurarsi se quella non a mettere il naso dove non gli riguarda.
"Io... io... non credo di star bene, posso venire a casa tua per favore?"
"Certo ti aspetto qui"
Ci fu un attimo di silenzio ma prima che lei avesse l'opportunità di chiudere al telefono io le dissi:
"E senti, posso.... può venire anche Rebekah?"
"Ehm... si certo"Tempo dieci minuti ed ero davanti alla porta di casa di Clarissa.
Non bussai alla porta o suonai il campanello, non so perché non lo feci, forse non volevo che i suoi mi vedessero, le inviai un messaggio con scritto che ero all'ingresso e gli chiedevo di venirmi ad aprire la porta.
La porta si apri piano, giusto un spiffero per lasciarmi entrare.
Rebekah era già li.
Non so perché invitai pure lei.
So solo che non ero molto lucida in quel momento e le uniche persone con cui volevo parlare erano Clarissa e Rebekah.
Kol
Mi venne in mente in quel momento. Che avrei voluto avere anche Kol vicino a me.
Ci accampammo in camera sua e le raccontai tutto.
Quando ebbi finito mi sentii stranamente bene.
Mi ero svuotata.
Anche se un nuovo desiderio si fece strada nei miei pensieri: volevo vedere papà.
Rimanemmo a casa di Clarissa tutta la mattina.
Fin quando non mi convinsero tornare da mia madre e andare a trovare papà con lei.
Le costrinsi a venire con me e per le tre del pomeriggio eravamo a davanti al portone di casa mia.
Bussai, poi mi ricordai che era casa mia e che avevo le chiavi.
Aprì la porta e trovai Zelda che si stava avvicinando per venire ad aprire.
La mamma era nel salottino davanti al camino, si girò a guardarmi.
Ci fissammo per alcuni secondi e poi parlò.
"Andiamo"Non ci volle molto per arrivare in ospedale.
Entrati seguimmo la mamma in giro per i corridoi, evidentemente era già stata lì diverse volte.
Non parlammo, nessuna di noi disse una parola, da quando siamo uscite di casa fino a quando non arrivammo davanti alla camera di papà.
C'era un dottore dentro con lui.
Scrisse qualcosa sulla cartella appesa ai piedi del letto di mio padre e si diresse verso di noi.
"Signora Mira El, non l'ha aspettavo"
So strinsero le mani e io rimasi li a guardare insieme alle mie due amiche trascinate lì a forza.
Dopo essersi scambiati due parole di saluto, si rivolsero a me.
"Lei è mia figlia, Irine. Irine questo è il medico di papà, il dottor Scesel"
Mi strinse la mano.
Avrei potuto dire un miliardo di cose in quel momento, ma mi venne in mente solo questo: "Il padre di Livie"
Il dottore sorrise imbarazzato.
"Si, sono il padre di Livie"
Ecco spiegato perché lei lo sapeva.
"Posso avvicinarmi"
Si scosto alla porta.
"Si puoi avvicinarti, toccarlo, basta che non stacchi o rompi e apparecchiature"
Continuava a sorridere come un ebete.
Non lo sopportavo.
Ma ero troppo scossa per pensarci in quel momento.
Mi avvicinai lentamente al letto.
Mi misi a sedere su di esso vicino a lui facendo attenzione come mi aveva chiesto il dottore.
Sembrava che dormisse.
Che dormisse con un grosso tubo conficcato in gola.
Non riuscì a trattenere i singhiozzi.
"Papà.... papà sono io.... sono Irine.... sono venuta a trovarti..... mamma.... mamma mi ha detto tutto...... ma che hai combinato eh?....."
Non era un vero pianto, erano solo singhiozzi.
Dagli occhi mi uscirono due lacrime silenziose, solo due, nulla di più.
Mi voltai a guardare il dottore, forse in cerca di risposte.
"Le sue condizioni non sono ancora critiche, non sempre risponde agli stimoli, ma è stabile" fece una pausa "non sappiamo quando si sveglierà"
Mi ricomposi e smisi di singhiozzare.
"Non sapete SE si sveglierà. È questo che volevi dire vero?"
Poi mi voltai verso papà.
Non so perché ma sentivo crescermi dentro una forte rabbia, non solo versi du padre di Livie, ma anche verso papà, verso mamma, verso tutti.
"Adesso ascolta, okay? Non so che cosa vi frullava nella testa e te e alla mamma quando, sapute le tue condizioni, avete deciso di non dirmi niente, o quando avete deciso di partire comunque, ma adesso senti, tu ti sveglierai capito, non mi importa che assurda magia tu o i medici dobbiate usare, Tu-Ti-Sveglierai! Capito?"
Me ne andai, corsi via da quella stanza e mi diressi fuori dall'ospedale lasciando lì le mie amiche e mia madre.
Tutto sommato non era andata malissimo.
Ci fu una cosa strana però.
Non l'ha notai molto e non ci pensai neanche; ma nel mentre che usci dalla stanza un signore si avvicinò al dottore di mio padre, e si misero a parlare, sembravano preoccupati.
"È successo ancora..."
"Ormai è fuori controllo...."
"....continuano a sparire sempre più sacche...."
"Rischio di rimanere senza..... i furti stanno diventando sempre più frequenti...."SPAZIO AUTRICE
Ed eccomi qui tornata dopo non so quanto tempo con un nuovo capitolo
La storia sta avendo una svolta
È entrato in scena il padre di Irine e sono iniziati i furti alla banca del sangue
I nuovi arrivati si stanno rivelando e la storia sta lentamente prendendo forma
Spero vi sia piaciuta al storia e che continui a piacervi
Grazie a tutti quelli che hanno votato e anche a quelli che leggono senza votare
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Amore Originale
Fanfiction{COMPLETA} Una normalissima ragazza di provincia, il fascino della famiglia appena trasferitasi in città, una famiglia con un segreto, un antico, pericoloso e terrificante segreto