A casa Mikealson

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Passammo in auto circa mezzora, mezzora a guardare fisso la strada senza parlare.

Io mi misi addosso la maglia di Kol, giusto per evitare che mi vedessero nuda anche i suoi fratelli.

Mi sentivo a disagio, cosa sarebbe successo ora?

Erano passati mesi da quell'episodio, e, come avevo appena dimostrato, non me ne importava più niente.

Rebekah già sapeva che io ricordavo tutto, ne avevamo provate non si sa quante per rimediare.

Era Klaus quello che mi spaventava,  come avrebbe reagito una volta scoperto che ricordavo tutto quello che era successo, che dopo tutti i tentativi era tutto irremovibile nella mia testa.

Kol parcheggio l'auto il come un razzo e mi fece entrare in casa ancora più veloce.

"Klaus!!!" urlo "Esci fuori subito"

La prima a entrare nella stanza fu Rebekah, visibilmente preoccupata.

"Kol..." iniziò, poi si accorse della mia presenza "Irine...? che cosa è successo?"

Io rimasi a guardarla con aria smarrita, non sapevo cosa dirle.

Per Kol fu come non sentirla nemmeno che continuò a gridare il nome di Klaus, che scese tranquillamente le scale con la sua solita aria arrogante e spavalda.

"Quale pretesa fratello, richiedere la mia presenta con fare così presuntuoso...."

"Mi dispiace fratello, spero che adesso non vorrai conficcarmi una daga nel cuore, abbiamo altro a cui pensare"

Il fratello rise compiaciuto, anche se io non capì cosa volesse dire Kol dicendo che sarebbe finito con una daga nel cuore.

"Si, Divertente" disse quasi in sussurro tornando poi al suo solito tono di voce " comunque sia da come ti presenti qui vedo che ti sei dato da fare sta notte, con la sgualdrina alle tue spalle, e ad ogni modo se il tuo 'abbiamo altro a cui pensare' si riferisce a lei, allora credo proprio che tu abbia sbagliato persona fratello. Perché mai dovrebbe interessarmi di...." non riuscì a completare la frase che io stessa mi intromisi.

"Ricordo tutto" ero colpita dal mio stesso coraggio, sarà che avevo bevuto un po' la sera prima, ma non avrei mai creduto, da quei pochi mesi che lo conoscevo, che avrei mai potuto rispondergli e intromettermi in una sua frase in quel modo.

Lui parve lievemente scosso da quello che gli dissi.

" Ricordo cosa è successo mesi fa, vicino al cimitero, avete cercato di cancellarmi la memoria ma non ha funzionato, Kol mi ha portato da un strega per farsi dare della pozione smemorina, ma non ha funzionato neanche quella, poi con Rebekah abbiamo provato ancora in mille modi diversi, ma non hanno funzionato" feci una pausa e presi un bel respiro, poi ripresi "io ricordo ogni minimo particolare, so cosa siete, cosa siete in grado di fare, e non ce modo di togliermelo dalla testa"

Da li partirono una serie di discussioni tra fratelli, dalle quali io ero come una spettatrice andata al cinema a vedere un film.

Conoscendo i soggetti preferivo di gran lunga starmene in disparte, fino a che.....

"La dobbiamo uccidere, lo volete capire? potrebbe andare a dire a tutto ciò che siamo, attirare l'attenzione nella zona, rappresenta un pericolo per tutti noi se la lasciamo a piede libero (non solo per te, pensai)...."

"EI!!!!!" mi intromisi.

"tu....." mi guardo con aria sprezzante, ma non aggiunse niente e mi lasciò parlare.

"Magari tu credi che io rappresenti un pericolo, ma sinceramente non credi che se avessi voluto dire a tutti cosa siete lo avrei fatto tre mesi fa, quando l'ho scoperto, e credi che sia così sciocca da non sapere cosa rischierei a farlo, che la gente mi prenderebbe per pazza e che tu mi staccheresti la testa dal collo con un piccolo gesto della mano?"

Lui parve ragionarci su per davvero.

"dobbiamo trovare una soluzione, un modo per farle dimenticare tutto"

"non c'è, ci abbiamo provato, ci abbiamo provato in tutti i modi possibili e non ci siamo riuscite" questa era Rebekah.

Dopo aver passato praticamente l'intera mattina a discutere sul quel che ne sarebbe stato di me, a quanto pareva io non avevo voce in capitolo, il re di casa decise che al momento non rappresentavo un pericolo e quindi potevo andare, ma che non appena lo sarei diventato, mi avrebbe ucciso in un modo che io non potevo neanche immaginare, e in tutta onesta non ci tenevo a conoscere questo modo.

Mi sarebbe venuta voglia di sputargli in un occhio, ma decisi di trattenermi, per il mio bene, non certo per lui.

Non sapevo più a cosa avrei dovuto pensare in quel momento, e l'unico pensiero lucido che riuscì a formulare era che ero stanca, non avevo i vestiti e volevo tornare a casa; al che mi venne da ridere, dopo tutto quello che avevo passato tra la sera prima alla festa e durante la mattinata, la sola cosa che mi viene in mente è che sono stanca e voglio tornare a casa per buttarmi sul letto.

Chiesi a Kol di accompagnarmi a casa, ma Rebekah lo precedette, così mi accompagno lei, e mentre ero mezza addormentata lei volle che le raccontai tutto nei minimi particolari cosa fosse successo alla festa.




























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