Brutte Notizie

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Non so neanche se le volevo sentire delle risposte in quel momento, volevo solo scappare, andarmi a nascondere, ma se mi fossi fermata avrei sentito tutto il dolore venirmi addosso, tutta la tristezza, la rabbia.
Così corsi, corsi finche non ebbi aria nei polmoni, finche ogni singola parte del mio corpo non mi dissero di fermarmi.
Arrivai davanti casa ma non mi fermai, penso che rivedere proprio ora la mamma mi avrebbe fatto solo più male.
A poco case di distanza dalla mia sentii di non farcela più e mi misi a piangere, le lacrime erano calde sulle guance infreddolite dall'aria che mi colpiva gelida.
Erano lacrime di rabbia, di dolore, di paura.
Rabbia verso mia madre che mi nascondeva qualcosa di così importante, paura per mio padre, se avesse avuto qualcosa di importante.
Arrivai al limitare del bosco, ci entrai rallentando la mia corsa.
Mi fermai quando mi accorsi di dove ero finita.
Ero in un cimitero.
Mi spaventai ancora di più, caddi a terre sfinita e cercai di portarmi indietro.
Andai a sbattere contro una lapide, intanto la nebbia mattutina si era affittita.
Mi misi ad urlare, ben sapendo che non avrebbe potuto sentirmi nessuno.
Poi perdetti conoscenza.
È stato un attimo.
Qualcuno mi venne vicino con tenerezza e inizio a sussurrarmi che andava tutto bene, che non mi sarei dovuta preoccupare, mi disse di stare calma.
Ero ancora priva di sensi, e non riuscì a capire chi stesse parlando.

Qualche ora dopo, credo, mi risvegliai in un enorme letto a baldacchino, e non riuscì a capire dove cavolo fossi finita, fin quando non vidi Kol seduto su di una poltrona di fronte a me che mi guardava con fare preoccupato.
"Come cavolo ci sono arrivata qui? ... e dove sarebbe qui?" Cercai di dire ancora insonnolita.
"Sei a casa mia, ti ho trovata al cimitero, priva di conoscenza, non ti stancare" aggiunse vedendo che cercavo di mettermi in piedi.
"Okay" dissi mettendomi a sedere sul letto "Primo, come mai tu eri al cimitero? Secondo, dov'è Rebekah? E terzo, dov'è tuo fratello?"
"Mia sorella è al piano di sotto, mio fratello a lavoro, e ero venuto al cimitero perché questa casa è al limitare del bosco, mi sono affacciato alla finestra e ti ho visto correre da quella parte"
Pensavo di dovermi preoccupare perché aveva appena ammesso di avermi seguita nel bosco, ma poi decisi che non c'era nulla di male, visto che dove essere sembrata una pazza a corre in quel modo verso un bosco e con la lacrime che scorrevano a cascata dai miei occhi, qualunque sano di mente avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava e mi avrebbe seguito... credo.
Scesi dal letto e mi diressi al piano di sotto, mi sarei aspettata che Kol cercasse di fermarmi, invece mi lascio passare e si limitò a seguirmi.
Incontrai Rebekah in cucina.
"Oggi niente scuola?"
"Ci stavo per andare, quando Kol ha detto di averti vista andare verso al cimitero ed è corso fuori, così ho preferito aspettare e vedere se stessi bene, camomilla?" Aggiunse porgendomi una tazza.
"No grazie, adesso voglio solo andare a casa, ho da parlare con mia madre, sperando di riuscire a tenerle testa" sarà anche un angelo mia mamma, ma sa essere una gran dura.
"Sicura di star bene, e di non volerti fermare?"
Non ebbi il tempo di rispondere che si sentì una voce all'ingresso.
"Rebekah! Kol!"
Klaus si avvicino a noi, non sembrava affatto felice di vedermi lì.
"Non mi avevate detto che aspettavamo ospiti"
"E tu non avevi detto che tornavi così presto"
"Credevo foste a scuola, volevo farvi una sorpresa" disse con un falso sorriso, poi il suo sguardo tornò a me "comunque, quanto a te..."
"Me ne stavo andando, non si preoccupi signore, tolgo il disturbo"
Mi guardo sorpreso, come se non si aspettasse quasi che riuscissi a parlargli.
"Non chiamarmi signore, mi fa sentire vecchio, chiamami Klaus, beh sai già dové la porta, penso che ci rivedremo presto"
Accennai un saluto in fretta, usci da quella casa chiudendomi alle spalle la porta e mi allontanai da lì, diretta verso casa, decisa ad avere delle risposte.

Arrivai a casa circa un quarto d'ora dopo aver lasciato casa Mikealson.
Non abitavamo così lontano, e io che pensavo abitasse in una casa isolata chissà dove in mezzo al nulla.
Beh che più o meno era in mezzo al nulla.
Davanti alla porta esitai, ero davvero pronta a sentire quel che mi avrebbe detto la mamma?
Alla fine mi decisi a entrare.
Non mi importava se quel che avrei sentito non sarebbe stato bello, dovevo avere delle risposte, che siano state belle o brutte, non contava.
Quando entrai in casa trovai la mamma seduta sulla poltrona nel salottino che contemplava il fuoco, e Zelda le girava in torno pulendo.
Entrai lentamente, quando si giro a guardarmi mi è sembrata... strana, stava piangendo.
"Sei venuta a chiedere di papà vero?"
Annui debolmente, non ero più così sicura di voler sapere.
La mamma fece cenno a Zelda che si allontano e usci dalla stanza.
"Senti, papà non è in viaggio come ti avevo detto..."
"Lui è...." non riuscì a completare la frase, e fortunatamente non ce ne fu bisogno.
"No, no assolutamente, lui non è morto, puoi stare tranquilla"
Feci un sospiro di sollievo.
"Lui... beh ecco..." stavo per scoppiare a piangere "sta affrontando un momento difficile, e noi dobbiamo starli vicini al più possibile, intesi? Vedi lui è tornato quando sono tornata io ma non è potuto venire a casa" ormai era totalmente in preda ai singhiozzi "in questo momento è... è in ospedale purtroppo"
"Cosa?"
"Ecco... tempo fa gli hanno diagnosticato un cancro al cervello e...." quasi non riusciva a parlare, era completamente scoppiata in lacrime "li avevo detto di non venire in viaggio come me, ma lui voleva partire lo stesso, ha avuto un incidente durante il soggiorno ora è in ospedale, in coma e... i dottori non hanno idea del quando si sveglierà, non sanno neanche Se si sveglierà"
Non riuscivo a capacitarmi di quel che mi stavo dicendo.
Papà? In ospedale? Cancro? Coma?
"No, no, io ti ho sentita, ti ho sentita parlare con papà, dire che... che non era giusto tenermelo nascosto..." non riuscivo a parlare, non ci capivo più niente.
In quel momento entro Zelda.
"Era con me che stava parlando, avevo chiamato per sapere se c'erano notizie positive, ma ancora niente"
"Io... io..."

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