Confessioni

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Erano passate circa 2 settimane da quando papà era tornato.

Ero felicissima, non penso di essere mai stata più legata di così ai miei genitori, ma dopo aver quasi rischiato di perdere mio padre qualcosa era cambiato, avevo paura, paura che se ne andasse e io rimanessi sola senza avergli potuto dire che gli volevo bene, senza che lui sapesse che c'ero per lui.

Nonostante si fosse svegliato dal coma rimaneva il fatto che aveva ancora il cancro, e non si poteva scacciare via come se nulla fosse.

Andava in ospedale periodicamente, per i controlli, per la chemio e tutto, ma non penso migliorasse più di tanto, anzi penso che fosse sempre più debole.

Quel giorno dovevamo decorare l'albero.

Era la prima volta che ero al settimo cielo per una cosa così banale, e non volevo neanche fare in modo di rovinare la festa, il che è una bella novità per me.

Avevo invitato Rebekah e Kol ad aiutarci.

Mi stavano aiutando davvero molto, più di quanto potessi immaginare, nonostante quello che era successo mesi prima, ci eravamo lasciti l'avvenimento alle spalle, Kol pensava che me ne fossi dimenticata e Rebekah aveva capito che non mi cambiava la vita saperlo o meno, l'importante è che il fratello maggiore non lo venisse mai a sapere.

Suona il campanello.

"Ei!" ci salutiamo caldamente non appena apro la porta.

Ora che ci penso è stata la prima volta che incontravano la famiglia al completo.

"E così voi due siete i due fratelli nuovi in città"

"Non più così nuovi"

Zelda prese i loro giubbotti e poi Rebekah mi prese in disparte.

"Va tutto bene? Sai dopo tutto quello che è successo, Tuo padre, la memoria intoccabile"

In effetti io e lei avevamo provato più volte a cancellare l'avvenuto dalla mia testa, ma sembrava irremovibile, abbiamo provato a cancellare piccoli pezzi di memoria oltre a quel momento per capire se fosse la mia testa a essere speciale o se fosse qualcosa in quel giorno che non permetteva ai ricordi di andarsene, e abbiamo scoperto che il problema è la mia testa.

"Si tutto bene, anzi tutti gli avvenimenti in famiglia hanno migliorato le cose, mamma e papà non si sono più spostati, e io non ho più combinato guai, ora andiamo, torniamo dagli altri."

Non era del tutto vero, certo non mi importava che dalla mia testa non potessero essere cancellati i ricordi, anzi quella penso fosse una bella notizia, ma non stavo bene, morivo di paura, tutto aveva iniziato a spaventarmi.

Volevo bene a Rebekah e ancora di più a Kol, ma non si può dire che non mi spaventasse la loro vera natura, so per certo che fino a quel momento non è successo niente, che loro non hanno fatto niente, almeno a me, ma chi poteva dire se in seguito non sarebbe successo qualcosa, e se quel qualcosa fosse stato qualcosa di grosso?

Passammo quasi tutto il giorno a decorare l'albero e la casa.

La sera finimmo il lavoro in giardino prima del previsto quindi ci avanzava tempo prima della cena, anzi, del cenone, conoscendo la mamma avrebbe cucinato tanto per sfamare venti plotoni dell'esercito.

Io, Kol e Rebekah ci rifugiammo in camera mia, dovevamo staccare un po' dopo aver passato tanto tempo con la mia famiglia.

Non ricordo di essere stata tanto con loro dai tempi delle elementari, neanche nelle festività passavamo tanto tempo insieme, se loro non erano via.

Non parlammo di niente in importante, mi chiesero se una di quelle sere avevo voglia di passare da loro la notte magari invitando anche Clarissa e i ragazzi, visto che il fratello cattivo era in viaggio e avrebbero avuto la casa tutta per loro.

Al cenone c'era una grande atmosfera di festa come non si era mia vista.

Come previsto mamma aveva cucinato per qualche centinaia di persone e avanzo un sacco di cibo.

Subito dopo cena Kol tornò a casa, mentre Rebekah, come d'accordo, rimase a dormire da me.

Ci sistemammo in camera mia con i sacchi a pelo, Zelda ci salutò e disse, anche se penso che ce l'avesse più con me, di non fare tardi, e poi tornò a casa anche lei.

Mamma e Papà andarono a letto quasi subito e ovviamente mamma ci diede una ramanzina nel caso non fossimo andate presto a dormire, mentre papà ci dissi di non ascoltarla e di stare sveglie anche tutta la notte.

Passammo la serata a parlare un po' di tutto, poi il discorso cadde su Kol.

"Allora come va con mio fratello" mi chiese con aria da ficcanaso.

"Sta andando bene..." non i fece finire la frase.

"Ma ce qualcosa che ti ferma, vero?"

Assunsi un'aria triste, in effetti aveva perfettamente ragione.

"Beh.... Ecco" ero esitante sul come dirglielo, avevo paura di offenderla " Non è che c'è qualcosa che i blocca... è solo che..."

" E' per via di quello che siamo vero?"

"A me non da fastidio, sul serio, voglio dire non è successo niente nonostante potreste ribaltare l'intera città" finito di dirlo cercai di ridere, ma senza successo. "Non è che vi stai dando una colpa, ma mi mette un po' in soggezione sapere quello che so quando sto con voi"

"Hai paura di noi?"

"No, non è così, è solo che ammettiamolo, voi due siete due super vampiri, super forte e super veloci, poi guarda me che ho talento solo nel combinare guai.... che sono stupidaggini in confronto a quello che potete fare voi"

"Cioè ti da fastidio che noi possiamo fare più casini di quelli che puoi fare tu?" dopo questo siamo scoppiate a ridere.

Poi senza preavviso si avvicina e mi prende le mani con fare serio, esageratamente serio.

"Senti, non devi badare a ciò che siamo, in fin dei conti come hai detto tu, non abbiamo combinato tutti sti casini da quando siamo arrivati, come vedi la vita va avanti come è sempre andata avanti, quindi quando stai con noi è come quando stai con tutti gli altri, in poche parole noi per te dobbiamo essere come sono qualunque altra persona, intese?"

"Intese"








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