Let her Go.

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DYLAN'S POV:

Eravamo seduti nella mensa a mangiare.
Scott, Lydia ed Harry erano intenti a parlare, mentre io mi ero assentato dalla conversazione ormai da un po'.
Continuavo a pensare a quello che poteva volere mia sorella, eppure nessuna idea sensata riusciva a prendere forma nella mia mente.
L'avevo lasciata che si era rimessa da poco dall'ospedale, dopo l'incidente che facemmo a causa mia.

Le immagini di quella sera mi sfilavano davanti, avevo gli incubi ogni notte, eppure non tornai mai da lei.
Avevo giurato di starle lontano, così che non venisse mai più sommersa dai miei problemi.

Compilai la scheda che mi avevano dato poco prima e la lasciai sul tavolo.
"Vado a casa a farmi una doccia, Scott la puoi consegnare tu per me?"

Il mio amico annuì, mentre Lydia ed Harry, mi continuavano a guardare.
"Tutto bene Dyl?" Disse la rossa con tono dolce, sapevo che lei come me stava male, eppure guardandola non si sarebbe detto.

"Alla grande, ci vediamo dopo" dissi ironicamente  andandomene.

Sapevo di essere stato uno stronzo, ma ero incazzato, come potevo non esserlo? La mia Ally era in ospedale ed io non potevo fare un cazzo,in più ora sarei dovuto partire, lasciandola nel momento peggiore. Non volevo. Non potevo. Avrei allora forse dovuto lasciare nei casini mia sorella? No, ovviamente.

Uscii a passo svelto dall'ospedale, avviandomi verso la mia macchina.
Notai un furgone nero posteggiato a pochi metri da dove ero io, ma senza darvi peso continuai a camminare spedito verso l'auto.
Stavo per superare la suddetta macchina, quando uno dei portelloni si aprì di colpo, non feci in tempo a girarmi che vi fui trascinato all'interno.

"Ma che cazzo! Lasciami, maledetto coglione!" Sbraitai

Non riuscivo a vedere niente a causa di una stoffa scura che mi era stata posta sulla testa.
Non me ne ero neanche accorto all'inizio, erano stati talmente veloci che l'assenza della vista, mi era sembrata quasi naturale.

Mi fu tolta poco dopo, e la luce accecante del sole mi colpì subito, sbatteii una paio di volte gli occhi per riuscire ad abituarmi di nuovo, poi mi guardai attorno, e notai due energumeni che mi stavano ai lati, uno pelato, con le mani conserte che guardava dritto davanti a sé, l'altro invece portava i capelli raccolti in una coda, erano scuri, e mi guardava con sorriso beffardo. Stronzo.

Non feci in tempo a guardare al posto del guidatore, che quest'ultimo si girò per rivolgermi la parola.
"Figliolo! Non ti spaventare" rise mio padre

Che cazzo ci faceva lui qui?

"Che cazzo fai? Che vuoi?" Ringhiai

"Vedi figliolo, mi ero stancato di aspettare la tua risposta per la tua partenza, così ho deciso che partirai in questo esatto istante-"

Stavo per interromperlo e sputargli addosso tutto quello che pensavo, ma mi precedette

"-E prima che tu possa interrompermi, ho fatto in modo, che tu possa essere.. come dire, più obbediente. Conosci il dottor Marks? Si, esattamente il ragazzo che vi ha consegnato le cartelle, lui è un mio amico, che diciamo che mi deve un paio di favori, quindi se pensi di fare qualche cazzata e tornare dai tuoi stupidi amichetti, sappi che non si farà scrupoli a scaricare il caricatore della sua pistola su di loro." Rise beffandosi di me

Una scarica di rabbia mi pervase, avevo una voglia irrefrenabile di picchiarlo.

Ebbene si, il rapporto con mio padre era dei peggiori, divenivamo civili unicamente sul lavoro, per il resto del tempo, tornava ad essere un perfetto stronzo.

Rimasi in silenzio un attimo, cercando di metabolizzare la situazione.

"Che cosa vuoi?" Chiesi a denti stretti, faticando a restare calmo.

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