Sanremo!

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Warning: rosso. MOLTO ROSSO.



"...E riposo assoluto almeno fino a domani mattina, va bene?" 

"Va benissimo dottore, ci penso io. Arrivederci, e grazie mille" lo saluta Mario cordiale, mentre lo accompagna alla porta della camera d'albergo in cui si trovano.

Il dottore va via dopo essere rimasto lì in loro compagnia per più di un'ora, e Mario si ritrova di nuovo da solo con Claudio. Da un lato questa cosa dovrebbe mettergli ansia, perché Claudio sta veramente male e se fosse stato per lui l'avrebbe lasciato in un ospedale per l'intera notte, ma va bene. Hanno chiamato la guardia medica, gli ha fatto due flebo per rimetterlo in forze e ora tecnicamente sta meglio. Non ha più bisogno di cure tanto estreme.

Si ferma a guardare Claudio che sta ancora a letto, accoccolato sotto al piumone e con la testa poggiata mollemente sul cuscino. Ha un aspetto davvero terribile, eppure è bellissimo lo stesso. Questa cosa è contraddittoria tanto quanto ingiusta.

"Puoi dirlo" sussurra lievemente Claudio, con gli occhi ancora chiusi.

Mario scuote la testa e si morde il labbro, deciso a restare in silenzio. "Stai male e il karma ti ha punito abbastanza. Non serve rincarare la dose" dice esitante, come se avesse voluto dire altro.

"Mario-"

"Sei un coglione" scoppia Mario in questo modo, e infatti, entrambi sapevano che non avrebbe resistito abbastanza. "Io te lo avevo detto, Cla. Prenditi quella cazzo di tachipirina, prendi le fottute medicine... l'influenza si cura, non si aspetta che passi da sola, razza di idiota. Invece no, hai fatto il testardo come al solito e adesso ti ritrovi in questa situazione del cazzo. Te lo giuro Cla, to dico papale papale, la prossima volta che stai male e dici di non voler prendere niente ti uccido direttamente io con le mie mani."

Mario si sente immediatamente più leggero quando finisce il suo monologo, e incredibilmente pure Claudio si sente meglio. Sapeva che Mario ne aveva bisogno, e vederlo lì tenersi dentro tutta quella rabbia e quella ansia non faceva bene nemmeno a lui. Aveva bisogno del suo fidanzato petulante, permaloso e rompiscatole. 

"Hai finito?" domanda Claudio, sinceramente interessato a saperlo.

Mario esita qualche istante, giusto il tempo di sentire la rabbia affievolirsi del tutto e poi alla fine annuisce. "Sì, ho finito." 

"Benissimo, ora puoi venire qui?" 

Mario lo guarda per qualche secondo, poi senza aspettare ulteriormente, si toglie le scarpe e torna a mettersi nel letto accanto a lui. Claudio si lascia andare a un sospiro di sollievo e si rintana con la testa sul suo petto. Mario si scioglie nel vedere il suo bellissimo fidanzato accoccolato lì su di lui, e anche se un pochettino è ancora arrabbiato - no, non è vero, non lo è più - gli infila le dita tra il ciuffo e comincia ad accarezzargli piano i capelli. " Mi hai spaventato a morte" gli sussurra, scivolando meglio nel letto per tenerlo più vicino.

"Mi dispiace" mormora Claudio, premendo la fronte contro il suo collo.

"E pensi di cavartela con così poco" e ci riesci pure, pensa distrattamente Mario, mentre preme le labbra contro la sua tempia. La verità è che lo ama da morire e lo ha già perdonato per essere stato così tanto imprudente con se stesso, anche se vorrebbe odiarlo. Vorrebbe prendersi cura di lui sempre e lo farà, ma sono degli adulti e più di
tanto non può fare. Claudio deve imparare anche a prendersi cura di se stesso.

"La prossima volta ti darò ascolto, promesso" sussurra Claudio con voce flebile.

"Sì, hai detto così anche il mese scorso" gli fa notare beffardo Mario. "Però sul serio, Cla, non mi puoi far morire di paura ogni volta. Lo sai che io sono ansioso..."

La mia scelta sei tu - Clario (Claudio Sona e Mario Serpa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora