Non vedevo l'ora di tornare

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Claudio apre la porta ed entra nel suo appartamento, cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare il suo ragazzo.

Lui e Mario hanno avuto entrambi una serata, lui a Parma e Mario a Venezia, per questo hanno deciso di vedersi già da stanotte in modo da poter stare più tempo insieme.

La serata di Mario però è finita presto, mentre lui tra la serata e il viaggio per Verona è tornato a casa qualche ora più tardi. Sono le quattro del mattino e ovviamente sa che troverà Mario a letto a dormire, ma non importa, alla fine l'unica cosa che conta davvero è che potrà addormentarsi accanto a lui. Da questa nottata non poteva sperare di meglio.

Si toglie il cappotto e va direttamente nella cabina armadio a posarlo, poi quando torna in soggiorno si rende conto che Mario è sul divano e sta dormendo. Al che gli scappa immediatamente un sorriso, perché in un attimo capisce che Mario ci ha provato ad aspettarlo, ma non ci è riuscito ed è finito per addormentarsi. 

Si avvicina immediatamente a lui e si piega sulle ginocchia in modo da essere alla sua altezza, gli passa una mano tra i capelli e poi si sporge per lasciargli un bacio sulla fronte. "Mario" gli sussurra, con le labbra ancora premute contro la sua pelle. "Mario, amore, svegliati" continua più dolcemente, lasciando scivolare la mano sulla sua guancia per accarezzargliela.

Mario apre lentamente gli occhi, sbatte le palpebre più forza e quando realizza di essersi addormentato sul divano di casa di Claudio, e che è davvero la voce di Claudio che lo sta chiamando, sospira pesantemente. "Me so addormentato mentre t'aspettavo" mormora, sentendosi sopraffare dai sensi di colpa.

La verità è che lui voleva veramente aspettarlo, e ci ha provato.

Claudio sarebbe potuto restare a Parma, dormire in hotel, e invece ha affrontato un viaggio in piena notte solo per poter tornare a casa e stare qualche ora in più con lui. Il minimo che poteva fare per ricambiare il suo gesto era restare sveglio, e invece per quanto ci abbia provato, si è addormentato come un idiota sul divano. Si sente davvero tanto stupido in questo momento.

"Eh, me ne sono accorto" gli dice Claudio divertito, regalandogli uno di quei sorrisi che sono in grado di illuminare tutto anche in piena notte. 

"Mi dispiace" mormora Mario, guardandolo con gli occhi lucidi per il sonno. Claudio scuote la testa, come per dirgli che non importa, e poi si sporge per baciarlo finalmente sulle labbra. E può sembrare ridicolo perché non lo vede da un giorno, ma gli è mancato poterlo baciare. "Com'è andata la serata?" gli domanda Mario, con gli occhi ancora socchiusi per il bacio mozzafiato che gli ha rubato Claudio.

"Bene, ma non vedevo l'ora di tornare" risponde sincero, e Mario che ha imparato a capirlo come nessuno, sa benissimo che dietro questa frase si cela un 'bene, ma non vedevo l'ora di tornare da te'.  "Invece ho visto qualche video della tua serata mentre ero in macchina, e mi sembra di capire che sia andata bene anche la tua. Quindi è così? Sei felicissimo?" gli domanda, la voce arricchita da una nota di soddisfazione. Non saprebbe mai come spiegare a parole cosa prova quando vede Mario alle serate dire che è felicissimo, che con lui ci sta da Dio e che spera con tutte le sue forze che tra di loro duri. È adorabile, e soprattutto vedere Mario che sprizza felicità da tutti i pori lo fa sentire speciale come non mai. Lo fa sentire come se fosse nato per fare questo, per rendere felice questo ragazzo che viveva nella silenziosa convinzione di non poterlo mai essere. Felice, spensierato, innamorato. Lo fa sentire importante e speciale come in ventinove anni non gli è mai successo.

Mario si passa una mano sul viso nel tentativo di nascondere il sorriso che gli sta nascendo, ma Claudio gliela strappa subito via perché non ci pensa proprio a perderselo questo sorriso. Lui i sorrisi di Mario non vuole perderseli mai, vuole afferrarli uno ad uno e custodirli gelosamente nei suoi ricordi.

"Dai, scemo" mormora, afferrandolo per una mano. "Andiamo a letto che sono stanco morto."

Mario non se lo fa ripetere due volte, si alza dal divano e poi lo segue nella loro camera da letto. Avrebbe potuto aspettarlo direttamente qui, Claudio glielo ha ripetuto mille volte che questa adesso è anche casa sua, ma in tutta onestà non aveva alcuna voglia di mettersi a letto senza avere Claudio accanto e le sue braccia pronte a stringerlo.

Claudio fa una piccola sosta al bagno, poi torna in camera da letto e comincia a togliersi di dosso i vestiti. Mario che in tutto questo si è infilato sotto le coperte, si ritrova a grugnire contro il cuscino. "Ti prego, non farlo."

"Non fare cosa?" gli domanda Claudio, mordendosi le labbra per trattenere una risata.

"Esistere" risponde Mario senza troppi giri di parole. "Ed essere... così. Sono le quattro del mattino e vorrei dormire."

"Anche io, per questo mi sto spogliando" tenta di giustificarsi Claudio, mentre afferra dalla sedia la sua solita canottiera bianca e se la infila dalla testa. Poi va a mettersi a letto accanto a Mario, che ha ancora la testa nascosta nel cuscino, e gli lascia un bacio tra i capelli mentre lo afferra per i fianchi. "Dai Mario, non fare il cretino."

Mario sospira, spostando la testa e decidendosi finalmente a guardarlo negli occhi. Rimane come al solito senza fiato quando incrocia quegli occhi verdi che ama più di qualsiasi altra cosa. Gli afferra il viso con tutte e due le mani e lo bacia, più lentamente e profondamente, sentendo i soliti brividi attraversargli la schiena per quel semplice contatto a cui dopo tre mesi non si è ancora abituato. A pensare che sono passati davvero tre mesi dal loro primo bacio, da quel bacio carico di promesse e di speranze, che lo aveva lasciato con la consapevolezza che Claudio oramai gli era entrato sotto pelle, e che se lo avesse perso alla fine di quel percorso, in qualche modo avrebbe perso anche se stesso. "Okay, ora possiamo dormire" mormora, e quasi gli piange il cuore quando si allunga per spegnere l'abat jour sul comodino, ma il pensiero di avere comunque Claudio accanto, di poterlo sentire anche se non lo può vedere bene, basta a confortarlo.

"Vieni qui, voglio abbracciarti" gli sussurra, spostandolo per potersi mettere comodamente su di lui, con la testa sul suo petto. Mentre Claudio lo stringe a sé, si ritrova a pensare che ne è valsa decisamente la pena mettersi in viaggio in piena notte soltanto per addormentarsi in questo modo. Lo rifarebbe altre mille volte.

"Mario?" lo chiama, quando sente il suo respiro cominciare a farsi più pesante. 

"Mmh?"

"Ti amo" gli sussurra, perché è quello che si è ripromesso di fare. Sa di essere un rompiscatole a volte, sa di fargli troppi scherzi, sa di non essere in grado di dimostrargli sempre ciò che sente, ma a fine giornata vuole che lo sappia. Vuole dirgli che lo ama, ogni notte, perché certe cose è bello anche dirle. "Stanotte non te lo avevo ancora detto."

Ed è così che si addormentano, con quel ti amo in sospeso tra di loro e la consapevolezza che addormentarsi abbracciati dopo una giornata pesante può essere anche meglio del fare l'amore.

***

Here I am!

Come promesso, non ho alcuna intenzione di abbandonare questa storia <3

Dopo la serata di ieri già avevo tanta voglia di scrivere qualcosa "sull'incrocio" di Claudio e Mario a Verona, poi oggi non sono riuscita a farne a meno e ho cominciato a buttare giù qualcosa. È una os abbastanza breve, ma spero che possiate apprezzare lo stesso.

In realtà avevo intenzione di continuare questa os mettendoci i Clario di oggi in palestra, ma non poi arrivata a questo punto non me la sono sentita di continuare con lo smut. Ho scelto di lasciarla in questo modo, maa vi prometto che prima o poi qualcosa su Claudio e Mario in palestra, negli spogliatoi, nelle doccia e... va be insomma, avete capito, la scriverò.

Alla prossima!

La mia scelta sei tu - Clario (Claudio Sona e Mario Serpa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora