Quante volte erano andati in quel ristorante e il cameriere gli aveva dato il tavolo al centro sotto le luci di carta dal colore del burro fuso? Precisamente cinque volte, sei contando quella sera.
Igor e Oskar erano entrati dalla porta principale salutati dal Capo Sala, il quale intratteneva gli ospiti fino a che il loro cameriere di quella serata non si fosse fatto vivo.
Era una giovane donna dalla pelle di avorio, gli occhi dolci e neri come i suoi capelli lasciati sciolti e portati all’indietro da due trecce. Indossava sempre una spilla dorata con una perla, la quale alla luce delle lanterne sfumava in diversi rosa e viola.
“Salve ragazzi.” li salutava sempre facendo un delizioso inchino perfetto con i lineamenti del corpo stretti in quel vestito dal collo alto tipico del ristorante e della Cina.
Appena preso posto tornava a tempo di luce il cameriere dalla lunga trecce -Igor pensava che fosse attaccata al capello- portando in mano i loro menù, i quali non servivano poi a tanto perché Oskar prendeva sempre gli spaghetti con pollo, verdure tagliate, del riso e gamberetti in salsa agrodolce, Igor prendeva sempre l’anatra all’arancia col riso.
Adesso sedevano al loro tavolo sotto le lanterne di carta, il drago dipinto d’oro ad osservarli dalla parte circondando l’acquario dai pesci esotici con fare protettivo.
“Dopo, mi dai un po’ della tua anatra?” domandò il fanboy armeggiando con le bacchette cinesi ricordandosi una delle prime volte con il russo, il quale aveva cercato di insegnargli come mangiare con quei due bastoncini e il pezzo di pollo era andato a finire nell’acquario.
Sorrise a quel ricordo, alle risate che come fantasmi gli solleticavano le orecchie con sussurri.
“Come sempre.” rispose il pugile non staccando gli occhi dalla porta della cucina.
Tutto quello successo prima gli aveva fatto venire fame e non vedeva l’ora di mettere le mani su quell’anatra all’arancia.
Non aveva il coraggio di guardare Oskar negli occhi per paura di scoppiare, chiedendo spiegazioni sulla sua cotta e vedere di nuovo quello sguardo di paura.
Sarebbe voluto rimanere a casa, però questo pensiero lo faceva sentire male. Il suo tutor gli era stato accanto mentre vedeva la promozione come un miraggio nel deserto del Sahara, gli era stato accanto mentre lottava per entrava nella classifica, gli era stato accanto sempre in un modo o nell’altro e adesso lui? Cosa faceva? Lo cacciava via come se avesse qualche malattia contaggiosa solo perché il suo tutor aveva una cotta?
Le cotte sono passeggere, Igor. Calmati, andrà tutto bene.
“Ti stai allenando per l’incontro?”
Il biondo tornò nel mondo reale dopo che la sua bolla di riflessione fu scoppiata.
“Quale dei due?”
Oskar si morse il labbro cercando di mantenere la conversazione in piedi, perché, se fosse stato per l’altro, quella sarebbe stata morta e sepolta senza niente.
“Entrambi. Non mi importa se a quello illegale- sussurrò muovendo lentamente le labbra e si accorse dello sguardo del tutor lì- perdo, finito l’anno smetterò. Ho cominciato perché avevo bisogno di soldi facili e veloci.”
“Davvero? Perché?”
Igor sorrise all’espressione di curiosità come una maschera a coprirgli il viso.
“Avvicinati e te lo dico.”
Il fanboy eseguì senza timore allugandosi con il busto sul tavolo. Il russo lo seguì e senza pensarci mise una mano grande su quella del più piccolo.
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My Tutor
Dla nastolatkówHaruhi_Kujo's cover Igor Volkov, ragazzo popolare e conosciuto da tutti con il nome di Seth per un suo piccolo divertimento, ha bisogno di superare l'ultimo anno, ma i suoi voti non glielo permettono. Quindi il preside della scuola decide di aiutar...