Capitolo 12

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Igor parcheggiò l’auto qualche casa più indietro spegnendo tutto quanto e recuperò le chiavi dal cruscotto respirando dal naso e buttando giù con la bocca.

“Sei pronto?” mormorò Oskar che guardava fisso la porta di casa sua, nervoso quanto il pugile.

“Chi incontrerò?”

“Le mie sorelle e mia madre.- si girò verso di lui sorridendo al suo solito- Possiamo farcela, Igor.”

L’altro annuì seguendolo fuori e prendendo tutti e due gli zaini senza minimo sforzo e senza ascoltare le lamentele di Oskar sul ‘posso farcela’.

“Oskar cammina e non rompere.”

Il corvino gli lanciò uno sguardo saccente “Mio padre lo verrà a sapere.”

Igor aggrottò le sopracciglia confuso “Cosa?”

A quella domanda il più piccolo non riuscì a contenere un piccolo urletto spaventando degli uccellini in una fontana di pietra. “Non hai mai visto Harry Potter?! Okay, capisco leggere i libri ma caspio! I film! Almeno quelli.”

Il biondo scosse la testa “Non è il mio genere.” salendo gli scalini due a due mentre Oskar dovette correre per tenere il passo con qualche urlo bloccato in gola.

Osservarono tutti e due la porta terrorizzati quasi da quello che avrebbero trovato dentro.

La questione ‘Mai visto Harry Potter’ non era ancora finita per il tutor, però quello non era il momento giusto.

Non sapeva neanche perché avesse così tanta paura di entrare nella sua casa che profumava continuamente di biscotti appena sfornati.

“Pronto?” mormorò Igor lanciandogli un’occhiata, la quale venne ricambiata prima di tornare sulla porta “No.” tuttavia inserì le chiavi nella toppa aprendola.

In un primo momento sembrò che fosse vuota, nessun chiacchiericcio in cucina o strilli su quale libro fosse migliore. Solo il silenzio circondava il tutto e quasi i due fecero un respiro di sollievo appena delle voci, le quali entravano dalla porta che dava sul giardino, li bloccarono.

“Traaaanquillo. Sono feroci solo con i babbani mortali capitolini mondani e blablabla.” si voltò trovando lo sguardo confuso dell’altro e “Vero. Tu lo sei.”

Oskar superò la soglia seguito da Igor, il quale osservò lo spazio circostante con attenzione captando tanto di quella famiglia.

“Bella casa.” e lo era veramente. Non era solo un qualcosa detto per cortesia. Gli piacevano i mobili antichi e il divano a tre con due poltrone dello stesso modello ai lati che riusciva a vedere da quella posizione.

Il fanboy si tolse il giubbotto e prese anche quello dell’altro attaccandoli tutti e due all’entrata insieme agli altri.

Adesso le voci erano in cucina e “Ciao.” spuntò dal nulla Oskar facendo spaventare le tre donne.

“Oskar! Quante volte ti ho detto di non sbucare così dal nulla! Mi spaventi.”

Invece le sue due sorelline si tolsero i guanti da cucina e lo andarono ad abbracciare stretto per poi ritornare ad aiutare la loro mamma.

“Mhmh!” si schiarì la gola il fanboy non vedendo nessuno della sua famiglia aver notato Igor proprio dietro di lui.

“Tesoro, ma oggi non doveva venire quel tuo amico per studiare?” chiese Delilah, inserendo i biscotti, che aveva lasciato raffreddare prima di uscire un attimo nel giardinetto, in un cesto.

Oskar voleva sbattere la testa al muro mentre Igor se la rideva alle sue spalle. Era impossibile non notare il russo alto quasi quanto il soffitto.

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